La ricerca della felicità

Dò quattro stelle perchè mi pare un pò sottovalutato. L'impegno del protagonista, Will Smith, è notevole: veramente bravissimo. La regia è adeguata: non si adultera più che tanto nelle scelte dei registi americani. Piuttosto stretta sui personaggi, alla Muccino, telecamera a mano praticamente sempre, regia che fa i salti mortali per evitare di ripetere la stessa inquadratura ma con tutto che ruota attorno al protagonista non è semplice. La storia è trainante: molto bella, molto umana, totalmente americana. Ed è un'america molto diversa quella qui descritta: non ci sono le solite critiche al sistema, i soliti strali sessantottini verso il capitalismo su cui tutti sputano ma in cui tutti mangiano. in questa america Mucciniana esistono pure le brave persone, esiste la felicità, esiste la speranza. La sinergia tra l'attore e suo figlio è fortissima e si vede. La mamma ci fa una pessima figura: molla il marito quando ha più bisogno di lei ( tipico) Estremamente "essenziale" ( ricorda un pò Cuaron, ma è meno "panoramico") estremamente collegato al filo storico. Non ha sosta, non lascia tanto spazio ai sentimentalismi nonostante che la storia nel suo complesso ne sia impregnata. A chi piacciono i film di "formazione", dove una persona finita nel fango riesce a tirarsene fuori, piacerà molto. Ieri sera la sala era piena come un uovo, c'era gente seduta per terra.