One Mile Above

Ispirato alla novella zhuan shan dello scrittore Taiwanese Xie Wanglin, One Mile Above ci porta in viaggio da Lijiang, una piccola città nella provincia meridionale dello Yunnan, fino a Lhasa in Tibet in bicicletta. A Taipei, il giovane 24enne Zhang Shuhao, fresco di laurea, partecipa ai funerali del fratello maggiore Shuwei. In quell'occasione si appropria del diario nel quale Shuwei aveva annotato il viaggio per tappe da Lijiang a Lhasa in bicicletta che avrebbe voluto intraprendere. Fortemente provato dalla scomparsa e motivato a sfuggire da quella tristezza, Shuhao decide di affrontare quel viaggio che il fratello non era stato in grado di realizzare. Il viaggio acquista così un significato profondo. Non sarà solo un modo di celebrare la memoria del fratello Shuwei e soddisfare il suo desiderio di avventura, ma sarà l'occasione di mettersi alla prova in un viaggio estremo. Lasciata Taiwan e arrivato a Lijiang, dopo i primi tentennamenti Shuhao parte in sella alle prime luci del giorno portando con sé il diario di Shuwei, che sarà testimone e compagno di viaggio. Il primo ostacolo sarà la strada principale interrotta per smottamenti a causa del maltempo. Quella che appare come una sfortuna in realtà si rivela un segno positivo, Shuhao incontra Li Xiaochuan anche lui in viaggio verso Lhasa, anche lui determinato nella sua missione. Per tutti coloro che si mettono in marcia, in auto, in bici, a piedi verso Lhasa il viaggio è arduo, intenso e pericoloso. La benedizione e le preghiere di un'anziana signora che da loro ospitalità la prima notte inaugura il loro cammino. La distanza da Lijiang a Lhasa è di circa 1800 Km, passando da 2416 a 5020 metri di quota, si potrebbe coprire nell'arco di 60 ore se non fosse per il tragitto naturale che costringe a dover percorrere su e giù le otto montagne. Da Li Jiang (a 2416 metri s.l.m) passando Benzilan (a 2433 metri s.l.m.) e Baima (a 4300 metri) fino a Deqin (a 3390 metri) al quinto giorno Shuhao e Xiaochuan mettono piede in Tibet. Qui incontrano in un villaggio di montagna una famiglia che dà loro ospitalità durante la notte. Si tratta di una breve pausa ma da qualcosa di più da portare con sé, a Xiaochuan la ricetta dei biscotti Tibetani e a Shuhao la forza di continuare il proprio viaggio anche se questo significa allontanarsi da qualcuno e non poter garantire di potersi rivedere. Il capofamiglia li mette in guardia della pericolosità del percorso, delle Montagne Hongla, e poi delle Ye La e ancora delle La Wu. Al settimo giorno, all'altezza del passo Quzika, un grave incidente rischia a Xiaochuan la paralisi. L'inesperienza dei pericoli della montagna potrebbe costargli la vita, ma Shuhao non sembra voler rinunciare alla sua promessa. Il percorso si fa sempre più insidioso ad alta quota con la neve e il ghiaccio, su strade scivolose che costeggiano la montagna, e ancora la pioggia, l'attacco di Mastini Tibetani, la bicicletta a pezzi e infine quel silenzio della solitudine e le 'voci' della montagna. Infine sarà un'intossicazione alimentare a costringerlo a letto tra flash di ricordi familiari e sogni intrisi di messaggi. Il dottore che lo assiste per due giorni gli rivela quasi leggendo il suo pensiero che la sua è quel tipo di malattia che le medicine non possono curare. Shuhao non può più attendere oltre, e prima di affrontare l'ultima parte del viaggio dedica pochi minuti a una telefonata a casa, il suo messaggio lasciato a una segreteria telefonica. L'ultimo valico di montagna prima di Lhasa, a 5000 metri, che lo separa dalla meta sarà la sua sfida, quel viaggio è finalmente diventato il suo. Il titolo originale del film, così come della novella da cui è stata adattata la sceneggiatura, zhuan shan, si traduce 'Kora'. 'Kora' è sia un tipo di pellegrinaggio sia una forma di meditazione nella tradizione Buddista Tibetana. 'Kora' è praticato camminando attorno a un tempio, o uno stupa o un luogo sacro, come il Lago Namtso e la Montagna Kailash, entrambi luoghi sacri in Tibet. Può essere praticato muovendo le ruote della preghiera, ripetendo mantra, contando mala (i rosari da 108 grani), o prostrando se stessi ripetutamente, come esercizio meditativo per rilassare la mente. Secondo la tradizione e la fede Buddhista, 'Kora' si pratica sempre in direzione oraria, e spesso per 108 volte. One Mile Above rivela uno straordinario lavoro di produzione capace di realizzare un film nelle stesse difficoltà e con gli stessi pericoli vissuti dal protagonista della storia. Una nota particolare va alla fotografia di Du Jie e alle musiche di Oshima Michiru, interpreti eccellenti e della storia e del suo ritmo. "Non volevo girare un film per mostrare solo le bellezze del panorama dello Yunnan e del Tibet." - il regista Du Jiayi commenta - "Volevo fosse piuttosto un film sulle persone e sui loro sentimenti. Non penso che Shuhao sia eroico. Nel suo viaggio, egli scopre una qualità inflessibile innata nelle persone, quella di cercare il valore vero e il potere intrinseco nascosto nella vita."

Di Maria A. Ruggieri, tratto dal catalogo Far East Film Festival 14