La collina dei conigli

Film 1978 | Animazione +13 92 min.

Titolo originaleWatership Down
Anno1978
GenereAnimazione
ProduzioneUSA
Durata92 minuti
Regia diMartin Rosen
TagDa vedere 1978
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: +13
MYmonetro 3,32 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Martin Rosen. Un film Da vedere 1978 Titolo originale: Watership Down. Genere Animazione - USA, 1978, durata 92 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 3,32 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento martedì 23 febbraio 2010

Il soggetto è ricavato dal best-seller omonimo di Richard Adams. Il coniglietto Quintilio ha una sorta di catastrofica premonizione che lo induce a co... Il film ha ottenuto 1 candidatura al Festival di Giffoni,

Consigliato sì!
3,32/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA
PUBBLICO 3,14
CONSIGLIATO SÌ

Il soggetto è ricavato dal best-seller omonimo di Richard Adams. Il coniglietto Quintilio ha una sorta di catastrofica premonizione che lo induce a convincere i propri simili ad abbandonare la società dei conigli, del tutto somigliante alla società umana, e a partire alla ricerca di una dimora più sicura (la collina, appunto). Momenti drammatici e attimi di disperazione non fiaccheranno la volontà degli eroici animaletti che si salveranno infine dalla minaccia dell'urbanizzazione e dell'inquinamento raggiungendo la collina della nuova vita.

Francesco Rufo

Parruccone non gli dà retta e finisce in una tagliola, ma sopravvive. I fuggitivi vengono raggiunti da Pungitopo, che narra la fine della vecchia conigliera e si unisce a loro. Finalmente i conigli arrivano alla collina. Hanno trovato la pace ma sentono la mancanza di femmine e affidano il compito di cercarle al gabbiano Kehaar, che scova a Efrafa una conigliera retta da un tiranno, il generale Vulneraria. Parruccone si introduce nella conigliera di Efrafa, si fa arruolare tra le guardie, e fugge con un gruppo di conigli e coniglie stanchi della dittatura. Sulla collina pare tornata la calma, ma Vulneraria e le sue guardie tornano per vendicarsi. Un cane liberato da Moscardo costringe le guardie alla fuga e uccide il generale. Passano gli anni, sulla collina regna la pace. Moscardo, invecchiato, segue il coniglio nero della morte verso il mondo degli eletti.

La collina dei conigli è un film d'animazione che, come il romanzo omonimo di Richard Adams da cui è tratto, si incentra sui temi del desiderio di libertà, del rifiuto della violenza e della tirannia, del senso della vita comunitaria. È una rilettura del romance, di cui riprende alcune forme fondamentali come la dialettica tra eroi e antagonisti, Bene e Male, alto e basso. La figura del nemico è associata all'oscurità, alla sterilità, alla morte; quelle degli eroi sono associate alla luce, alla fertilità, alla vita, alla collina come Eden, Terra Promessa, Utopia. L'alto è la dimensione della collina, da cui si controlla l'ambiente sottostante, e del gabbiano Kehaar, che volando protegge i conigli; il basso è la dimensione delle tane, in cui si può restare intrappolati e trovare la morte. Nel romance e in La collina dei conigli, l'elemento centrale è l'avventura, e l'avventura principale è la ricerca. La forma del romance è la ricerca compiuta con successo, che passa per tre stadi: il viaggio, traccia basilare della storia e percorso di formazione; la lotta tra gli eroi e i loro nemici; la finale esaltazione dell'eroe. Attraverso il viaggio e le avventure dei conigli, il film mette in luce le dinamiche del gruppo, i meccanismi d'aggregazione, la questione della vita sociale. Quando i singoli si uniscono e si organizzano per formare una comunità, lo fanno per attuare un fine condiviso: questo fine è il primo elemento aggregante che lega i singoli e fa in modo che assolvano a impegni tra loro connessi e fronteggino le difficoltà sostenendosi l'uno con l'altro. In La collina dei conigli, il fine comune è raggiungere una terra dove poter trovare libertà, pace, sicurezza, benessere. L'altro elemento unificante per la comunità è la presenza di un leader, poiché la qualità di una comunità è determinata anche dalla qualità di colui che la guida e governa. Nel viaggio verso la collina, i conigli si confrontano con quattro conigliere, emblemi di altrettanti modi di strutturare una comunità. La prima conigliera, retta dal Gran Coniglio, è impostata sull'autorità: non c'è tirannia, ma rigido controllo. Il Gran Coniglio riesce a mantenere l'ordine, ma è vecchio e stanco; sembra avere un atteggiamento protettivo verso il suo popolo, ma in realtà non dà ascolto alle voci della comunità, ed è incapace di affrontare situazioni nuove. Quando il pericolo si fa incombente, i conigli come Moscardo e Quintilio, stanchi di non essere ascoltati, lasciano la conigliera. Il governo del Gran Coniglio porta la conigliera alla distruzione, attuata dagli uomini che edificano sulle tane dei conigli. La seconda conigliera, quella di Primula Gialla, è ospitale, ricca di cibo e comodità, e non ha leader. Vi è benessere ma non sicurezza, perché è una trappola degli uomini, che danno da mangiare ai conigli per farli ingrassare e cibarsene. Qui i conigli sono incapaci di agire, privi di volontà, non c'è un fine comune, non c'è vera unità: si evidenzia come la comunità abbia bisogno di un leader che porti unità, ordine, sicurezza. La terza conigliera è quella della collina che dà il titolo al film e al libro. Questa conigliera si realizza pienamente come comunità solo nel finale, con l'arrivo dell'elemento femminile, della possibilità della riproduzione, della conservazione della comunità e della specie. Qui i conigli trovano l'ordine dato da una vera unità. Si tratta di un modello di comunità partecipativa e democratica. I membri di questa comunità sono uguali nei diritti e nei doveri, e sono diversi nel contributo portato al gruppo. Ognuno concorre secondo le proprie possibilità alla costruzione e al sostentamento della comunità, ognuno possiede qualità e capacità che pone al servizio del bene comune. Nella comunità della collina, il leader non impone l'obbedienza con la forza, ma porta ordine tra le voci e le volontà dei singoli che lo hanno scelto come loro rappresentante: non comanda, ma guida e motiva. La quarta conigliera è quella retta dal generale Vulneraria, dominata dalla dittatura, dall'assolutismo, dall'assenza di libertà. Vulneraria è animato dalla volontà di repressione, di negazione del dissenso, impone l'obbedienza con la sopraffazione e la violenza. Questa ferrea struttura di potere fiacca le volontà dei singoli. L'arrivo del gruppo di Moscardo aiuta i membri di questa comunità a prendere coscienza della situazione e a insorgere. Nel film, gli animali sono umanizzati nella loro forma interiore, pensano e parlano come gli uomini: come gli uomini si uniscono e organizzano in gruppi, si tramandano la loro Storia, le loro leggende e credenze. Ma, a differenza di ciò che si vede in gran parte dei film d'animazione, in La collina dei conigli gli animali non sono antropomorfizzati, non hanno forma esteriore e sembianze umane. Da una parte c'è l'umanizzazione fantastica della forma interiore; dall'altra c'è il rifiuto realistico dell'antropomorfizzazione. Il film coniuga così immaginazione e realismo, fantastico e verosimile, impossibile e plausibile.

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Recensione di Amedeo di Rienzo
martedì 23 settembre 2003

La collina dei conigli ( Watership Down) è stato uno dei film che più hanno segnato la mia vita, e non ho vergogna nel dirlo. Visto per la prima volta all'età di 5 anni alla scuola materna è stato probabilmente il mio primo approccio, nell'allora ancora breve mia vita, con un'animazione adulta ed articolata su più piani di lettura, molti più di quelli che la mia mente di cinquenne potesse allora cogliere; ma ciononostante in grado di affascinarmi ed amozionarmi a tal punto da gettare le basi delle mie future passioni per l'animazione prima e per il fumetto poi e che sarebbero in seguito confluite nel sodalizio con i manga e l'immaginario fantastico giapponese.
La collina dei conigli, tratto dall'omonimo classico della letteratura di Richard Adams, è un raro caso di film d'animazione inglese, una scuola che ha prodotto pochi ma indimenticabili lungometraggi. Realizzato nel 1978 in maniera quasi sperimentale, con pochissimi soldi e con molti dissidi interni in seno alla sua realizzazione giunse fortunatamente a compimento, regalando al mondo intero, vista l'universalità dei temi e della complessità delle numerosi chiavi di lettura, un'esperienza animata senza tempo, che stra-consiglio a tutti gli appassionati di cinema e non, d'animazione e non, anche, se non sopratutto, agli irriducibili degli anime.
Una trama molto semplice e riassumibile in poche righe ma che all'interno del suo svolgimento si arricchisce di tante sfumature.
Il coniglio Moscardo e suo fratello Quintilio fanno parte di una conigliera situata nelle campagne inglesi; la libertà certo non manca ma l'ordine all'interno della comunità viene mantenuto tramite il dispotico corpo di sorveglianza dell'Ausla, una sorta di polizia costituita dai conigli più forti che non lesinano di abusare del proprio potere. Ma il problema è un altro e ben più grave; Quintilio, timido e di costituzione debole, pare possedere un dono, una sorta di chiaroveggenza in grado di prevedere accadimenti nefasti. Lo stesso Quintilio non riesce a mettere bene a fuoco il pericolo ma sa solo che tutti devono abbandonare la conigliera e trasferirsi in un luogo più sicuro. Naturalmente sono in pochi a credergli ed ancor meno decisi ad abbandonare la dolce quiete dei prati famigliari, senza contare che la stessa Ausla tenta di ostacolare la diffusione di questo loro folle progetto. Moscardo però crede fermamente nelle premonizioni di Quintilio ed insieme a pochi altri conigli coraggiosi abbandona la comunità per fondare una nuova conigliera, in un posto lontano e sconosciuto, ma "alto, da dove si possa dominare tutta la campagna". Inizia così il lungo e pericoloso viaggio del gruppo di conigli, un viaggio che si rivelerà ricco di insidie, dagli animali predatori all'uomo, dalle rotaie del treno sino all'ostracismo della comunità comandata con modi dittatoriali dal sanguinario Generale Vulneraria. Un viaggio che non sarà avaro di dolorose perdite mentre alle orecchie del gruppo, per voce di Parruccone, membro della Ausla nonchè unico sopravvissuto, giunge la terribile verità: la premonizione di Quintilio si è avverata, l'uomo ed insieme a lui le sue infernali macchine sono giunti alla conigliera per edificare il terreno e tutto si è risolto in un inferno di sangue per i poveri conigli. La Terra Promessa è ormai in vista, la Grande Collina dalla quale si domina tutta la campagna e nella quale l'uomo non mette quasi mai piede è vicina, resta un ultimo scoglio da superare, lo scontro con il terribile Vulneraria e i suoi attendenti che non hanno gradito il fatto che Parruccone abbia convinto molte femmine della comunità ad unirsi al gruppo di Moscardo e Quintilio.
Risparmio le ultime righe sul finale, anche se è facilmente intuibile l'epilogo della vicenda.
Il grande pregio di questo film è quello di narrara ciò che a conti fatti è una fiaba con un timbro registico e iconografico tutt'altro che fanciullesco. Resistendo alla tentazione di ispirarsi allo stile Disney il film non antropoformizza i conigli e i restanti animali del creato che, pur possedendo il dono della parola, mantengono ben salde movenze e comportamenti animali, risultanto infine dotati di una straordinaria e comunicativa mimica facciale. La stessa natura rappresentata nel film non è quella lussurreggiante ad amichevole vista in tanta produzione animata per bambini, ma nasconde le mille insidie che continuamente attentano alla vita di un coniglio; una natura realizzata con toni freddi e cupi mediante verdi carichi e terre, un lavoro scenografico che celando i limiti tecnici dell'epoca sfoggia un risultato estetico di squisita ed inquietante efficacia. E ciò in virtù del fatto che l'immedesimazione coi personaggi avviene con l'animale più debole ed indifeso del mondo, il coniglio, colui che ha la sola arma della fuga e dell'astuzia per sopravvivere in un mondo in cui tutti gli sono nemici.
Il coraggio del mettersi in gioco, il rispetto dei valori dell'amicizia e della solidarietà, la vita e la morte, la non accettazione dei soprusi, i regimi totalitari ed anche la fede, perché sì, anche dei semplici conigli hanno una loro visione della fede e dell'aldilà (e ad un livello che potrebbe sorprendere) sono solo alcuni dei tanti spunti riflessivi offerti dal film. Un film che concede poco o nulla al buonismo, mostrando la morte dei conigli, il dolore e lo sgomento di chi si è visto portar via un amico con un realismo che all'epoca dei miei cinque anni mi impressionarono non poco e che oggi apprezzo per la sincerità con cui si accosta al tema.
Alcuni piani tematici possono risultano criptici a chi non abbia letto il libro di Adams, in quanto nel film, all'interno di un prologo realizzato con uno stile rupestre di rara, infantile bellezza, viene narrata la genesi del mondo vista dagli occhi dei conigli. Si assiste quindi all'avvento del Dio Frits (il Sole) e di El-ahrairà, il principe dei conigli a cui tutta la specie fa capo. Gli stessi conigli fanno poi ricorso talvolta ad una terminologia oscura riconducibili al "lapino", ossia la lingua dei conigli.

Tecnicamente parlando il film è sicuramente apprezzabile sebbene talvolta perda qualche colpo in virtù del budget ristretto e dei limiti di una tecnologia anni Settanta. Ciononostante trasuda la passione di coloro che vollero fortemente realizzare questo film e quegli stessi limiti divengono l'emblema dell'amore e dell'attaccamento ad un progetto forse irripetibile.
Il regista ufficiale del film è Martin Rosen ma si dice che sia subentrato in un secondo tempo forse al posto di Tony Gay; i due registi avevano idee diversissime sul come impostare il film, ma comunque sia andata a finire il risultato è di una omogeneità stilistica inappuntabile, segno che le frizioni all'interno di un gruppo creativo non sono poi così dannose, come insegnava il buon Walt Disney.
Il main theme del film è "Bright Eyes" cantata da Art Garfunkel, certamente un bel sentire per chi ha nostalgie ormai quasi trentennali.

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RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
sabato 18 giugno 2016
jackiechan90

Capolavoro del cinema d'animazione inglese, questo lungometraggio del 1978 è tratto dall'omonimo romanzo per bambini di Richard Adams e ne mantiene lo spirito cupo e messianico pur prendendosi alcune libertà. La storia inizia con un prologo in cui viene spiegato come il mondo sia stato creato dal Grande Fritz e di come questo abbia voluto punire la stirpe dei conigli dopo l'oltraggio subito da El [...] Vai alla recensione »

venerdì 19 giugno 2020
Dandy

Dal bestseller di Richard Addams,un cartone che prende le distanze dai toni infantili Disney,alquanto cupo e adulto.E per questo,sicuramente uno dei migliori prodotti d'animazione di sempre,in anticipo di 4 anni sull'altrettanto adulto "Brisby e il segreto del Nihm".Suggestivo non solo per  la descrizione dei rischi perenni a cui sono destinati i protagonisti,ma anche e soprattutto [...] Vai alla recensione »

venerdì 5 aprile 2013
viva il cinema!

Ho letto il libro: un capolavoro, che consiglio di leggere a tutti! Anche il film è bellissimo, la musica è fantastica e i paesaggi, tutti disegnati a mano, sono la cosa più bella, una gioia per gli occhi! Non è certo un film per bambini piccoli, ma ai ragazzi e agli adulti piacerà molto se lo sapranno vedere col cuore. Infatti questo è un film che tratta temi seri.

venerdì 2 novembre 2012
Gueva70

Sicuramente visto oggi, rispetto ai grandi cartoon di Pixar e tutti gli altri ... La collina dei Conigli puó apparire un pō puerile, essenziale nei disegni, quasi mai con le musiche e l'armonia dei clissici di Disney .. Tuttavia, l'ho trovato davvero commovente, pieno di sentimenti nobili, belli . Specialmente quando .. Se, Come me .. Si possiede un coniglietto, da quattro anni, .

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