Insomma, diciamolo, della generazione dei cineasti indipendenti più o meno quarantenni (i Tarantino, i Rodriguez, i Rockwell, gli Anderson, i Van Sant...) il texano Richard Linklater è quello che mette d'accordo tutti. Nessuno lo ha mai sopravvalutato e non è di culto, perciò non si sono create, tra critici e appassionati, le solite partigianerie. D'altro canto, il carattere intellettuale del suo cinema, l'intelligenza manifesta anche in titoli meno personali e più “alimentari” (come School of Rock) gli hanno assicurato una stima generale. Dopo il successo dell'esplosiva commedia musicale con Jack Black, Linklater è tornato alla produzione minimale con Before Sunset-Prima del tramonto, seguito “dieci anni dopo” di Prima dell'alba, con gli stessi protagonisti Ethan Hawke e Julie Delpy che si ritrovano più o meno casualmente a Parigi.
In una città che si ritrae al passaggio dei due (ex?) amanti mentre chiacchierano di banalità e massimi sistemi, il regista ha modo di ribadire come il baricentro della sua poetica siano prima di tutto le domande, i dubbi circa il “come saremo”, le problematiche generazionali asciugate dai cliché, i dilemmi sulla possibilità che una semplice ma universale storia d'amore tra due adolescenti possa incidere per sempre una vita. Dato che nessuno ha mai sopravvalutato questo regista, che merita in ogni caso la qualifica di autore, non cominceremo noi. Linklater non ha diretto solo buoni film e anzi, quello al quale lui probabilmente tiene di più, Waklng Life (2001), il cartoon filosofeggiante, è un tedioso pasticcio. E tuttavia ha detto qualcosa di importante con La vita è un sogno (1993), in originale Dazed and Confused, molto popolare negli States e di fatto ancora oggi il suo titolo migliore. Una sorta di American Graffiti però con il senno di poi: senza disillusioni e senza nostalgie, con i piedi ben piantati in un mondo che dopo la sbornia del “formidabili quegli anni” si è ritrovato a mollo nel riflusso.
Sorprende, di Linklater, la lucidità con la quale riesce a condurre per mano i suoi personaggi, di solito giovani o giovanissimi, un po' disorientati di fronte alle scelte. Siano esse ideali, sentimentali (vivere un amore che può cambiare il tuo destino), esistenziali. Ha anche diretto un western niente male, sempre con il suo attore feticcio Ethan Hawke. ÈNewton Boys, in Italia uscito alla chetichella e soltanto per il mercato home video, ma significativo perché i giovani banditi del film, seppure sopra le righe, sono a loro volta “dazed and confused” (storditi e confusi) come i loro coetanei di cinquanta, sessant'anni dopo. E a proposito di generi, il suo prossimo film è di fantascienza: A Scanner Darkly tratto da Philip K. Dick con Keanu Reeves e Winona Ryder.
Da Film Tv, n.47, 2004