I re e la regina

Film 2004 | Drammatico 150 min.

Regia di Arnaud Desplechin. Un film con Emmanuelle Devos, Mathieu Amalric, Catherine Deneuve, Maurice Garrel, Nathalie Boutefeu. Cast completo Titolo originale: Rois et Reine. Genere Drammatico - Francia, 2004, durata 150 minuti. Uscita cinema venerdì 19 maggio 2006 - MYmonetro 3,08 su 14 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento mercoledì 6 dicembre 2017

Due storie diverse ma legate: crude, comiche, malinconiche e dolorose. Due persone: Nora, una donna che si tuffa nei suoi ricordi che minacciano di assorbirla e Ismaël, un uomo rinchiuso eppure sempre proteso verso la libertà. In Italia al Box Office I re e la regina ha incassato nelle prime 2 settimane di programmazione 18 mila euro e 6,3 mila euro nel primo weekend.

Consigliato sì!
3,08/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA 3,29
PUBBLICO 2,94
CONSIGLIATO SÌ
Due vite parallele, due storie che si incontrano.
Recensione di Mattia Nicoletti
Recensione di Mattia Nicoletti

Strutturato come un'opera teatrale in due atti e un epilogo, il film si apre sulla musica di Moon River,sottofondo allo scorrere del traffico per le vie di Parigi, per introdurci i due personaggi, protagonisti di due storie parallele, apparentemente indipendenti. Nora, gallerista d'arte trentacinquenne, che vive con il padre malato e il figlio Elias, in attesa di sposarsi con un uomo che non ama ma le conferisce la certezza di un affetto; Ismael, folle suonatore di viola, che viene rinchiuso in un ospedale psichiatrico per i suoi presunti tentativi di suicidio.
Le loro strade non si incontrano, se non in un momento, quando le condizioni del padre di Nora si aggravano drammaticamente, per condividere ciò che avevano vissuto insieme per qualche anno.
Due film a confronto, due vite agli opposti, due modi di affrontare l'esistenza, due passati che conducono a dolorose scelte. Desplechin descrive le relazioni e e i rapporti familiari, nel loro percorso in bilico fra vita e morte, ragione e pazzia, e dichiara l'apparenza delle situazioni e le certezze, in un momento presenti, e nell'attimo dopo non più. La lettera d'odio del padre scrittore alla figlia Nora, per citare una delle scene chiave del film, è un drammatico risveglio da un sogno, un dolore lancinante, un evento catartico, che riporta irrimediabilmente alla realtà delle cose, terribili o meravigliose che siano.

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Frasi
"Il passato non è ciò che non esiste più, ma ciò che ci appartiene!"
Ismaël Vuillard (Mathieu Amalric)
dal film I re e la regina - a cura di Michele
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Fabio Ferzetti
Il Messaggero

Insieme al paradossale inno alla famiglia di Almodóvar, arriva come un controcanto il film di un francese dotatissimo e discontinuo fin dal folgorante debutto (La vie des morts , 1991). Noto finora solo a chi va per festival, Desplechin usa spesso attori formidabili come la morbida Devos e l'elettrico Amalric. Che in questo I re e la regina sono una giovane in procinto di sposarsi e un suo ex, ricoverato [...] Vai alla recensione »

Adriano De Carlo
Il Giornale

In Italia ogni nuovo Festival di Cannes fa uscire dai cassetti dei distributori i film di vecchie Mostre di Venezia. Infatti Cannes mette in moto quel che resta di passione per il cinema, oltre che per i divi. Però il Festival di Cannes si fa in maggio, quando il pubblico superstite (lo scorso fine settimana gli incassi sono nettamente calati rispetto al fine settimana precedente) è attratto caso mai [...] Vai alla recensione »

Gian Luigi Rondi
Il Tempo

Un confronto fra una donna (la «regina» del titolo) e i quattro uomini della sua vita (i «re». La donna, che si chiama Nora con le stesse luci e le stesse ombre dell'eroina ibseniana di «Casa di bambole», è seguita, per buona parte dell'azione, in primo piano: con un amante Pierre, da cui aspettava un bambino, Elias, nato dopo la sua morte; con un altro amante Ismaël, da cui però si è distratta presto; [...] Vai alla recensione »

Cristina Piccino
Il Manifesto

Nora Cotterelle ha un obiettivo molto preciso nella vita: sposarsi con un uomo devoto, che sappia assicurarle stabilità e che soprattutto sia molto ricco. Nora ha un figlio, Elias, cuore segreto e emozioni fragili, il padre è morto prima che lui nascesse e il ragazzino è cresciuto col nonno materno scrittore che adora. In realtà adorava anche Ismael il precedente uomo della mamma, trentacinque-quarantenne [...] Vai alla recensione »

Lietta Tornabuoni
La Stampa

Raccontare con lentezza (e con attenzione, profondità, sensibilità) potrebbe essere un motto del cinema europeo in contrasto con quello americano, ed è certo lo stile di due film, francese e russo, presentati in concorso: analisi di persone smarrite, non felici, con sogni indistinti e avvenire incerto, che rispecchia lo stato delle cose in Occidente.

Lietta Tornabuoni
La Stampa

Film-omaggio alla protagonista Emmanuelle Devos, radiosa e bella, e anche a Catherine Deneuve che recita in camice bianco un piccolo ruolo di psichiatra con la grazia e l'autorità elegante di sempre. La Devos è la regina del titolo, il personaggio centrale di donna importante, interessante, che sembra responsabile, ordinata, seria, ma è più fragile di quanto appaia.

Dario Zonta
L'Unità

Solo ieri invocavamo, per il Concorso, film che smuovessero le intelligenze, le emozioni, gli animi e che non fossero rigorosi artifici senza anima. Oggi siamo stati immediatamente esauditi con il film francese Rois et Reine di Arnaud Desplechin. Sì, un film francese. È di un autore (in questo caso il termine è piuttosto azzeccato) che in Italia non è conosciuto, tranne per quella stretta cerchia di [...] Vai alla recensione »

Fabio Ferzetti
Il Messaggero

Nel giorno della famiglia il film migliore, il più nuovo, il più sconcertante, l'unico che faccia piangere dal ridere e viceversa, porta la firma di un autore che ci tiene sulla corda dal lontano e folgorante debutto (La vie des morts, 1991), il francese Arnaud Desplechin, classe 1960. In Italia si è visto solo nei festival, in Francia continua a suscitare odi e amori con pari intensità, tenendosi [...] Vai alla recensione »

Carlo Antonelli
Rolling Stone

I re e la regina è un film magnifico su una generazione di bambinoni che mai raggiungeranno la maturità. Ovvero noi, trenta e quarantenni che qualcuno ha chiamato kidult, bambini-grandi, peterpan senza la pensione. In questo senso è forse qualcosa che non tutti potranno adorare. Peccato per loro. Esiste uno stadio dell'infanzia dove il bambino/a è sovrano/a.

Luca Barnabé
Ciak

Marnie (Tippi Hedren) e poi Sharon Stone in Casino e Gena Rowlands di Un'altra donna. Arnaud Desplechin aveva in testa questo tormentato tris di donne mentre ha scritto (con Roger Bohbot), e diretto, il personaggio femminile del suo I re e la regina, in concorso a Venezia nel 2004. «Creando Nora pensavo a tre donne terrorizzate dallo scoprire la propria vera personalità».

Aldo Fittante
Film TV

Ismael viene ricoverato per errore in un ospedale psichiatrico dal quale uscirà in uno stato pietoso. Nora affronta l'agonia del padre parallelamente al riaffiorare dei suoi ricordi. Entrambi, dunque, sono prigionieri di se stessi e delle loro esistenze forzatamente claustrofobiche e conventuali (Nora è rinchiusa nell'ospedale di Grenoble). Annientati dalla solitudine, assaliti dai fantasmi.

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