Now Apocalypse

Film 2019 | Commedia

Regia di Gregg Araki. Una serie Da vedere 2019 con Avan Jogia, Jacob Artist, Kelli Berglund, Roxane Mesquida, Beau Mirchoff. Cast completo Titolo originale: Now Apocalypse. Genere Commedia - USA, 2019, - MYmonetro 3,21 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento lunedì 12 agosto 2019

Un gruppo di quattro amici che vivono a Los Angeles intraprendono varie avventure in cerca dell'amore, del sesso e della fama.

Consigliato sì!
3,21/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA
PUBBLICO 2,91
CONSIGLIATO SÌ
Un irresistibile cult di comicità queer.
Recensione di Andrea Fornasiero
lunedì 12 agosto 2019
Recensione di Andrea Fornasiero
lunedì 12 agosto 2019

Ulysses Zane, abituato ad andare subito al sodo con i suoi partner, si scambia messaggi romantici con il misterioso Gabriel e quando finalmente lo incontra se ne innamora irrimediabilmente. In seguito alla loro trascendente passione, Ulyssess ha visioni apocalittiche e di Gabriel non ha più tracce se non in sogno, dove suona la tromba come un angelo che annuncia l'armageddon. Ulysses riprende il suo tran tran e quello dei suoi amici, Carly che non sopporta la noia del sesso con il suo ragazzo Jethro e Ford, perdutamente innamorato di Severine Bordeaux, che ha però una visione delle relazioni molto più libera. Severine è inoltre una astrobiologa che lavora a un progetto segreto del governo, forse collegato agli incubi di Ulysses in cui appaiono alieni rettiliani stupratori!

Prodotta da Steven Soderbergh, Now Apocalypse porta in Tv l'estetica camp del regista Gregg Araki con i suoi personaggi spesso tremendamente vanesi e ignoranti, con i suoi colori caricati e con un'ironia che si prende gioco anche di se stessa.

Emblematico del resto già l'incipit, che aggiorna il classico "Cielo, mio marito!" in chiave gay, dove Ulysses sta facendo sesso con un uomo ed è costretto alla fuga dalla finestra perché il marito del suo partner sta per scoprirli. E non è che l'inizio: da lì si accavallano battutacce scorrette su orientamenti sessuali, parafilie, questioni razziali e chi più ne ha più ne metta, in una escalation che non ha timore di niente. Nemmeno del #metoo e della domanda per il consenso esplicito nelle relazioni, che Severine liquida come una cosa da americani: non abbastanza sofisticati da comunicare con il linguaggio del corpo.

Ulysses, interpretato da Avan Jogia che sfoggia una straordinaria varietà di pose e smorfie ridicole, vive in un arcobaleno di diversità e quindi non si stupisce di nulla, neppure delle sue visioni apocalittiche. Se le spiega infatti in modo caricaturale: è scorpione con ascendente scorpione, ossia "il più psichico dei segni zodiacali"! La sua amica Carly odia la meditazione perché le dà l'ansia, mentre sostiene che per il suo compagno Jethro sia una cosa facile visto che la sua mente è perennemente vuota. Carly affronta poi un momento di sconforto quando realizza che vendendo le proprie urine può fare soldi in rete tra i feticisti e che quindi le sue urine valgono più delle sue idee.

Ma non è che la punta dell'iceberg, si susseguono infatti: incidenti con i dildo; donne che si lamentano del sabotaggio di un vibratore definendolo "la nuova cintura di castità"; lesbiche che disprezzano i maschi non molesti e, per restare in tema, se un rapporto diventa subito romantico va a "velocità da lesbiche". E poi: millennial che sostengono di lottare contro il capitalismo, mentre nella stessa frase dicono di amare il caffè filtrato in stile slow drip; pangender che si definiscono tali per includere anche le definizioni LGBTQ che arriveranno in futuro; artiste della mestruazione; gruppi di supporto per maschi che rivendicano di avere sentimenti e non vogliono solo essere strumenti sessuali per i partner; paragoni con i preti cattolici per chi è abile nella masturbazione; il pene come "affidabile barometro emotivo" e amicizie reputate davvero sincere quando ci si può scambiare in serenità battute razziste.

Araki condivide l'ideazione e il ruolo di showrunner con la blogger Karley Sciortino, fondatrice di un sito dal nome eloquente: "Slutever" (un po' come dire "sempre zoccola") e penna dedicata a sesso e relazioni per il sito di Vogue. La prima stagione di dieci episodi da mezz'ora si lancia in una scalata di follia e stupidità stupefacente (letteralmente vista la quantità di droga), che arriva a un cliffhanger di assurdo cattivo gusto ma senza seguito: la serie è stata cancellata. Vista la scarsa rilevanza della trama generale l'interruzione non guasta però il piacere e Now Apocalypse rimane un irresistibile cult di comicità queer.

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SERIE TV
lunedì 12 agosto 2019
Andrea Fornasiero

La serie porta in TV l'estetica camp di Araki con un'ironia che si prende gioco anche di se stessa. Ora su Starzplay. Vai all'articolo »

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