La ricerca della felicità

un bel film, non un capolavoro, ma un bel film. Prima le (poche)cose meno riuscite: il titolo, forse un pò troppo perentorio e didascalico - anche se motivato- e il finale positivo, un pò sbrigativo dopo un'ora e cinquanta minuti di disavventure anche beffarde a cascata -peraltro coerente con il leit-motif della RICERCA della felicità-. Per il resto una storia (vera) edificante ma non scontata nè sdolcinata, recitata e diretta con buon ritmo, gran senso della misura anche dove le situazioni si sarebbero prestate ad un'enfasi ben più spinta. Sebbene il "sogno americano" sembrerebbe ridursi a ottenere un lavoro stressante-alienante-materialista da yuppie rampante, siamo negli "anni 80", l'apparente minimalismo delle aspirazioni si capisce meglio inquadrandola nella legittima volontà, da parte di un qualunque uomo onesto, ad una vita "normale": si apprezza quasi "fisicamente" come viene rappresentato l'estremo disagio della povertà vera, alla quale i protagonisti (perchè oltre il padre c'è anche uno splendido figlio)oppongono una dignità positiva, dinamica, mai rancorosa anche quando potrebbe esserlo. Splendido Will Smith, sempre di corsa e allo stesso tempo capace di fissare nella mimica emozioni profonde (splendida la scena finale della non-reazione all'annuncio dell'ottenimento dell'agognato posto di lavoro)senza mai esagerare. Apprezzabile l'assoluta assenza di volgarità, nudità gratuite e pietismi assortiti potenzialmente derivanti dal mix nero-povero-sfortuna-società cinica-bambini. Infine... Se a Hollywood hanno fatto un contratto a Muccino per un tale film un motivo ci sarà...