The One and Only

Sus e Andrea, giovani sposi, hanno un problema. Lui, italiano focoso e di stampo tradizionale, vuole un bambino. Lei, danese razionale, non pare altrettanto convinta, ma non vuole deludere il marito. Dopo alcuni tentativi andati a vuoto, consultano un medico specializzato in problemi di fecondazione. Anche Niller e Lizzie hanno un problema. Non possono avere figli, così decidono di adottarne uno. Lei è ansiosa, decisionista e con la smania di controllo. Lui non esplicita i suoi sentimenti e subisce la moglie in maniera passiva.
Con i suoi 900.000 spettatori, The One and Only è tra i cinque film più visti nella storia del cinema danese. Un lungometraggio che ha contribuito all'affermazione commerciale di una regista già nota in patria, ma ancora pressoché sconosciuta all'estero, dove avrebbe ben presto raggiunto il successo con film più impegnati. Sul finire degli anni Novanta Susanne Bier, la regista premiata con l'Oscar nel 2011 per il film In un mondo migliore, è ancora alle prese con le sperimentazioni di genere. Dopo un thriller, si cimenta con questa commedia sentimentale che non ha quasi nulla da invidiare ai modelli statunitensi, se non gli attori di grido. In ogni caso, questo corale cast danese se la cava bene e dà buona prova di sé alle prese con siparietti da matrimoni male assortiti e conseguenti sfoghi amicali.
Niente di originale, dunque, nessuna concessione alla fredda ed elegante estetica danese. La regista preferisce l'usato - americano - sicuro e il successo commerciale bussa alle sue porte. Dalla sua ci sono dialoghi e battute a volte brillanti e una storia che intrattiene gradevolmente, trattando temi profondi, come la genitorialità, i problemi di coppia e il classico colpo di fulmine, con leggerezza. Questi ingredienti, però, non bastano a comporre una commedia pienamente riuscita. Sarebbe necessario uno scarto dal già visto, una trovata originale, uno slancio e una verve ironica che The One and Only non ha. Il suo difetto peggiore è una caratterizzazione eccessivamente stereotipata dei personaggi principali, con il marito succube, l'amica ninfomane e soprattutto la macchietta dell'italiano latin lover traditore, tutto fuoco e tradizioni da cocco di mamma, a dir poco superata. Per non parlare del fatto che, nella versione in lingua originale, il personaggio di Andrea usa un intercalare italiano con un perfetto accento danese, francamente inverosimile. Infine, di fronte alle complicazioni anche tragiche dell'intreccio sentimentale, la soluzione romantica che appiana ogni male giunge in maniera troppo frettolosa, per quanto ampiamente prevista, risultando forzata e poco credibile. 

Rimasta finalmente incinta, Sus scopre che il marito la tradisce. Arrabbiata e delusa, decide di cacciarlo di casa. Proprio quando i due si stanno separando, gli viene consegnata la nuova cucina. Con essa, fa il suo ingresso nella casa, e nella vita di Sus, Niller, un installatore di cucine che sta per diventare padre adottivo di una bambina del Burkina Faso. I due si piaceranno subito ma la loro storia d'amore dovrà reggere ad una serie infinita di ostacoli.