Tartarughe sul dorso

Film 2005 | Drammatico 92 min.

Regia di Stefano Pasetto. Un film con Barbora Bobulova, Fabrizio Rongione, Luigi Diberti, Antonio Manzini, Gordana Miletic. Cast completo Genere Drammatico - Italia, 2005, durata 92 minuti. Uscita cinema venerdì 6 maggio 2005 - MYmonetro 3,00 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento mercoledì 13 dicembre 2017

Un lui e una lei si perdono di vista dopo una infanzia passata insieme. Si ritroveranno di nuovo molti anni dopo per ricostruire una storia d'incontri mancati. Il film ha ottenuto 1 candidatura a David di Donatello, In Italia al Box Office Tartarughe sul dorso ha incassato 18,3 mila euro .

Consigliato sì!
3,00/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA
PUBBLICO 3,00
CONSIGLIATO SÌ
Un lui e una lei senza nome, le cui vite si toccano appena.
Recensione di Andrea Chirichelli
Recensione di Andrea Chirichelli

Un lui e una lei senza nome, le cui vite si toccano appena, sin dall'infanzia, per brevissimi incontri. Lo sfondo è Trieste, dove lei, studentessa di medicina, vive presso una zia e dove lui, in fuga da un passato di violenza e carcere, lavora come pasticciere. Si ritrovano alcuni anni dopo: lei è diventata medico ed è legata al primario; lui, portuale, precipita con la gru e finisce sotto i ferri della dottoressa. La passione, a lungo repressa, esplode. Una storia d'amore finalmente raccontata in modo anticonvenzionale. Lui reietto dal mondo e incapace di adattarsi alla libertà conquistata a fatica, lei, triste e sperduta, circondata da false certezze. Gli opposti si attraggono e scossa la scintilla, salvifica per entrambi. Mai urlato e girato in modo convincente dall'esordiente Stefano Pasetto, Tartarughe sul dorso è una boccata d'ossigeno nell'asfittico panorama italiota, caratterizzato da commedie da quattro soldi e di matrice oramai tristemente televisiva. La coppia Fabrizio Rongione e Barbora Bobulova, sprigiona un'empatia immediata e dimostra un forte alchimia, utile a rendere credibile la storia, banale certo, ma atipica nel suo svolgimento. Sullo sfondo, vera protagonista, la città di Trieste, terra di confine e di passaggio per anime in cerca di una propria identità. Peccato per alcuni rallentamenti nel ritmo e per l'atroce incipit del film, che fa spudoratamente il verso ad una celebre scena di American Beauty, sequenza breve ma davvero indisponente ed inutile ai fini della storia.

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RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
domenica 14 agosto 2016
celluloide

non c'è niente da fare. non ci sono attori simpatici anche se validi. vi immaginate lo stesso film interpretato da Gina Lollobrigida e Alain Delon con regista Luciano Salce ? non capisco se gli attori vengono scelti tra amici, parenti e amanti, oppure in base a come sussurrano parole incomprensibili, e dire che ci sento bene. regia nevrotica che in mancanza di spunti pregevoli, pensa di attorcigliar [...] Vai alla recensione »

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Filippo Mazzarella
Ciak

Lui ha un passato oscuro, fa il fotografo per diletto e il pasticcere per necessità. Lei è costretta a lavorare di notte e rinunciare un po’ alla vita. Una partita di “Scarabeo” nel parlatorio di un carcere ne ricostruisce i destini (tragici). Personaggi senza nome, occasioni perse, incontri mancati, il destino come gioco serissimo, l’amore come mancanza.

Aldo Fittante
Film TV

Lui e lei, due sguardi in pena, con passati ingombranti, in una città di frontiera, passaggio obbligato per andare oltre, per trovare un altrove. Trent’anni sono sufficienti per rischiare di sentirsi completamente fuori luogo e inopportuni. Anni di galera spesi da innocente, violenze brutali subite da un corpo fragile come quello di una tartaruga, che lei accudisce con largo affetto e dietro alla quale [...] Vai alla recensione »

Paolo D'Agostini
La Repubblica

Il film viene prima che la fama di Barbora Bobulova, certo già largamente sperimentata a partire dal Principe di Homburg di Bellocchio, decollasse con il ruolo della cinica ereditiera pentita in Cuore sacro di Ozpetek. L'esordiente Pasetto ha voluto un film di metafore (già a partire dal titolo: a che serve la dura scorza se ci si trova in una posizione d'impotenza?), di "parole non dette", di suggestioni, [...] Vai alla recensione »

Leonardo Jattarelli
Il Messaggero

Un chirurgo e il suo paziente. Una Lei e un Lui che non possiedono neanche un nome ma sono stranamente ricchi di un passato che viene in superficie mano a mano, come se da quel passato e solo da quello potesse nascere un presente e, forse, un futuro. In questo equilibrismo temporale, Stefano Pasetto, il regista di Tartarughe sul dorso al suo debutto nel lungometraggio, sceglie efficacemente, in controtenden [...] Vai alla recensione »

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