In un mondo migliore

Film 2010 | Drammatico, 113 min.

Regia di Susanne Bier. Un film Da vedere 2010 con Mikael Persbrandt, Trine Dyrholm, Ulrich Thomsen, Markus Rygaard, William Jøhnk Nielsen. Cast completo Titolo originale: Hævnen. Genere Drammatico, - Danimarca, Svezia, 2010, durata 113 minuti. Uscita cinema venerdì 10 dicembre 2010 distribuito da Teodora Film. - MYmonetro 2,97 su 12 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento martedì 13 gennaio 2015

Un'amicizia tra due adolescenti si trasforma in una pericolosa alleanza e in un inseguimento che mette in pericolo le loro stesse vite. Ha vinto un premio ai Premi Oscar, Il film ha ottenuto 1 candidatura ai Nastri d'Argento, 1 candidatura a David di Donatello, ha vinto un premio ai Golden Globes, Il film è stato premiato a Roma Film Festival, 4 candidature e vinto un premio ai European Film Awards, In Italia al Box Office In un mondo migliore ha incassato 583 mila euro .

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Consigliato sì!
2,97/5
MYMOVIES 2,50
CRITICA 3,00
PUBBLICO 3,40
CONSIGLIATO SÌ
Un finale buonista per una pellicola validamente nera.
Recensione di Luca Marra
domenica 31 ottobre 2010
Recensione di Luca Marra
domenica 31 ottobre 2010

Christian non ride e non perdona mai. Rimasto orfano si trasferisce in Danimarca con il padre, nella nuova scuola incontra Elias, timido, pestato dai bulli d'ordinanza, genitori perfetti sul lavoro e meno nella coppia. I due scolaretti cominceranno insieme un cammino verso il male sotto gli occhi impotenti dei pur coscienziosi genitori.
Candidato danese per la corsa agli Oscar 2011, In un mondo migliore è l'ultimo film di Susanne Bier, una delle registe scandinave più famose. Come in Dopo Il Matrimonio, la Bier imposta un racconto spola tra famiglia e diverse realtà: povertà e ricchezza.
In un mondo migliore quindi è un viaggio a colpi di montaggio alternato tra l'Africa dei medici da campo e la Danimarca opulenta dei borghesi. Allieva di Lars Von Trier, la regista ha qualche lascito del dogma: le zoomate improvvise nei momenti cruciali, ma più che forma porta in dote quel contenuto raggelante e intenso, bollino di qualità dei film danesi.
"C'è del marcio in Danimarca" e ovunque. Non esiste primo o terzo mondo: con una regia di minimalismo deciso l'autrice danese evita i sociologismi e suggerisce, con tensione costante e perfetta, che la violenza nasce in qualsiasi luogo e condizione sociale, non c'è contesto o spiegazione socioculturale che tenga. La civiltà e il progresso sociale sono bei vestiti da indossare ma si rovinano quando c'è lutto, morte, sofferenza: tre bestie divoratrici dell'evoluzione simbolo del Nord Europa. I genitori, vessilli della buona educazione, sono la parte più debole e soccombono all'ira dei figli che non riescono pure sforzandosi a guidare, perché l'istinto ha una marcia in più, come le interpretazioni degli adulti di questo film: Mikael Persbrandt, Trine Dyrholm e Ulrich Thomsen, entrambi già visti nel capolavoro Festen.
In questo gioco al massacro dei buoni sentimenti, in questa cattiveria malcelata sembra di essere davanti a un grande film. Ma anche i vetri più robusti hanno il proprio punto debole e il martello distruttore è un finale così buonista e urticante che non giustifica una pellicola così validamente nera.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
lunedì 6 dicembre 2010
Stefano Pariani

Dopo la parentesi americana di "Noi due sconosciuti", la danese Susanne Bier torna in patria con una nuova, intensa storia: al centro della pellicola il tema dei conflitti. Il racconto si svolge, con continui rimandi di montaggio, in una cittadina benestante della Danimarca, osservata nella sua quotidianità, e nell'Africa degli ospedali da campo. [...] Vai alla recensione »

domenica 23 gennaio 2011
Writer58

-Allora, ti è piaciuto? - Un film bellissimo. E a te? -Insomma, un buon film, ma non mi è parso straordinario - Sembra che ci siamo scambiati i ruoli - Vuoi dire che esco osannando tutti i film che ho visto? Non ti sembra, piuttosto, che il finale del film sia un po' consolatorio? - Forse.. scusa, adesso devo pagare il parcheggio.

domenica 24 febbraio 2013
Ashtray_Bliss

Nonostante il titolo originale sia semplicemente Haevnen, che significa vendetta in lingua danese, (e da non confondersi con la simile parola inglese heaven di tutt'altro significato) Il titolo della verione internazionale In a Better World, e di conseguenza quello della versione italiana In Un Mondo Migliore, funziona paradossalmente, perche' guardando questo film ci si accorge e ci si convince [...] Vai alla recensione »

domenica 28 giugno 2015
sergio dal maso

Ci vuole molto coraggio per affrontare nello stesso film, in modo diretto e con intenti pedagogici, tematiche complesse e spinose come il disagio esistenziale degli adolescenti, l’incomunicabilità nel rapporto genitori-figli, il valore educativo del perdono e l’inutilità della vendetta. Molto coraggio e una grande sensibilità.

giovedì 23 dicembre 2010
magra

Film coinvolgente che permette allo-a spettatore di vivere in modo intenso un tema così complesso e al tempo stesso spigoloso come "la pace e la violenza". La violenza e la pace i due opposti, che fin tanto che rimangono tali, non possono che generare ulteriore violenza. Il momento cardine del film è a mio avviso l'uccisone del capo della banda africana da parte dei suoi [...] Vai alla recensione »

lunedì 17 gennaio 2011
Gianluca.dm

Mi piace azzardare che questo film della Bier debba qualcosa a Bergman (più per i paesaggi e certi colori mattutini dove la brina si adagia sui prati e sulle anime), Kieslowski (per i dilemmi morali cui lo spettatore si trova dinnanzi) e Kubrick (un'Arancia meccanica ormai talmente matura che siamo costretti a raccoglierne i frutti deteriorati). Anche se il tutto con le dovute proporzioni, l'opera [...] Vai alla recensione »

sabato 22 gennaio 2011
algernon

Si, il titolo originale Hævnen, Vendetta, mi pare, come già altri hanno notato, la migliore chiave interpretativa. Il film è una sapiente indagine sui rapporti fra sopraffazione e vendetta, come una naturale ed automatica concatenazione di azione e reazione. "In un mondo migliore", che poi è il titolo con cui il film è stato distribuito in quasi tutto [...] Vai alla recensione »

venerdì 7 gennaio 2011
Toro Sgualcito

Prima di tutto un grazie alla Teodora Film che con coraggio e passione lo ha distribuito in Italia. In un mondo migliore è un film emotivamente muscolare con una storia apparentemente lineare. Il fatto è che qui il concetto di protagonista viene spaccato e fatto aderire ai cinque personaggi principali (tre adulti e due bambini). Questo è il notevole effetto di una sceneggiatura e una regia molto sapienti. [...] Vai alla recensione »

martedì 4 gennaio 2011
pepito1948

Il titolo originale è HAEVNEN, Vendetta,  che richiama il suo presupposto, cioè la violenza. Un disvalore che sembra aver invaso qualsiasi società, anche la più apparentemente avanzata e progressista dell'Occidente come quella nordeuropea (l'azione si svolge in Danimarca), e che, al di là delle forme e dei contesti, non è poi così lontana [...] Vai alla recensione »

domenica 13 marzo 2011
laulilla

La regista Susanne Bier ha diretto un film molto interessante in cui molti temi si affiancano. Stando al titolo italiano (ma perché mai i titoli italiani dei film sono sempre così irritanti?) il tema centrale si direbbe essere la possibilità di un mondo all'insegna della solidarietà e della non violenza, per il quale è necessaria una profonda rigenerazione morale [...] Vai alla recensione »

martedì 9 novembre 2010
www.cine-amando.blogspot.com

Elias (Markus Rygaard) è un ragazzino fragile ed introverso, a scuola lo prendono in giro e soffre per la separazione dei genitori. Christian (Wiliam Johnk Nielsen), invece, ha reagito al dolore per la perdita della madre malata di cancro con rabbia, è in collera con il padre e furioso con il mondo. Diventeranno amici e si troveranno a dover compiere delle scelte che metteranno a rapentaglio [...] Vai alla recensione »

martedì 24 febbraio 2015
angelo umana

 Love is all you need è un altro film della regista Susanne Bier, più recente di questo Haevnen (Vendetta o In un mondo migliore) del 2010, Oscar come miglior film straniero. Tutto ciò di cui abbisognamo è l’amore, la pace, la fratellanza, porgere magari l’altra guancia perché la violenza chiama altra violenza.

lunedì 2 settembre 2013
Lisa Casotti

In un mondo migliore il perdono vince sulla vendetta (Heavnen, uguale vendetta, è infatti il titolo originale danese – che appare non a caso a inizio e a fine pellicola, come a sottolineare il concetto – adattato per la distribuzione e forse per ansia di saltare alle conclusioni in “un mondo migliore”): questo sembra suggerire l’epilogo un po’ semplicistico [...] Vai alla recensione »

domenica 13 marzo 2011
angelialcinema

Dalla Danimarca così civile, nordica, ma a volte anche intollerante e scorbutica arriva il film che ha vinto l’Oscar come miglior film straniero lo scorso febbraio e dimostra ancora una volta come gli “stranieri” sappiano creare migliori storie di Hollywood, forse meno originali e meno al limite ma sicuramente più vicina alla realtà di tutti i giorni.

domenica 9 gennaio 2011
olgadik

Il mondo migliore è quello che s’intravede nel finale del film, a mio parere la parte più debole di un lavoro bello e coraggioso. L’autrice dichiara che il lieto fine è stato una specie di debito pagato al pubblico, bisognoso di qualche luce di speranza in tempi piuttosto difficili. Certo, questa preoccupazione è lecita in chi vuol realizzare film etici, di approfondi [...] Vai alla recensione »

venerdì 16 agosto 2013
Filippo Catani

Danimarca. Due bambini con difficoltà simili finiscono per fare amicizia. Uno è timido e introverso e sta soffrendo terribilmente per la separazione dei due genitori. Come se non bastasse il ragazzo è costantemente preso di mira da una banda di bulletti della scuola e il padre è spesso in Africa dove svolge la professione di medico.

mercoledì 29 febbraio 2012
Dario85

 Il film della regista danese Susanne Bier ha il merito di sottolineare agli occhi dello spettatore alcuni elementi non marginali delle nostre società “occidentali“: il difficile rapporto tre i genitori e i figli; la presenza anche tra gli adolescenti di forme di sadismo e di perversione; il rapporto non sempre improntato alla autenticità tra studenti e corpo insegnante. [...] Vai alla recensione »

lunedì 26 settembre 2011
simon

la sensibilità di un ragazzo ferito, non solo nel fisico, dai bulli della scuola, incontra la fredda e determinata voglia di vendetta di un suo nuovo compagno, che ancora non è riuscito ad elaborare il lutto per la perdita della madre. Sembra l'inizio di un film con finale inevitabilmente tragico, ed invece alla fine tutto si risolve e trionfa il perdono.

mercoledì 6 luglio 2011
gabriella

Come sosteneva Anton Cechov "L'arte non tollera la menzogna, perchè l'unico servizio che uno scrittore ( e io aggiungo regista),può rendere all'uomo  è aiutarlo ad aprire gli occhi sulla realtà, poichè l'uomo diventerà migliore quando gli avremo mostrato com'è". Personalmente trovo che il film di Susanne Bier non [...] Vai alla recensione »

sabato 12 febbraio 2011
lukemisonofattotuopadre

Il film finisce bene, dopo aver minacciato lo spettatore con un non specificato disastro, e quindi non può che lasciar sottinteso che di strada bisognerà farla, perché Stefan si lasci dietro tutto il suo dolore. C'è il sapore di pericolo scampato, ma sempre in agguato - altro che buonismo! La regia propone delle scene molto valide, come quella piena di tensione, lenta e logorante, col buzzurro gretto [...] Vai alla recensione »

martedì 2 giugno 2015
stefano capasso

Alla morte della madre Christian si trasferisce in Danimarca per continuare gli studi. Nella nuova scuola incontra Elias col quale svilupperà presto un amicizia. Sono due adolescenti molto diversi. Duro e determinato il primo, timido e pauroso il secondo. Anche Elias sta affrontando un periodo difficile vista l’imminente separazione dei genitori.

sabato 23 aprile 2011
Luanaa

Film sicuramente ddascalico ma anche racconto agganciato a realtà verosimili. A mio parere la regista vuole comunicarci come la vita sia di fondo un problema morale e zeppo di assilli morali.In primo luogo se lamentiamo l'ingiustizia della vita, quando la giustizia è un concetto dell'uomo e non della vita, dove per esempio non si sceglie quando e come morire.

venerdì 8 aprile 2011
STIZZO

Film biografico e introspettivo. La storia di due famiglie che vivono un dramma comune in un palcoscenico che si divide tra le praterie dell'Africa sahariana e il paesaggio sereno e misterioso dei fiordi scandinavi. Al centro di tutto questo due ragazzini molto particolari colpiti dai problemi familiari: la tragedia della perdita della madre e il divorzio.

sabato 19 febbraio 2011
epiere

La Bier ci sa fare:è capace di appassionarti anche per una storia non del tutto originale ,ma comunque non priva di qualche buono spunto,come la figura del padre che non esita a farsi prendere a schiaffi pur di tener fede alle sue convinzioni e di mostrare al figlio la forza della non violenza.Ottimi gli attori e buona vitalità di un cinema scandinavo non nuovo a prove convincenti [...] Vai alla recensione »

giovedì 20 gennaio 2011
Zoom e Controzoom

film molto intenso che tiene in equilibrio tecnica e contenuto. Il fimale che è il punto più criticato è un finale che sta in equilibrio perchè non eccede per cui tra le scelte che potevano essere fatte del tipo tragico e ancora più enfatico, questo finale consente di focalizzare l'attenzione sulla tematica della ricerca della correnza quando si fanno delle [...] Vai alla recensione »

venerdì 31 dicembre 2010
Massimiliano Morelli

In un mondo migliore Film a due velocità, come quei vecchi mangianastri dell’età del boom. E a due temperature, che scorrono parallele con i cambi di fondale che rimpallano dicotomici tra il mare del Nord danese e l’oceano di sabbia sahariana. E come tutti i racconti che mostrano due facce, probabilmente non ha spazio per svilupparne appieno nessuna.

domenica 2 gennaio 2011
Maurizio C

Susanne Bier è ancora una volta efficace, disincantata nel suo modo cartesiano di delineare nitidamente vizi e virtù (in particolari i primi...) della società. Il suo racconto è del tutto privo di retorica, enfasi, contaminazioni altre dal sentire umano. Non c'è alcuna consolazione religiosa, tutto si gioca nei rapporti fra uomini e donne, [...] Vai alla recensione »

martedì 8 marzo 2011
pattie

 Ben fatto.Offre molti spunti di riflessione. Così, a caldo, direi che molte sono le cose che mi hanno colpito: prima fra tutte l fatto che il dottore, il più convinto pacifista e filantropo, quello che non aveva ceduto neppure davanti agli insulti e alle percosse di quel bruto, quello che accetta di curare il più feroce degli assassini, ha un cedimento quando a colpirlo [...] Vai alla recensione »

martedì 14 dicembre 2010
CAFFENEROBOLLENTE

La regista di questo film non la conoscevo.Ma questo film con una sceneggiatura non scontata e ricca di emozioni cattura lo spettatore.inoltre c'e' un ottima fotografia.ve lo consiglio ne riamrrete catturati.ottimi attori.

giovedì 16 dicembre 2010
Panoramix

Film da non perdere, sfortunatamente non accessibile a tutti essendo distribuito in poche sale, si trattano argomenti molto caldi, come quello padre figlio, visione e percezione della morte , analisi della società...il tutto narrato con grande maestria sia dal punto di vista narrativo che registico. assolutamente da vedere!

martedì 28 dicembre 2010
chira

FILM AVVINCENTE, DI FORTE TENSIONE, RACCONTA REALTA'DIVERSE COME COLLOCAZIONE GEOGRAFICA MA UGUALMENTE DRAMMATICHE. IL CINISMO, LA VIOLENZA, LA CRUDELTA'SONO PRESENTI DOVE VIVE L'UOMO:IN AFRICA O IN DANIMARCA,IN UN MONDO TRIBALE O NELLA CIVILTA' AVANZATA. ACCANTO A GRANDI SOFFERENZE ,SPUNTANO PERSONAGGI POSITIVI ,PENTIMENTI, SENTIMENTI DI UMANITA' E SOLIDARIETA'.

giovedì 16 giugno 2011
ipno74

Fare una recensione a questo film non è facile in quanto gli argomenti sono diversi; dalla violenza usata per vendetta, alle corna, all'amicizia tra ragazzini, agli insegnati che dopo anni non capiscono come sono i ragazzi, insomma ce ne sono davvero tanti. Comunque il film scorre bene, sin dall'inizio la drammaticità della violenza in africa si sente.

martedì 1 marzo 2011
Vipera Gentile

Mi è piaciuto molto perchè si sofferma su temi importanti come il bullismo e la guerra. Molto bella la figura del padre di uno di loro che è medico e trascorre lunghi periodi in Africa; la sua umanità non si limita a curare le ferite fisiche dei suoi pazienti, ma anche quelle psicologiche del figlio e del suo amico; soprattutto quest’ultimo sfoga la sua rabbia e la sua frustrazione con atti violenti [...] Vai alla recensione »

lunedì 2 gennaio 2012
xquadro

Fino a che punto è giusto rispettare le regole, se si ritiene di incoraggiare con questo atteggiamento il perpetrarsi di un'ingiustizia? E' l'interrogativo attorno al quale ruota il film di Susanne Bier, brava e ambiziosa regista danese che con questa opera si è imposta all'attenzione della critica mantenendo alto l'interesse per il cinema danese dopo l'exploit - ormai un po' datato - della scuola [...] Vai alla recensione »

venerdì 18 novembre 2011
Nigel Mansell

La violenza che non puoi cancellare, anche nelle società apparentemente perfette come quelle del nord europa: e i tragici fatti accaduti quest'anno in Norvegia lo testimoniano. Il confronto con una patinata Dannimarca ed un'essenziale villaggio africano: nessuno dei due è riuscito ad eliminare la violenza. Ottima fotografia e tensione che viene mantenuta viva per tutto [...] Vai alla recensione »

martedì 11 ottobre 2011
Lars_42

Un film davvero toccante, la scelta del cast è molto azzeccata e la regia regala dei magnifici scorci della Danimarca. Forse la trama risulta un po' lineare, ma il film rimane comunque ben fatto e con un'attenzione minuziosa alla psicologia dei personaggi e ai dialoghi. Ne consiglio assolutamente la visione, anche se forse è meglio tenere a portata di mano qualche fazzoletto per i momenti più drammatici [...] Vai alla recensione »

lunedì 22 agosto 2011
Valeriana

Quale il limite alla violenza? Il perdono, anche se talvolta bisogna che le cose vadano come...vogliono andare. Scena fondamentale nel campo africano! L'istinto della violenza è connaturato agli esseri viventi se non altro per la propria conservazione. A che cosa serve la "civiltà"? A regolarlo, ma non sempre ci riesce. E non basta il buon esempio del comportamento dei genitori per educare i figli [...] Vai alla recensione »

sabato 9 luglio 2011
misesjunior

Il film è buono finché si tratta di una ricerca, che in quanto tale va contro gli stereotipi buonisti del "politically correct". Il finale è un anestetico, per farci dimenticare che siamo dotati della facoltà del pensiero

sabato 14 maggio 2011
il ciadiano

Colgo un aspetto non sottolineato dalle altre recensioni: il rapporto padre/figlio. Mi sembra che sia un tema importante trattato dalla regista, anzi il fondamentale. Il film ci fa comprendere che proprio dall'inadeguatezza di questo rapporto nasce la violenza. E' questo rapporto che riesce ad inserire quella "razionalità" capace di superare la vendetta, violenza contrapposta [...] Vai alla recensione »

domenica 3 aprile 2011
astromelia

...i suoi film sono carichi di pathos sociale,ogni pellicola è un film da archivio personale , da rivedere,scava con mano sapiente tra le pieghe di una società multietnica dove le tematiche esistenziali sono analizzate con precisione certosina,questo film ne è la conferma se ancora esistevano dubbi.......

domenica 6 marzo 2011
Murenetta

sabato 14 aprile 2012
Q.S.B

Vero, il finale conciliante stride... ma la durezza di ciò che il film racconta resta incisa nell'animo dello spettatore, un esempio su tutti, il linciaggio, scena non certo consolatoria. Forse un finale tragicamente reale non sarebbe servito a nessuno. 

giovedì 8 settembre 2011
ultimoboyscout

Probabilmente ne l'uno ne l'altro alla fine. Appena finito di vederlo avrei detto boiata, anzi per dirla alla maniera del ragioniere più famoso e sfigato d'Italia avrei trionfalmente sentenziato "In un mondo migliore è un acagata pazzesca!". Poi però per una volta ci  ho riflettuto (l'ho visto parecchi giorni fa ormai) e se un film fa riflettere [...] Vai alla recensione »

giovedì 11 agosto 2011
Frase

Lasciamo stare il cattivismo che pretende di essere migliore del buonismo. Perché Mymovies ha messo in prima posizione questa recensione? Comunque: a me è evidente che tutti i drammi descritti nel film derivano da usi diversi del linguaggio e dalla carica emotiva attribuita dalle persone a parole e a segni. Una questione irrisolta nel film è che cosa accade al tizio dell'auto [...] Vai alla recensione »

domenica 9 gennaio 2011
Omero Sala

Frasi
Anton: "Io credo che ci sia una specie di velo tra le persone e la morte. A volte succede che questo velo si tolga all'improvviso, quando si perde una persona amata, una persona che ci è stata vicina. E così vediamo la morte... per un attimo la vediamo chiaramente. Poi questo velo si rimette in posizione e torna tutto a posto, riprendiamo a vivere"
Elias: "Tu credi?"
Dialogo tra Anton (Mikael Persbrandt) - Elias (Markus Rygaard)
dal film In un mondo migliore - a cura di Rosaria
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Michele Anselmi
Il Riformista

La vendetta è un classico al cinema: adoriamo vedere qualcuno che si prende la rivincita su chi l'ha fatto soffrire. Susanne Bier affronta di petto il tema, ma lo fa alla sua maniera, rovesciando in dilemma morale il racconto sull'uso della violenza, suggerendo - per questo c'è chi ha parlato di colpi sotto la cintura - che le cose cambiano rispetto ai luoghi in cui avvengono e non puoi farci niente. [...] Vai alla recensione »

Fabio Ferzetti
Il Messaggero

Che cos'è, oggi, un buon padre? Non è una domanda da predica della domenica. È il cardine di ogni possibile discorso sul futuro delle nostre società. Quali che siano le nostre convinzioni religiose o morali. Che cosa deve fare (o non fare) dunque un padre per essere all'altezza del ruolo più in crisi d'Occidente? Nel nuovo film di Susanne Bier, In un mondo migliore, un buon padre è quello che porge [...] Vai alla recensione »

Cristina Piccino
Il Manifesto

Due ragazzini, due famiglie "a pezzi": il primo, Christian, ha perduto la mamma uccisa dal cancro. Il secondo, Elias, non accetta la decisione di divorziare dei suoi genitori. Odia la madre perché ha allontanato il padre, medico in un campo profughi nel Sudan devastato dalle guerre civili. La donna non riesce a perdonargli un tradimento. Anche Christian odia il padre perché è ancora vivo, accusandolo [...] Vai alla recensione »

Dario Zonta
L'Unità

L'ultimo film della regista danese Susanne Bier, In un mondo migliore, non è passato inosservato, come tante altre cose, all'ultimo Festival di Roma, dove era selezionato in concorso. Di questo film, infatti, a Roma se ne è accorto il pubblico, aggiudicandogli il suo premio e anche la giuria che gli ha assegnato il suo Gran Premio. Il film proveniva da altra anteprima e da altro orizzonte, il Toronto [...] Vai alla recensione »

Roberto Nepoti
La Repubblica

Da tempo non si vedeva sullo schermo un eroe buono e giusto con una storia a lieto fine. In un mondo migliore della geniale Susanne Bier è la proposta all' Oscar della Danimarca. I temi: il mondo chiuso e separato degli adolescenti e il relativo, inutile, affanno dei genitori per capirli; la violenza insita nella natura umana, soprattutto maschile; e l' etica che cambia a seconda dei luoghi di oppressione. [...] Vai alla recensione »

Paola Casella
Europa

Susanne Bier ha sempre messo al centro delle sue storie sentimenti forti, primordiali, e rapporti familiari animati da passioni violente per la loro intensità non edulcorata. Con Non desiderare la donna d'altri aveva dipinto un triangolo che vedeva due fratelli contendersi l'amore della moglie di uno dei due (e Hollywood prontamente ne aveva girato un remake meno originale); con Dopo il matrimonio, [...] Vai alla recensione »

Maurizio Cabona
Il Giornale

Fosse coerente con la trama, il finale di In un mondo migliore opterebbe per il cattivismo innato dello sceneggiatore, Anders Thomas Jensen (regista de Le mele di Adamo). Invece…Due liceali (William Johnk Nielsen e Markus Rygaard) insegnano l'umiltà a un compagno e a un adulto in una Danimarca dove «svedese» è un insulto: tutto il mondo è paese. Sullo sfondo, genitori nulli, specie i personaggi di [...] Vai alla recensione »

Lietta Tornabuoni
La Stampa

Diventano amici due ragazzini, uno mite vittima di compagni di scuola violenti e sopraffattori, l'altro reso malvagio dalla morte della madre e capace di farsi rispettare opponendo brutalità a brutalità. Il padre di uno di loro è medico in un campo profughi d'Africa, dove è costretto ad assistere al peggio: gli arrivano in ambulatorio giovani donne incinte sventrate, il capo nero ha scommesso sul sesso [...] Vai alla recensione »

Silvio Danese
Quotidiano Nazionale

Nel migliore del titolo, prevaricazione e linciaggio, oltraggio e rappresaglia, alle radici della natura umana, chiudono bottega per saggezza dei colti, che spengono il circolo vizioso. Il cuore del cristianesimo filtrato nella laicità borghese, alla prova di un apologo che fa pensare al cinema di Kieslowski, ma non lo raggiunge. Tra il dodicenne Elias, orfano di madre, ricco, musone offeso, e il coetaneo [...] Vai alla recensione »

Valerio Caprara
Il Mattino

Vietato parlare di originalità, ma ben vengano nuove storie incentrate sullo sguardo dei bambini; il quale, com'è noto, non è ingenuo né tollerante bensì complesso ed esigente, se non addirittura spietato nei confronti dei comportamenti degli adulti. «In un mondo migliore», in effetti, è uno di quei film d'autore sponsorizzati d'ufficio dalla critica, ma congeniali anche ai gusti degli spettatori giovani [...] Vai alla recensione »

Boris Sollazzo
Liberazione

Susanne Bier, non lo mettiamo in dubbio, è forse il talento nordeuropeo più interessante degli ultimi anni. Donna acuta, dalla buona sensibilità estetica, è riuscita in poco tempo a sfondare persino i muri del cinema statunitense, regalando un'ottima e sottovalutata performance attoriale a Halle Berry in Noi due sconosciuti. Ora torna nel film In un mondo migliore e risulta ormai chiara e soffocante [...] Vai alla recensione »

NEWS
GALLERY
martedì 7 dicembre 2010
Luca Volpe

Il dottor Anton (Mikael Persbrandt), che opera in un campo profughi in Sudan, torna a casa nella monotona tranquillità di una cittadina della provincia danese. Qui si incrociano le vite di due famiglie e sboccia una straordinaria e rischiosa amicizia [...]

winner
miglior film straniero
Premio Oscar
2011
winner
miglior film straniero
Golden Globes
2011
winner
gran premio della giuria
Roma Film Festival
2010
winner
miglior film votato dal pubblico
Roma Film Festival
2010
winner
miglior regista europeo
European Film Awards
2011
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