Anno | 2012 |
Genere | Azione |
Produzione | Russia |
Durata | 99 minuti |
Regia di | Yuriy Bykov |
Attori | Denis Shvedov . |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 23 maggio 2013
CONSIGLIATO SÌ
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In un giorno d'inverno un comandante della polizia russa, Sergey Sobolev, corre con la sua auto verso l'ospedale in cui sua moglie sta per partorire. A causa dell'alta velocità non riesce a frenare travolgendo e uccidendo un bambino che era in compagnia della madre. Dopo aver impedito alla donna di allontanarsi chiama i propri colleghi chiedendo loro come sia meglio comportarsi. Da quel momento l'unico loro scopo sarà quello di proteggere Sonolev da qualsiasi accusa.
Per quanto il regista Yury Bykov cerchi di evitare qualsiasi ipotesi di lettura sociopolítica del film la sua forza sta invece proprio in un atto d'accusa neppure troppo mascherato sotto le spoglie del cinema di genere. Il trentaduenne regista russo dichiara che l'idea gli è stata suggerita da un fatto di cronaca avvenuto il 19 febbraio 2010. Quel giorno un poliziotto uccise nove persone in un supermercato provocando una reazione popolare contro le forze dell'ordine. Di quell'idea iniziale ben poco è rimasto in The Major.
Emerge invece con forza la denuncia di una società in cui la legge scritta e il códice morale non contano nulla proprio per chi dovrebbe farne rispettare il dettato. Bykov mette in moto un mecanismo perverso, ma estremamente lucido, che prende il via nel momento in cui uno dei poliziotti, con la scusa di calmarla, fa bere un superalcolico alla madre del bambino ucciso. Ciò permetterà successivamente di accusarla di trovarsi in stato di alterazione etílica e quindi di non aver adeguatamente sorvegliato il figlio. Nel progress drammatico di una situazione che lo stesso Solobev non riesce più a controllare, si corre verso un finale in cui la violenza legalizzata diventa funzionale alla copertura di quanto di inconfessabile ogni membro della polizia ha nel proprio passato.
La memoria corre così alla conclusione, per quanto di segno diverso, di un capolavoro del cinema italiano: Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto. Il potere, quando si sente minacciato, utiliza qualsiasi mezzo per proteggere chi fa parte, a livello dirigenziale, della sua scala gerarchica.