La ricerca della felicità |
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Un film di Gabriele Muccino.
Con Will Smith, Thandie Newton, Jaden Smith, Cecil Williams, Kurt Fuller.
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Titolo originale The Pursuit of Happyness.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 117 min.
- USA 2006.
- Medusa
uscita venerdì 12 gennaio 2007.
MYMONETRO
La ricerca della felicità
valutazione media:
3,11
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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IN ITALIA MUCCINO LANGUE. IN AMERICA RINSAVISCE.di Cult MovieFeedback: 0 |
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lunedì 22 gennaio 2007 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Mettiamo subito dei paletti (così il discorso fila via liscio): non ho mai amato Muccino. Che prendiate "L'ultimo bacio", che prendiate "Ricordati di me" la solfa è sempre quella: storie furbe, movimenti di camera repentini e videoclippari (Mtv docet) e interpretazioni apparentemente decenti, in realtà pessime (e la regia cerca sempre di ovviare a questa enorme pecca). Mi sono dunque avvicinato alla "Ricerca della felicità" con tanti dubbi e tanta diffidenza. Dopo quasi due ore di film mi sono stupito, un pò meravigliato. Possibile che l'aria americana abbia fatto bene a Muccino? Possibile, eccome. "La ricerca della felicità" è più di un filmino a stelle e striscie tutta retorica e buoni sentimenti, qui c'è dell'altro: introspezione psicologica, l'altra faccia dell'America che al cinema si è vista mille volte, ma almeno da trent'anni non si vedeva così bene (con la mente bisognerebbe tornare indietro ai tempi di Sidney Poitier, anni Sessanta o giù di lì), e finalmente delle ottime interpretazioni. La storia è stranota, ma vedere Will Smith calarsi con tanta partecipazione nei panni di un poveraccio costretto a rimediare qualche centesimo vendendo apparecchi medici è esemplare quanto ammirevole. C'è tutta la storia di un America diversa da quella celebrata da Rocky (anch'esso nelle sale in questi giorni): è il dark side of Usa (tanto per citare pure i Pink Floyd), è il mondo che non ci viene mai mostrato. Ottima la visione che ne ha Muccino: da italiano, dunque europeo, distante anni luce dal Mito Americano, filtra attraverso il proprio lucidissio sguardo le contraddizioni di un Paese enorme, bellissimo, diviso, ingiusto. Pecca forse in fase di sceneggiatura (la parte centrale del tirocinio a tratti lascia un pò perplessi), ma chi ci ha visto buonismo, melassa o cose del genere, farebbe meglio ad occuparsi d'altro. Tutto dunque molto bello, e un Muccino che, se vuole aspirare a qualche ambizione d'autore, non dovrebbe più mettere piede in Italia. Non si possono escludere eventuali piacevoli sorprese (vedi alla voce Oscar?). Da vedere.
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