Il dittatore dello stato libero di Bananas

Film 1971 | Commedia +13 82 min.

Titolo originaleBananas
Anno1971
GenereCommedia
ProduzioneUSA
Durata82 minuti
Regia diWoody Allen
AttoriWoody Allen, Louise Lasser, Carlos Montalbán, Natividad Abascal, Jacobo Morales, David Ortiz, Sylvester Stallone .
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: +13
MYmonetro 3,12 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Woody Allen. Un film con Woody Allen, Louise Lasser, Carlos Montalbán, Natividad Abascal, Jacobo Morales, David Ortiz, Sylvester Stallone. Titolo originale: Bananas. Genere Commedia - USA, 1971, durata 82 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 3,12 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Nella mini-repubblica di Bananas, i dittatori si susseguono a velocità impressionante mentre le casse dello Stato si svuotano. Per ottenere finanziame...

Consigliato sì!
3,12/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA
PUBBLICO 3,24
CONSIGLIATO SÌ
Scheda Home
Critica
Premi
Cinema

Nella mini-repubblica di Bananas, i dittatori si susseguono a velocità impressionante mentre le casse dello Stato si svuotano. Per ottenere finanziamenti dagli americani, i cittadini nominano presidente un oscuro omino arrivato dagli Stati Uniti in seguito ad una delusione amorosa. Tornato nel suo paese, costui viene arrestato, ma in compenso riottiene l'amore della sua ex fidanzata, che lo considera un eroe. È il secondo film di Allen.

Giancarlo Zappoli

Un giornalista televisivo sta realizzando la telecronaca diretta dell'assassinio del Presidente della Repubblica di San Marcos. L'uomo politico viene ucciso ma riesce a rilasciare l'ultima intervista. Il responsabile del colpo di stato, il generale Emilio Molina Vargas, dichiara che instaurerà una dittatura. Intanto il newyorkese Fielding Mellish sta svolgendo il suo compito di collaudatore di un apparecchio che consenta ai dirigenti d'azienda di continuare il loro lavoro non rinunciando all'attività fisica. La macchina gli crea però qualche problema. Fielding è un uomo comune particolarmente pavido e solo. Una sera suona alla porta di casa sua una ragazza, Nancy, che gli chiede una firma per una petizione favorevole all'abolizione dei rapporti diplomatici tra gli Stati Uniti e San Marcos. Fielding cerca di instaurare una relazione con lei ma ben presto viene abbandonato. Nancy vuole come compagno un leader e a Mellish non resta che consolarsi organizzando un viaggio a San Marcos.
Vargas, a conoscenza della sua presenza nella capitale, lo invita a cena. Lo scopo è quello di ucciderlo per fare poi ricadere la colpa sui guerriglieri. Il progetto fallisce e Fielding viene rapito proprio dai ribelli che lo vogliono al loro fianco. Per il governo americano risulta deceduto e quindi non gli resta altro che attendere gli sviluppi degli eventi. La rivoluzione vince ma il capo dei guerriglieri si ubriaca di potere e prende a dare ordini folli. I suoi compagni pensano di sostituirlo proprio con Mellish che è quello che ha studiato di più avendo frequentato l'Università per due giorni. Il nuovo Presidente viene inviato in America per sollecitare contributi. Viene riconosciuto dall'FBI e condannato quale nemico sia esterno che interno degli Usa. Intanto ha ritrovato Nancy con la quale è ripreso il rapporto d'amore. La pena gli viene condonata a patto che non risieda mai nello stesso quartiere del giudice. La sua prima notte di nozze verrà trasmessa in diretta televisiva dopo un incontro di pugilato.
La televisione è il primo bersaglio "grosso" a cui Allen mira in Bananas. La sequenza che precede i titoli di testa, con la "cronaca di un golpe annunciato" (ante-Marquez) gestita da un network sportivo che sembra quasi aver organizzato la cosa e che comunque ne controlla cinicamente la riuscita spettacolare, poteva sembrava demenziale al pubblico europeo dell'epoca. Oggi che si parla di neorealtà (ci sono fatti che accadono solo perché sono presenti fotografi od operatori televisivi a riprenderli) possiamo renderci retrospettivamente conto di quanto la satira alleniana colpisse nel segno di una televisione americana ormai indirizzata inesorabilmente sulla strada dell' infotainment ( information+entertainment). Allen parte da questo premessa per sviluppare una propria riflessione sul potere che poteva apparire qualunquistica soltanto se si applicavano parametri rigidi al suo cinema. "Non credo di essere politicizzato. Sono fondamentalmente, al 98%, un democratico progressista. E più o meno lo ero anche nel 1971, perché ero contrario alla guerra, come chiunque altro conoscessi (si riferisce al Vietnam nda). Fondamentalmente non sono molto politicizzato", dichiara Allen a Bjorkman. Eppure nel giro di cinque anni da Bananas sarà il protagonista de Il prestanome, interamente dedicato alla "caccia alle streghe" maccartista. Certo Allen non è tenero con i dittatori di cui sottolinea, con una levità riconducibile a La pazza guerra dei fratelli Marx, l'assoluta assurdità. Ma non lo è neppure con chi, presunto rivoluzionario, una volta preso il potere pretende di far indossare la biancheria intima sopra gli abiti e di imporre lo "svedese" (Bergman era già in agguato) come lingua ufficiale di un paese dell'America Latina. Tocca al piccolo uomo, che non è ancora lo schlemiel della tradizione ebraica (e forse non lo sarà mai davvero) cercare di portare un po" dell'equilibrio che a lui stesso manca in un mondo in cui è difficile distinguere il bene dal male. Così come è difficile, per il collaudatore Mellish affrontare lo scontro con la scrivania per dirigenti che vogliono mantenersi in forma o con il water con tavoletta riscaldata per i giorni invernali. La macchina piega-abiti della stireria del carcere di Prendi i soldi e scappa torna, sotto altre forme, quale "nemico" tecnologico di una citazione vivente del Chaplin di Tempi moderni. I rinvii non finiscono qui per un Allen ancora desideroso di fare sfoggio, in modo non sterile, della propria cinefilia. Ecco allora la carrozzina eisensteiniana o gli echi del Tom Jones di Richardson (nell'ironica sensualità del pasto che precede il rapporto tra Fielding e una guerrigliera). Bergman e Buñuel vengono poi esplicitamente omaggiati nelle due sequenze che fondono morte e religione in nome dell'ironia. Si tratta dell'incubo del parcheggio delle croci, e in quella della fuga di Fielding che si trova a guidare una processione utilizzando, a mo" di crocefisso, l'attrezzo che serve a sbullonare le ruote dell'auto. Anche la cena "surreale" al Palazzo presidenziale (con gli strumentisti impegnati in un'esibizione "muta" ) è perfettamente inserita in questa linea in cui la citazione non è mai però frutto di un gioco solipsistico ma viene rielaborata per farle assumere una nuova contestualizzazione. Così come la non linearità della narrazione, che sembra rinviare ancora fortemente all'Allen stand up comedian che gioca sul filo di una concatenazione di gag e battute piuttosto che su una consequenzialità di avvenimenti, si rivela invece contenitore di una ricerca linguistica che si sta via via raffinando. Si pensi alla riflessione sull'uso della musica nella colonna sonora cinematografica che si sviluppa grazie alla scena dell'invito a cena al Palazzo Presidenziale. Fielding sente solleticare il proprio ego da questa inattesa opportunità e una musica d'arpa in funzione extradiegetica (cioè di commento esterno alla situazione) ce ne illustra la soddisfazione sognante. Dopo poco però è lo stesso protagonista ad avvertire il suono per poi scoprire che l'arpista si trova dentro l'armadio della stanza d'albergo. Allen ha svelato uno dei meccanismi che presiedono alla costruzione di un'atmosfera sul piano sonoro al cinema.
Non poteva però mancare la problematica sessuale, che diventa segnale di una solitudine che si cerca di superare con l'acquisto di riviste pornografiche (tra cui si trova, non a caso, il conservatore "National Review") o con un rapporto con una donna che è affascinata dal mito del leader e con cui si trascorrerà la prima notte di nozze sotto i riflettori di una televisione pronta a "mettere in scena" qualsiasi evento. Se Fielding è pronto a offrirsi volontario per succhiare il veleno di un serpente che ha morso una donna...sul seno, nel suo retroterra familiare ci sono due genitori chirurghi che litigano in sala operatoria perché il padre (la madre castratrice comparirà più tardi nella filmografia alleniana) vuole che il figlio dimostri la propria capacità nell'incisione di un malcapitato paziente. Diventa allora indispensabile usare il sesso come arma e mostrare un Edgar Hoover (dichiarato nemico di omosessuali e persone di colore) "travestito da negra" mentre depone al processo contro Fielding accusato di voler sovvertire il sistema "dall'interno e dall'esterno'. L''intellettuale ebreo" è già visibilmente all'opera.

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RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
lunedì 6 luglio 2009
Fabiana

Repubblica di Bananas: un cronista televisivo annuncia l’imminente assassinio del Presidente che sarà sostituito dal generale Vargas, dittatore intenzionato a chiudere la stampa locale, a sterminare le minoranze insoddisfatte e i ribelli che lottano per la democrazia insieme al loro leader Castrado. New York: Fielding Mellish è un collaudatore industriale, una sorta di uomo automatizzato che non ha [...] Vai alla recensione »

giovedì 19 maggio 2011
Luca Scialo

Fielding Mellish è un giovane americano magrolino e imbranato che come lavoro fa il collaudatore di macchinari e invenzioni. Si invaghisce di una giovane attivista, Nancy, pimpante ma anche molto esigente con lui, tanto che lo lascia. Decide così di darsi all'attivismo completo, recandosi in un piccolo stato del Sud America, Bananas, sovente alle prese con colpi di Stato.

giovedì 12 aprile 2012
fedeleto

Dopo l'incredibile successo di PRENDI I SOLDI E SCAPPA,Woody Allen(ciao pussycat,che fai rubi?)torna a dirigere e recitare in un avvincente commedia.Fielding Mellish e' un collaudatore tecnico che prova apparecchi particolari.Non appena conosce una donna di nome Nancy scoppia l'amore.La ragazza e' un'attivista politica.Cosi triste e sconsolato Fielding decide di andare a Bananas,un [...] Vai alla recensione »

lunedì 1 ottobre 2018
Dandy

Allen,autore anche del soggetto,ironizza sui tumulti del periodo(tra le altre cose,nel '71 sarebbe salito al potere Idi Amin)con una comedia diseguale ma abbastanza briosa.Il peso degli anni si sente,ma le trovate brillanti abbondano(la visita del protagonista ai genitori,il sogno ricorrente)e si ride di gusto in più di una scena.Un pò un anticipo sui film di Landis,Brooks e "La [...] Vai alla recensione »

martedì 23 agosto 2022
Felicity

Il Dittatore dello stato libero di Bananas è un ottimo film comico, una serie ininterrotta di gag, alcune che ti fanno sbellicare dalle risate. Certo, è un Allen allo stato embrionale, ancora molto “fisico” nella sua comicità, però il film, se spogliato di questa caratteristica, ci restituisce anche degli ottimi dialoghi, con fulminee battute che saranno a lungo [...] Vai alla recensione »

domenica 2 ottobre 2011
Chamber 237

La missione di questi primi film dell'attore-regista era prima di tutto divertire. Ben lontano dalle pellicole raffinate ed intellettuali che caratterizzeranno i suoi successivi film, Bananas è una delle commedia più divertenti di Woody Allen.

sabato 12 luglio 2014
Inesperto

Film a tratti esilarante. Alcune battute sono davvero brillanti.

Frasi
Hai l’occasione di morire per la libertà!
È bello, la libertà è meravigliosa. Però, se sei morto, è un bell’handicap per la vita sessuale.
Dialogo tra Fielding Mellish (Woody Allen) - Esposito (Jacobo Morales)
dal film Il dittatore dello stato libero di Bananas
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