La canzone più triste del mondo

Film 2003 | Musicale, 99 min.

Regia di Guy Maddin. Un film con Mark McKinney, Isabella Rossellini, Maria de Medeiros, David Fox, Ross McMillan. Cast completo Titolo originale: The Saddest Music in the World. Genere Musicale, - Canada, 2003, durata 99 minuti. Uscita cinema venerdì 18 luglio 2008 distribuito da Fandango. - MYmonetro 2,78 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Nel tentativo di arricchirsi durante la grande depressione, la proprietaria di una fabbrica di birra indice un concorso canoro per attirare in città il maggior numero di forestieri.

Consigliato sì!
2,78/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA 2,33
PUBBLICO 3,00
CONSIGLIATO SÌ
Commedia grottesca dai tratti surreali che sfrutta la dimensione onirica per raccontare l'America del proibizionismo.
Recensione di Tirza Bonifazi Tognazzi
Recensione di Tirza Bonifazi Tognazzi

A Winnipeg, in Canada, la grande depressione ha causato una tale penuria che Lady Helen Port-Huntley, proprietaria di una fabbrica di birra, decide di indire un concorso mondiale che verrà trasmesso in diretta radiofonica per attirare in città quanti più forestieri possibile. L'esecutore della canzone più triste del mondo riceverà un premio di 25mila dollari, mentre lei guadagnerà sui beveraggi e si farà una buona pubblicità in vista della ratifica del XXI emendamento che a breve porrà fine all'era del proibizionismo.
Tra gli aspiranti concorrenti c'è Chester Kent, un impresario di Broadway sull'orlo del fallimento nonché ex amante della donna e testimone dell'incidente che l'ha privata di entrambe le gambe; il padre Fyodor Kent, un ex chirurgo ed ex alcolizzato da sempre innamorato della bella Lady Helen; e il fratello Roderick Kent, espatriato in Serbia dove ha conosciuto il calore di una moglie e l'affetto di un figlio, salvo poi perdere l'uno e l'altro. Con l'arrivo del fratello, Chester dovrà fare i conti con vecchi ricordi di famiglia sepolti sotto una lastra di ghiaccio e contendersi l'amore di Narcissa, una ninfomane serba con problemi di amnesia.
Con qualche piccola modifica il soggetto di Kazuo Ishiguro, autore di Quel che resta del giorno, offre a Guy Maddin la possibilità di parlare dello sfruttamento del proibizionismo mantenendo il leitmotiv del suo cinema, già esibito nel primo cortometraggio, The Dead Father dove il regista canadese mostrava una predilezione per le contorte storie familiari e creava le basi della sua personalissima cifra stilistica.
Il bianco e nero sgranato e graffiato, l'illuminazione primitiva e ad effetto e le voci "invecchiate" artificialmente ricreano l'ambientazione del primo cinema sonoro che Maddin fa suo, stravolgendone i canoni linguistici a uso di una dialettica soft-porno ironica e stuzzicante.
L'esagerazione con la quale sono tratteggiati i caratteri principali, con le loro fobie (Roderick è affetto da ipocondria e non sopporta essere toccato), i loro cuori duri (Chester non ha mai provato il morso della tristezza in vita sua, neanche di fronte alla morte della madre, e non è capace di amare) e le loro maniache ambizioni (Fyodor, reo di aver deturpato il giovane corpo della sua amata, sogna di regalarle gambe di vetro piene di birra spumeggiante), alimentano l'atmosfera surreale del film e la dimensione onirica.
Dietro la sua parvenza ostica, La canzone più triste del mondo è una commedia semi-musicale gustosa, spiccatamente divertente e colta, elegante e un tantino grottesca nella messa in scena.

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RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
domenica 20 marzo 2011
R.M. Renfield

Film affascinante nello stile e nel racconto, e, nonostante il titolo, divertente e piacevole.

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Cristina Piccino
Il Manifesto

Ci sono voluti cinque anni - era alla Mostra del cinema di Venezia nel 2003 - alla Fandango per tirare fuori The Saddest Music in the World aspettando oltretutto il periodo di «calma piatta» estiva. Al di là del film in sé (viene da piangere se si pensa al destino riservato, sempre da Fandango, a Avi Mograbi e al suo bellissimo Per uno solo dei miei occhi tenuto in frigorifero tre anni uscito pochi [...] Vai alla recensione »

Roberto Nepoti
La Repubblica

Winnipeg sotto la neve, durante la Grande Depressione. C'è già poco da stare allegri; senonché lady Porthunty, regina della birra col viso di Isabella Rossellini e le gambe di vetro, ha l'idea di bandire un concorso per la canzone più triste del mondo. Depressi, ma attratti dai 25 mila dollari di premio, affluiscono musicisti da ogni angolo della Terra: mariachi lacrimosi, affranti ambasciatori del [...] Vai alla recensione »

Francesco Alò
Il Messaggero

Canada: terra di cinematografari un po' pazzi. Dall'adottato Norman McLaren all'autoctono David Cronenberg. Da lì proviene anche lo sperimentatore Guy Maddin che con La canzone più triste del mondo ha realizzato uno dei film più bizzarri, e meno tristi, del decennio. La pellicola è del 2003 e racconta una storia ambientata nel Canada del 1933: a Winnipeg (città natale del regista) una signora con parrucca [...] Vai alla recensione »

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