Anno | 2009 |
Genere | Documentario |
Produzione | Italia |
Durata | 52 minuti |
Regia di | Cosimo Messeri |
Tag | Da vedere 2009 |
MYmonetro | 3,33 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 30 settembre 2009
Il film ha ottenuto 1 candidatura a David di Donatello,
CONSIGLIATO SÌ
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Sul finire degli anni Sessanta, mentre in tutto il mondo il sound della musica beat abdica al rock psichedelico, compare sulla scena musicale statunitense un gruppo, i Merry-Go-Round, il cui leader, Emitt Rhodes presenta una voce e un talento incredibilmente simili a quelli di Paul McCartney. Negli anni successivi, Rhodes prosegue una carriera da solista, scrivendo, cantando e arrangiando da solo tutte le canzoni di tre album che sono rimasti nella storia della musica leggera. Ma, venendo meno al contratto stabilito con la propria casa discografica, che prevedeva la registrazione di sei album in soli tre anni, Rhodes chiude bruscamente la sua carriera con una grossa penale da pagare. Il regista e musicista Cosimo Messeri tenta, dopo 35 anni, di riaprire un caso sulla figura di Emitt Rhodes, seguendone le tracce che lo portano, attraverso una serie di interviste a vecchi amici ed estimatori, a scoprirlo solitario e invecchiato in una modesta casa situata nella periferia di Los Angeles.
Per raccontare la storia di un musicista autarchico, troppo sensibile e malinconico per sostenere l'avidità dello show business, ci voleva un adepto di Nanni Moretti. Cosimo Messeri risponde a questa caratteristica, unendo alle esperienze curriculari con Moretti e al patrocinio di Angelo Barbagallo e Carlo Mazzacurati, un interesse per la musica pop-rock degli anni '60 e '70 cui da sfogo come leader della band "Plastic Macs". Il documentario si apre con le parole piene di melanconia dei testi di Rhodes recitate dalla voce dello stesso cantautore, parole che esprimono una solitudine sconfinata e un'anima tormentata dallo spettro dell'insuccesso. La storia di un cantautore il cui sound è talmente vicino a quello della musica inglese che anche la sua vita rivelerà più affinità con lo spleen del romanticismo letterario che con l'ottimismo aureo dell'American Dream.
Messeri lascia trasparire ad ogni momento il fascino che esercita su di lui questa figura e la sua parabola discendente: lo si evince dalla buona ricostruzione che fa della sua vita, articolando filmati di repertorio, registrazioni e interviste ad amici, conoscenti ed estimatori illustri. The One Man Beatles elabora un ritratto sensibile e accorato di un genio perdente, scopre dietro all'ex prodigio un tempo decretato erede del più melodico dei Beatles, un uomo di mezza età che gira in bicicletta per la periferia di Los Angeles e non può permettersi l'assicurazione sanitaria. Dagli iniziali imbarazzi alla scoperta delicata di un'umanità fatta di piccoli gesti quotidiani e strozzati rimpianti. Man mano che passa dalla prima alla terza persona, dalla narrazione in voice over del regista alle esperienze e alle aspirazioni del vecchio Rhodes, il documentario riesce a raccontare tanto il lato gioviale e spensierato quanto quello complesso e doloroso della vicenda, dimostrando una grande sensibilità nell'oscillazione fra ricerca di un'intimità e giusta distanza.
Analogamente, assistiamo ad una progressiva maturazione del racconto: da alcune ingenuità dell'incipit (la cornice narrativa un po' indecisa fra l'esperienza di tipo giovanilista e il viaggio "wendersiano"), alla partitura classica del documentario con interviste e filmati di repertorio, fino al ritratto empatico e appassionato che, nell'immagine dolce-amara di uomo sorridente con il vento fra i capelli, lascia aperta qualche strada per un nuovo futuro all'affranto musicista.
Il giovane regista Cosimo Messeri parte da Roma ed arriva nei sobborghi di Los Angeles con l’intento di “stanare” Emitt Rhodes, cantante americano che ebbe una breve ma meritata fama tra la fine degli anni sessanta e l’inizio dei settanta. In trentacinque anni, di Rhodes si sono perse le tracce e non se ne sa più nulla. Messeri, che si è fatto le ossa lavorando come aiuto regista di Nanni Moretti e [...] Vai alla recensione »
L'ho visto su Rai Storia l'altra sera e sono rimasto attaccato al televisore. Niente da dire, solo tanta emozione e gratitudine all'autore del film Cosimo Messeri che mi ha in primis commosso non poco, e poi m'ha fatto scoprire un grande come Emitt Rhodes di cui ignoravo l'esistenza. Grazie!!!
Veramente un bel film, commovente, toccante, maturo, struggente nella sua malinconia di fondo, con una nostalgia del passato e del futuro che pervade tutto il film e ti culla nella storia, a tratti anche speranzosa. Un ironico inno alla vita, al tornare a vivere dopo un lungo baratro, un grande film sul rimpianto. Avercene!! E il regista ha solo 24 anni!! Non capisco sinceramente cosa abbia recensito [...] Vai alla recensione »
Questo piccolo immenso film mi rende orgoglioso. Sì, orgoglioso di poter dire che forse anche il documentario italiano può abbracciare un senso poetico! Quanti se ne sono visti in questi anni, tutte operette indecise, piagnucolanti, pseudosociali, squallidamente ammiccanti, con tanti pretesti e poco altro. Mai così forti da smuovere un qualsiasi brivido nello spettatore, ne abbastanza [...] Vai alla recensione »
Che bellezza questo amoroso ritratto d'artista sgangherato! Finiti i titoli di coda verrebbe voglia d'abbracciarlo, quel mascalzone sfortunato di Emitt Rhodes. Che talento, che voce, che lacrimoni!!!! Il giovane regista Cosimo Messeri parte da Roma ed arriva nei sobborghi di Los Angeles con l’intento di “stanare” Emitt Rhodes, cantante americano che ebbe una breve ma meritata fama tra la fine degli [...] Vai alla recensione »
Nel leggere la recensione di "The One Man Beatles" di Edoardo Becattini ci sono sinceramente rimasta un po' malino. Infatti io ho visto il film al Festival di Roma, e concordo con la maggior parte delle osservazioni positive (non a caso, a detta di tutti, è stato il documentario di maggior successo del Festival). Ma sono rimasta male perché non so proprio che film abbia visto, il fino ad oggi irreprensibi [...] Vai alla recensione »