Titolo originale | Mon meilleur ami |
Anno | 2006 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Francia |
Durata | 95 minuti |
Regia di | Patrice Leconte |
Attori | Daniel Auteuil, Dany Boon, Julie Gayet, Julie Durand, Jacques Mathou, Marie Pillet Élisabeth Bourgine, Jacques Spiesser, Philippe Du Janerand, Fabienne Chaudat, Jean-François Kopf, Alain Rimoux, Marc Faure, Éric Frey, Henri Garcin. |
Uscita | mercoledì 6 dicembre 2006 |
Tag | Da vedere 2006 |
Distribuzione | Lucky Red |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,06 su 14 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 18 dicembre 2012
François è un antiquario di successo. Durante una cena per il suo compleanno, la sua socia gli fa notare che non ha un amico! Un'agenda piena di incontri, appuntamenti e relazioni non basta a dimostrare di avere degli amici. In Italia al Box Office Il mio migliore amico ha incassato nelle prime 11 settimane di programmazione 1,6 milioni di euro e 283 mila euro nel primo weekend.
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François (Daniel Auteuil) è un antiquario, ha una socia nel business, e ha quindici appuntamenti al giorno. Ha un solo problema: non ha un amico. Per provare il contrario fa una scommessa: entro dieci giorni dovrà presentare alla sua socia il suo migliore amico.
L'amicizia è un tema spesso affrontato dal cinema, in modo profondo o superficiale, in quanto valore unico e insostituibile e fondamento delle relazioni che legano gli uomini. Patrice Leconte, sulla base di un soggetto di Olivier Dazat, non si limita a raffigurare il senso dell'amicizia, ma parte dall'ipotesi di negarla, dichiarando nella figura di François che sia possibile vivere solo con l'obiettivo di ottenere soddisfazioni dal lavoro. Il problema del protagonista è quello di non sapere realmente cosa sia un amico. Tutte le conoscenze, le relazioni d'affari, fredde e fugaci, sono l'unica sua fonte di vita sia umana che professionale. Anche la sua donna (incredibile che ne abbia una), è probabilmente presente per questioni sociali, vittima di una precarietà affettiva ("L'amore si può anche vendere, l'amicizia no"). In questo il ruolo di Auteuil ricorda alla lontana Un cuore in inverno, dove interpretava un uomo incapace di amare.
La situazione in cui l'antiquario si trova è quindi una solitudine mai accettata, che il regista esprime con leggerezza e ironia, in un parallelo con la vita di Bruno, un tassista (Danny Boon, in un'ottima interpretazione) che in apparenza è affabile e parla con tutti, ma che in realtà è solo, come François. La differenza di classe, in alcuni casi non conta.
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Una commedia francese divertente, ironica, a tratti prevedibile, un po’ come le favole. Storia di uomini che incrociano le loro strade per caso, e l’incontro produce altre storie e quindi sentimenti, sinapsi della vita che si espande e che il regista racconta con eleganza sobria e umorismo raffinato, illuministico interesse per le leggi che regolano l’agire umano, capacità di dare al racconto un andamento [...] Vai alla recensione »
Il regista riesce a parlare dell'amore in modo indiretto, addirittura iniziando col negarlo. Un mercante d'arte che ha 15 appuntamenti al giorno, tutti rapidi e per fare affari,... ma nessun amico. Allora si lancia una scommessa: deve trovare il suo migliore amico. Cerca in tutti i modi di trovarlo. Solo alla fine lo troverà, ma quando rinuncerà alla scommessa.
François possiede una galleria d'arte di discreto successo ed appartiene alla borghesia parigina; vive con una figlia adolescente con la quale non ha un ottimo rapporto ed ha una socia in affari di nome Catherine, amica di vecchia data. La sua vita è totalmente dedita al lavoro, poco incline ai rapporti affettivi ma molto legato agli effettivi.
Francoise è un mercante d'arte, ricco e spregiudicato a tal punto da essere antipatico a tutti. Non ha amici e quando ad una cena di lavoro la sua socia gli ricorda che è solo, che non ha amici perché pensa solo ai suoi oggetti, Francoise si irrita e lancia una scommessa. Entro dieci giorni le farà conoscere il suo migliore amico: in palio mette un antico vaso greco [...] Vai alla recensione »
Delicatissima commedia dall'umore tipicamente francese, capace di unire amara ironia e riflessione sull'esistenza. L'impossibilità di dare valore monetario ai sentimenti è il cardine di questa bell'opera di Patrice Leconte, ambientata in una Parigi grigia e lussuosa, colma di storia ma umana, dicotomica come i personaggi, antipodici nel modo di relazionarsi all'altro, per puro utilitarismo l'uno, [...] Vai alla recensione »
“Il mio migliore amico” è un film del 2006 diretto da Patrice Leconte. Francois è titolare, assieme alla socia Catherine, di una galleria di oggetti di antiquariato e si occupa sia dell'acquisto che della vendita di questi ultimi. Il protagonista è una persona scontrosa e insopportabile, e l'unico vero scopo della sua vita è quello di trarre profitto [...] Vai alla recensione »
"Mon meilleur ami"è un ottimo film di Daniel Auteuil, regista eccelso, film,come sempre relegato, commercialmente, in fondo alle classifiche italiane, dove la sintesi(o comunque la commistione di stili)rancese tra humor, comicità e dramma non viene capita o viene fraintesa... Il film dibatte invece un tema eticamente fortissimo, quello dell'amicizia, negata nella prassi [...] Vai alla recensione »
MAI tanta verità sono state dette in 95' come in questo delizioso film che si stacca dalla tradizione francese per il suo approccio diretto ad una tematica piena di luoghi comuni e ipocrisia. E' una sceneggiatura viva, serrata, palpitante di sentimenti che non scadono MAI nel macchiettismo ma parlano al cuore di ciascuno insegnandogli qualcosa. Scusate se è poco.
È dolceamaro, il gusto di Il mio migliore amico (Mon meilleur ami, Francia, 2006, 94?). Dopo Confidenze troppo intime (2004), commedia raffinata sulle strategie tortuose del desiderio, Patrice Leconte e il cosceneggiatore Jérôme Tonnerre raccontano una storia d'amicizia che ha la struttura di un apologo, e anzi proprio di una fiaba. Del primo, il film ha l'evidente tono didascalico.
Il tema-tormentone dei film di Patrice Leconte (L'uomo del treno, Confidenze troppo intime) è l'incontro tra due persone apparentemente opposte in tutto. Il mio migliore amico, partendo da una considerazione amara approda all'ottimismo, mentre la direzione di Leconte si cancella elegantemente dietro situazioni e personaggi per lasciare a essi tutto lo spazio necessario.
Chi trova un amico trova un tesoro, si sa. E chi non riesce a trovarlo? Sono cavoli amari. Come scopre, a sue spese, il protagonista dell'arguta commedia di Patrice Leconte, Il mio miglior amico, uscito in Italia sorprendentemente con due settimane di anticipo sulla Francia. Che però non vale il suo precedente Confidenze troppo intime, scritto anche quello insieme con lo spiritoso Jérôme Tonnerre. Vai alla recensione »
Su Daniel Auteuil è facile essere d'accordo: un virtuoso della sfumatura, un mago dell'attimo fuggente. Sulla commedia in agrodolce alla francese i pareri sono, invece, discordi perché la miniatura tragicomica spesso vi convive con una certa approssimazione narrativa. Nel caso de Il mio migliore amico il super-attore nato ad Algeri prende decisamente in mano le redini del «plot» e, pur dando spazio [...] Vai alla recensione »
Non tutti ce l'hanno. Una persona da chiamare nel cuore della notte, uno che ti aiuta in caso di estrema necessità, senza domandare nulla in cambio. Il mio migliore amico, di Patrice Leconte, ci mette davanti uno specchio: noi, uno o una così, la conosciamo davvero? François, il protagonista, da questo giro è tagliato fuori. Non ama gli altri, li usa solo per i suoi affari (di mestiere fa il mercante [...] Vai alla recensione »
Un film come Il mio migliore amico suscita reazioni contrastanti: da una parte si apprezza ancora una volta quella leggerezza di tocco della quale il cinema francese ha ormai l'esclusiva, dall'altra si avverte il disagio dell'inconsistenza. Per dire che la trama ideata dal regista Patrice Leconte si regge su un pretesto alquanto fragile. Sfidato dalla socia Catherine a dimostrare di avere almeno [...] Vai alla recensione »
Se vale per i film quel che succede per i libri, l'uscita all'estero prima che in patria non è mai garanzia di qualità. Lo abbiamo imparato quando Milan Kundera, dopo i primi grandi romanzi cechi, e dopo "L'insostenibile leggerezza dell'essere" (esempio di mid-cult se mai ce n'è stato uno, già il titolo diceva tutto), ha cominciato a tradire la Francia, sua nuova patria e sua nuova lingua, facendo [...] Vai alla recensione »
Auteuil torna cuore d'inverno interpretando François, un mercante d'arte sospeso nel vuoto pneumatico degli affetti. Per sentirsi umano (e vincere una scommessa) prende lezioni di amicizia da un taxista (lo strepitoso Dany Boon) che prova a trasformarlo in un infallibile 3 S: simpatico, sorridente, sincero. L'impresa è ardua, perché François è un 3 l, imbranato, imbronciato, invadente.
Esse si imbellettano di passione, amore, malinconia, non per rappresentarli sul serio, ma perché donano al viso, e versano lacrime perché ciò rende più lucenti le pupille” (“Manuale del critico”, Adelphi, 2000, 115 pp, 7,23 euro). Il discorso vale anche per l’ultimo film di Patrice Leconte, Il mio migliore amico, che, malgrado tutte le imperfezioni, si lascia guardare con simpatia per i toni giocosi [...] Vai alla recensione »
Due collezionisti malamente assortiti: François è un mercante d'arte per il quale tutto ha un prezzo (anche l'anima, le lacrime, la simpatia, l'amicizia); Bruno è un tassista enciclopedico e socievole fino alla logorrea che colleziona figurine Panini dal 1958 al 1978. II caso intreccia le loro strade una volta di troppo e il secondo si lascia convincere dal primo a dargli lezioni di simpatia.
François è antiquario a Parigi, indaffaratissimo, sempre con molta gente attorno, in mezzo però neanche un amico, perché non ne ha il tempo. Una sera, comunque, a cena con dei colleghi, accetta la scommessa di riuscire a esibire, entro dieci giorni, non solo un amico ma quello che si usa definire «il miglior amico». Non se ne pente, ma non tarda a trovarsi in un vero e proprio imbarazzo perché, neanche [...] Vai alla recensione »
François Coste is a Paris antique dealer with a handsome gallery, an elegant apartment, a loyal business partner, a lover and a semi- estranged daughter. What he lacks — and what it turns out he needs most — is a friend. His personal relations are all organized around business or obligation, his manner is gracious but distant, and he finds himself, in middle age, lacking the kind of sustaining, easy [...] Vai alla recensione »
François (Daniel Auteuil, per la terza volta davanti alla macchina da presa di Leconte) è un mercante d'arte senza scrupoli. La sua agenda è piena di appuntamenti, ma a ben guardare tra le tante persone che deve incontrare non c'è neanche un amico. François non ha nessuno su cui contare, anche se lui sostiene il contrario. A farglielo notare è la sua socia (Julie Gayet) che in vena di provocazioni [...] Vai alla recensione »