Il cane giallo della Mongolia

Film 2005 | Drammatico, 93 min.

Titolo originaleDue Hohle des gelben Hundes
Anno2005
GenereDrammatico,
ProduzioneGermania
Durata93 minuti
Regia diByambasuren Davaa
AttoriBabbayar Batchuluun, Nansal Batchuluun, Buyandulam Daramdadi, Batchuluun Urjindorj .
Uscitavenerdì 28 aprile 2006
TagDa vedere 2005
DistribuzioneBim Distribuzione
MYmonetro 2,74 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Byambasuren Davaa. Un film Da vedere 2005 con Babbayar Batchuluun, Nansal Batchuluun, Buyandulam Daramdadi, Batchuluun Urjindorj. Titolo originale: Due Hohle des gelben Hundes. Genere Drammatico, - Germania, 2005, durata 93 minuti. Uscita cinema venerdì 28 aprile 2006 distribuito da Bim Distribuzione. - MYmonetro 2,74 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento mercoledì 6 dicembre 2017

Dopo il grande successo de La storia del cammello che piange, Byambasuren Davaa torna alla regia di un'altra storia toccante: una piccola nomade trova un cucciolo che si è perduto in Mongolia e decide di tenerlo malgrado il rifiuto dei genitori. In Italia al Box Office Il cane giallo della Mongolia ha incassato 177 mila euro .

Consigliato sì!
2,74/5
MYMOVIES 2,00
CRITICA 3,00
PUBBLICO 3,22
CONSIGLIATO SÌ
Sullo sfondo della Mongolia, la storia di una bambina e un cucciolo di cane.
Recensione di Rossella Farinotti
Recensione di Rossella Farinotti

Dopo il grande successo ottenuto con "La storia del cammello che piange", Byambasuren Davaa torna alla regia di un'altra vicenda toccante, raccontata con taglio documentaristico. Nansa è la figlia maggiore di una famiglia nomade della Mongolia. Un giorno trova un cagnolino e decide di tenerlo, contro il volere del padre. Quando giunge il momento di trasferirsi, l'animale diventa un impaccio, e il padre vorrebbe che Nansa se ne liberasse. Ma il cane riuscirà a conquistarsi l'affetto di tutti, con un vero atto di eroismo.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
venerdì 25 settembre 2009
fabrizio dividi

Nanook l'eschimese, girato nel 1922, rappresenta il primo tentativo, riuscito, di unire cinema a documentario e ancora oggi è possibile apprezzarne la vena realistico-poetica dettata dalla regia di Robert Flaherty che ci racconta la vita di una famiglia alle prese con il suo quotidiano. Un cinema "antropologico" che "Il cane giallo" riprende con finalità analoghe e con in più il colore e il gusto [...] Vai alla recensione »

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Alessandra Levantesi
La Stampa

Un uomo e una bimba, le cui silhouette alla luce del tramonto si stagliano fra terra e cielo, eseguono il triste rituale di dare sepoltura a un cane. «Papa, perché gli metti la coda sotto la testa?» chiede la piccola. «Così rinasce uomo con la treccia e non cane con la coda,. «Rinasce?» «Tutti muoiono, ma in realtà non muore nessuno» spiega il padre.

Roberto Escobar
Il Sole-24 Ore

Per ore la piccola Nansal (Batchuluun Nansal) ha cercato il suo Macchia. Rincorrendo chissà quali pensieri meravigliosi, il cucciolo s'è perduto nella steppa in mezzo a cui sta la iurta dei Batchuluun. Sul suo cavallo, lei ne ha corso il verde senza fine dell'erba. Poi, coraggiosa. è salita fin sull'orlo d'un precipizio. temendo che Macchia vi sia caduto.

Gian Luigi Rondi
Il Tempo

Ancora la Mongolia. Per iniziativa di quella regista mongola con studi in Germania, Byambasuren Davaa, che ci aveva già tanto convinti (e commossi) con la sua opera prima La storia del cammello che piange. Questa volta non siamo nel deserto dei Gobi, ma in una zona verde, tutta pascoli, dove sosta per l'estate una popolazione composta prevalentemente da nomadi.

Luigi Paini
Il Sole-24 Ore

Lontano lontano, oltre i monti e le infinite pianure, qualcuno ancora resiste. Il cane giallo della Mongolia, di Byambasuren Davaa, ci mostra un gruppo di alieni del XXI secolo, papà, mamma e bambini, vecchi e giovani ultimi testimoni dell'infanzia del mondo. Il vento che soffia perennemente, una tenda-abitazione isolata, una famiglia di nomadi con i suoi animali.

Fabio Ferzetti
Il Messaggero

Si può fare un documentario su una favola? Il cane giallo della Mongolia è qualcosa di molto simile: un film in cui tutto, ambienti, personaggi, gesti, animali, è autentico, ma il momento della verità coincide con qualcosa che è dell'ordine del mito. Una favola, appunto. La favola che la piccola Nansa sente raccontare alla vecchia nomade presso cui trova rifugio quando si perde negli sterminati paesaggi [...] Vai alla recensione »

Raffaella Giancristofaro
Film Tv

Una favola della tradizione mongola racconta che il padre di una bellissima ragazza che si ammalò improvvisamente, venne consigliato da un saggio di uccidere il cane giallo, custode del gregge, perché lo riteneva causa della malattia, In realtà la ragazza si era innamorata di un giovane, e, una volta allontanata la bestia (che poi scomparve nel nulla) potè amarlo.

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