"Shining": la luccicanza, un film che mette di fronte la positiva razionalità infantile alla pericolosa irrazionalità che si sviluppa nell'età adulta. Pericolosa, perchè avanza come una malattia incurabile, un tarlo inarrestabile che si ciba della nostra mente, annientando ogni residuo di lucidità, annebbiando ogni frammento di umanità.
Forse negli anni '80 si sentiva il bisogno di intraprendere questo viaggio infernale, Dantesco, forse c'era una necessità impellente di sondare i meandri del Male, di conoscere questa oscura potenza che si annida nel profondo della mente umana... Lo aveva fatto Coppola in "Apocalypse now", e adesso toccava a Kubrick.
"Shining" è un film strepitoso, 120' che ti incollano allo schermo, immagini inquietanti che vanno al di là dello spazio e del tempo, un uso magistrale della steadycam, con quelle escursioni del bambino a bordo del triciclo per i corridoi dell'Overlook Hotel che ormai sono Storia del Cinema.
"Shining" non è un semplice Horror, poichè Kubrick ci introduce in un genere che nessun altro regista riuscirà ad elevare a questi livelli: il Thriller psicologico. Jack Torrance (Nicholson) è l'intellettuale che si trova a dover combattere una battaglia già persa in partenza, perchè l'avversario è il più temibile e invulnerabile di tutti: il Male. A niente serve il lume dell'intelligenza, contro le profonde debolezze che ci veicolano verso uno stato di inesorabile follia. Forse Torrance è proprio Kubrick, un pensatore ormai cosciente di essere entrato in una fase di irrazionalità cronica, naturale condizione dell'essere adulti. Ed è come se Kubrick volesse guidare anche noi verso questa consapevolezza, nel proporci come scena finale la fotografia in bianco e nero, datata 1921, di Torrance insieme agli altri invitati alla festa dell'Overlook Hotel.
Non dimentichiamo poi che per narrare tutto ciò sono state operate delle scelte registiche sublimi: quelle panoramiche, che tanto ci ricordano le esplorazioni paesaggistiche, molto sperimentali, di "2001, Odissea nello Spazio", quelle carrellate infinite, così straordinariamente orchestrate per turbarci nel nostro intimo... Inutile perdere tempo nell'esprimere giudizi, perchè è fin troppo chiaro che ci troviamo di fronte a un capolavoro. Il genio "irrazionale" di Kubrick ha colpito ancora.
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silvia
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venerdì 16 marzo 2007
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hitchcock
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Hitchcock introduce il thriller psicologico...per il resto sono d'accordo con ciò che hai scritto
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simone tognarelli
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lunedì 19 marzo 2007
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re: hitchcock
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Hai perfettamente ragione,Silvia,però forse mi sono spiegato male,perchè non volevo dire che è stato Kubrick ad inventare il genere del thriller psicologico,ma che lo ha affrontato in un modo molto differente rispetto ad altri registi(vedi Hitchcock)
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sickboy
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martedì 17 giugno 2008
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x simone tognarelli
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Perfettamente d'accordo con la tua recensione. E aggiungerei che la cosa più incredibile è lo sdegno e il rifiuto espresso da King per questo capolavoro! Sic!!!
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ludwig
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domenica 19 luglio 2009
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re: x simone tognarelli
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Sì ma basta con questa storia del rifiuto e dello sdegno di Stephen King! Abbiamo capito che Stephen King, per ragioni insondabili, non ti sta simpatico, ma prima di tutto non ha mai detto che il film è orrendo, e in secondo luogo la storia l'ha scritta lui quindi mi sembra che abbia tutto il diritto di dire che la trasposizione cinematografica non gli piace. Quando uno scrittore da vita a un romanzo immagina personaggi, atmosfera, eventi e ambientazione in un certo modo, che evidentemente in questo caso è stato reso in maniera diversa, e in effetti lo shining (orrendamente tradotto in italiano con "luccicanza"), che occupa una parte di rilievo nel libro, nel film è decisamente lasciato in secondo piano.
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Sì ma basta con questa storia del rifiuto e dello sdegno di Stephen King! Abbiamo capito che Stephen King, per ragioni insondabili, non ti sta simpatico, ma prima di tutto non ha mai detto che il film è orrendo, e in secondo luogo la storia l'ha scritta lui quindi mi sembra che abbia tutto il diritto di dire che la trasposizione cinematografica non gli piace. Quando uno scrittore da vita a un romanzo immagina personaggi, atmosfera, eventi e ambientazione in un certo modo, che evidentemente in questo caso è stato reso in maniera diversa, e in effetti lo shining (orrendamente tradotto in italiano con "luccicanza"), che occupa una parte di rilievo nel libro, nel film è decisamente lasciato in secondo piano. Ora a me non fa una grande differenza, il film è stupendo e mi va benissimo così, se voglio la storia completa mi leggo il libro. Ma se il libro l'avessi scritto io, magari la cosa potrebbe darmi fastidio.Quindi, per cortesia, abbandona 'sta storia del rifiuto sdegnoso... decidere che il film debba per forza piacere a Stephen King mi sembra fuori luogo.
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weach
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mercoledì 16 marzo 2011
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lotta nella la dualità dell'essere
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La riflesssione prende lo spunto dalla recensione di Simone Tognarelli. a cui va tutto il paluso possibile.Mi permetto di aggiungere un mio pensiero su Kubrick: l'essere , nella sua complessità, e di complessità in Kubrick ve ne è da vendere ,percepisce le vibrazioni energetiche che agiscono nel " campo"; da queste energie rimane ammaliato, ne subisce l'influenza , ne accoglie il sentimento,ne perde il controllo, ne condivide l'indirizzo energetico.A volte parliamo di male , ma in realtà siamo solamente noi, incapaci di dare prestigio al nostro libero arbitro, unico strumento per invertire la polarità imboccata. Jack Torrance fa solo un viaggio nell'infinto universo del "se profondo" e tutto è proiezione di un confronto difficile dove l'equilibrio è possibile solo nella stasi.
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La riflesssione prende lo spunto dalla recensione di Simone Tognarelli. a cui va tutto il paluso possibile.Mi permetto di aggiungere un mio pensiero su Kubrick: l'essere , nella sua complessità, e di complessità in Kubrick ve ne è da vendere ,percepisce le vibrazioni energetiche che agiscono nel " campo"; da queste energie rimane ammaliato, ne subisce l'influenza , ne accoglie il sentimento,ne perde il controllo, ne condivide l'indirizzo energetico.A volte parliamo di male , ma in realtà siamo solamente noi, incapaci di dare prestigio al nostro libero arbitro, unico strumento per invertire la polarità imboccata. Jack Torrance fa solo un viaggio nell'infinto universo del "se profondo" e tutto è proiezione di un confronto difficile dove l'equilibrio è possibile solo nella stasi.Luccicanza?Forse!Ci voleva solo proporre di condividere Il dramma delle sua profonda solitudine esistenziale? Il dibattito è aperto Shining è l'invito, a noi al lettura .Umilmentecon amore infinisto per questo misteriosio uome che è Stanley kubrick.Come certaemte condivide Simone weach illuminati
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