Anno | 2014 |
Genere | Drammatico, Drammatico |
Produzione | Colombia |
Regia di | Franco Lolli (II) |
MYmonetro | 2,75 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 23 aprile 2014
Eric scopre un mondo nuovo, dove non esistono le restrizioni che avevano condizionato fino a quel momento la sua vita.
CONSIGLIATO SÌ
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La madre non può più mantenerlo così Eric va a stare dal padre, che a dire il vero non se la passa molto meglio. Il bambino accompagna il genitore nel suo lavoro di restauro mobili, finendo in case di lusso e proprio in una di queste si stabilisce un rapporto con il figlio dei proprietari i quali prendono a cuore questo duo familiare disastrato e quando ne intuiscono le difficoltà gli offrono un lavoro nella loro casa fuori città, in modo che Eric possa fare delle vacanze.
La gente bene è sia quella "per bene" che quella "gentile", in una doppia accezione che ha il sapore della domanda. E del resto all'insegna dell'interrogazione e non dell'affermazione è tutto il film. Eric è sballottato tra un padre remissivo, non capacissimo di gestire la propria vita e quella del figlio, e una donna più che abbiente che sembra aver preso tenere a lui. Tra bassifondi e ville di lusso Eric non si integra da nessuna parte anche se in ogni caso i tentativi appaiono sempre molto velleitari e la resa si presenta sempre alle prime difficoltà.
Purtroppo il problema di Gente de bien è che spesso dà l'impressione di travalicare uno dei rigidi confini di questo genere cinematografico, ovvero quello tra esposizione di un dramma e indugio sulla tragedia. Nei molti eventi che si accaniscono su Eric si avverte infatti più la mano meschina dell'autore che una parabola significativa.
Franco Lolli è nato in colombia ma si è formato a Parigi e a tutti gli effetti è in Francia che è diventato regista. La doppia natura si avverte molto in questo film d'ambientazione colombiana ma stile europeo, in cui il centro è un mondo interiore infantile che si fatica a scorgere dietro il mutismo di Eric. Bambino poco amato dai genitori, quasi adottato da una sconosciuta, naturalmente portato all'arroganza, l'insulto e dunque a causare i propri mali in Eric si avverte il tentativo di Lolli di far empatizzare il pubblico con una figura a prima vista fastidiosa, per superare le prime reticenze e comprendere ad un livello più profondo il malessere umano. In questo è determinante il piccolo attore che interpreta il protagonista, dotato di un volto perfetto, amabile ed espressioni efficaci. Tuttavia sono dettagli che contribuiscono a far avvertire (e non poco) l'artificio registico e quindi levano forza al film.