Un lac

Film 2007 | Drammatico 90 min.

Regia di Philippe Grandrieux. Un film con Dmitry Alexandrovitch Kubasov, Natalie Rehorova, Alexei Nikolaevitch Solonchev, Vitali Eduardovitch Kishchenko, Simona Hülsemann. Cast completo Genere Drammatico - Francia, 2007, durata 90 minuti. - MYmonetro 2,75 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Le vicende di una strana famiglia che vive sui monti nel Nord, con un figlio epilettico e una figlia in fuga, raccontate con linguaggio sperimentale.

Consigliato sì!
2,75/5
MYMOVIES 2,50
CRITICA
PUBBLICO 3,00
CONSIGLIATO SÌ
L'epilessia narrativa e la banalità dell'amore.
Recensione di Rita Andreetti
sabato 6 settembre 2008
Recensione di Rita Andreetti
sabato 6 settembre 2008

In un luogo montuoso del freddo Nord, una casa isolata dalla civiltà ospita una famiglia, forse costretta a rimanere fuori dal mondo, forse felice di esserlo, chissà. Qui Alexi e sua sorella vivono un rapporto di amore morboso e poco definito, che supera i confini della fratellanza. L'isolamento li ha portati ad avvicinarsi troppo? Oppure è la malattia di Alexi, epilettico, che peggiora, e distorce i confini tra la realtà del freddo e della neve e la nebbia del disturbo? Le giornate per i quattro passano uniformi, e Alexi continua nel suo impiego di taglia legna (a braccio, come si faceva un tempo). La fatica lo porta a volte ad avere pericolose crisi, fino ad essere inghiottito dalla temperatura e dalla neve rischiando la vita. Improvvisamente, dal nulla, compare un affascinante sconosciuto, al quale la sorella in breve tempo si concede, e altrettanto in breve tempo decide di unirsi, abbandonando quel posto dimenticato dalle relazioni umane. Naturalmente la vita di Alexi subirà una svolta fondamentale, ma non ci è dato sapere come perché il film finisce proprio qui.
Il risvolto geniale di questa incomprensibile pellicola ideata dallo sperimentatore Philippe Grandrieux, risiede nel legame di dipendenza che l'epilessia del protagonista ha con l'obiettivo stesso della camera. Tutto il film infatti è girato con particolari e piani strettissimi, i campi lunghi sono affidati solo ai panorami, e la percezione di chi guarda si lega saldamente allo stato d'animo e fisico di Alexi: se il suo corpo vibra fino allo stremo, la camera vibra sul mondo che inquadra. L'interpretazione regalata da Dmitry Kubasov è così forte che si prova quasi una strana forma di spossatezza al termine della crisi.
Tuttavia, la visione viene messa a dura prova da questa scelta registica insolita: non solo infatti l'immagine ondeggia senza equilibri, ma le molte scene notturne sono riprese con una minima componente luminosa, alle soglie dell'impossibilità di lettura. Naturale che, in un periodo in cui la sperimentazione di ripresa è di moda, questo film si va ad inscrivere in un filone di indagine post-moderna interessante. Purtroppo all'immagine "sporca" si aggiunge pure una storia di personaggi scollati dal reale, in un ambiente che ha del magico e dell'incongruente: l'influsso del documentario e quello della video arte si uniscono nella storia di finzione creata da Grandrieux. Perciò, lo sforzo di seguire visivamente le azioni risulta notevole, così come quello di trovare mentalmente spiegazioni alla comparsa e scomparsa inaspettata dei personaggi.
Poco importa se poi la sorella se ne va seguendo il primo istinto sessuale che piomba nella sua vita, rivelando la vacuità dell'amore che la legava al fratello; poco importa se questo rapporto insolito su cui si basa la prima metà del film, finisce in questo modo triste e poco riflettuto. Il messaggio che ci arriva è che lei alla fine voleva fuggire da quella gabbia di matti, con i genitori asettici e un fratello che peggiora e le si attacca come uno zaino. La forte dinamica della malattia perisce, lascia spazio alla scappatella adolescenziale, e il pubblico esce di sala sgonfiato.

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RECENSIONI DELLA CRITICA
Jean-Luc Douin
Le Monde

"Un lac" : fantasmagorie sensuelle Des paysages et des corps. Une forêt, la neige, une maison. Un cheval, son œil, son naseau. Un garçon, qui abat des arbres, marche dans la neige, caresse la bête. Le cinéma de Philippe Grandrieux est posé. C'est celui d'une expérience sensorielle. Le monde de la vue et de l'ouïe. Une affaire de perception dans la nuit, de combat entre l'ombre et la lumière, de [...] Vai alla recensione »

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