Free In Deed

Film 2015 | Drammatico 100 min.

Regia di Jake Mahaffy. Un film con Kathy Smith, Edwina Findley Dickerson, David Harewood, Alex Coker, Porsha Ferguson. Cast completo Titolo originale: Free In Deed. Genere Drammatico - USA, 2015, durata 100 minuti. - MYmonetro 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 11 settembre 2015

Ambientato nel mondo della Chiesa, Free In Deed è basato su fatti realmente accaduti. Il film è stato premiato al Festival di Venezia, ha ottenuto 4 candidature a Spirit Awards,

Consigliato sì!
3,00/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA
PUBBLICO 3,00
CONSIGLIATO SÌ
Un film fortemente drammatico e dal taglio antropologico che non dà giudizi su quanto mostra.
Recensione di Marco Chiani
Recensione di Marco Chiani

Tornato in città dopo aver conosciuto l'oscurità, Abe entra in contatto con la comunità di una chiesa pentecostale, scegliendo di dedicare la sua nuova vita a Dio. Quando Melva, madre single di Benny Jr., un bambino affetto da grave autismo che sta per essere rinchiuso in un istituto, cerca il conforto nella stessa cappella, Abe tenterà di curare la malattia con la forza della preghiera.
Il sacro come presenza tangibile e ancora di salvezza al di là di ogni dimostrazione intellettuale. Dalle prime sequenze, Free in Deed scava in una concezione religiosa che si basa su una sovrapposizione del fisico e dello spirituale: è con l'imposizione delle mani che il pastore pentecostale libera dal male i fedeli, è con i movimenti del corpo, con la musica e i canti che la sua comunità si determina tale.
Anche autore della sceneggiatura, Jake Mahaffy oppone la vicinanza effettiva dei membri di una "storefront church" (chiesa ricavata dagli spazi di negozi dismessi) alle distanze che li rendono sempre più soli una volta fuori dalla porta. Sono gli stessi cieli plumbei di Memphis, i motel, gli ospedali e le case abitate da assenze tangibili che ci dicono l'importanza di un'unione in qualcosa di diverso e la necessità di un miracolo in grado di cambiarci.
La guarigione portata avanti su Benny Jr., del resto, è la sfida che l'uomo nuovo Abe ingaggia con se stesso e con il proprio passato, per dimostrare la verità di quello in cui ha bisogno di credere. Ispirato ad un fatto realmente accaduto, questo film fortemente drammatico e dal taglio antropologico mette in scena il dolore e il tentativo di una persona di buona volontà di cancellarlo o, almeno, di limitarlo. Pur volendo dimostrare la bontà di Dio attraverso le proprie azioni, il pastore interpretato da un ottimo David Harewood fallisce nella maniera più rovinosa, perché scollato da quella stessa realtà che lo porta ad una chiusura sempre più stringente nei momenti in cui lo vediamo agire all'esterno. Il rifugio della fede non è la risposta alle numerose domande che la visione del film suscita, perché Free in Deed sembra rimandare ad un territorio in cui la religione, o il suo delirio, diviene dominante necessaria di una vita e sua determinazione. Fino alle estreme conseguenze.
Con ammirevole attenzione, Mahaffy non dà giudizi su quanto mostra, neanche nella più cruda parte finale, limitandosi a mostrare una storia di solitudine e sofferenza, capace di aprire un baratro su ciò che l'estasi della preghiera può portare con sé in quanto scevra dalla tangibilità. Concettualmente complesso e amarissimo.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
martedì 15 settembre 2015
angelo umana

 Da Free Indeed a free in death: così finisce a un bambino della parrocchia di Memphis frequentata da sua madre. Lui è autistico, è detto, e il fatto è realmente accaduto. Nel film però il ragazzino sembra avere più bisogno di abbracci e comprensione, le sue crisi accadono quando viene contrariato, sembrano proteste, avrebbe bisogno di contenimento più [...] Vai alla recensione »

sabato 12 settembre 2015
Ema

un film vero. guardatelo, sopratutto se siete credenti e poi beccatevi 'sto cazzotto in pancia. perché a volte il cinema nel suo essere fatto di finzione, svela l'assurdo del reale.

lunedì 14 settembre 2015
no_data

avevo iniziato a guardarlo, ma la narrazione debole della prima parte mi aveva indotto a sospenderne la proiezione. Questa sera l' ho ripreso e l' ho apprezzatto molto per la sua durezza, che non lascia alibi a nessuno.

NEWS
GALLERY
sabato 12 settembre 2015
Giancarlo Zappoli

Il venezuelano Desde allà vince il Leone d'Oro della 72. Mostra del Cinema di Venezia. Il Premio per la Migliore Regia va a Pablo Trapero (El Clan) mentre - per gli italiani - Valeria Golino vince la Coppa Volpi per Per amor vostro di Giuseppe M.

winner
premio orizzonti per il miglior film
Festival di Venezia
2015
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