Kirsten Dunst (Kirsten Caroline Dunst) è un'attrice statunitense, regista, produttrice, sceneggiatrice, è nata il 30 aprile 1982 a Point Pleasant, New Jersey (USA). Kirsten Dunst ha oggi 42 anni ed è del segno zodiacale Toro.
Pieno di luce, scintillante, lussuoso e dorato, Marie Antoinette di Sofia Coppola non sembra davvero la storia d’una regina di Francia morta sulla ghigliottina nel 1793 a trentasette anni; piuttosto pare una ragazza vanesia come tante, desiderosa di divertimento e ammirazione, regina rock e rococò con i lineamenti spiritosi, delicati e allegri di Kirtsten Dunst. Un’attrice incantevole: da anni. Il debutto a sette anni, nell’episodio diretto da Woody Allen di New York Stories. A dodici anni, fra Tom Cruise e Brad Pitt in Intervista col vampiro di Neil Jordan, ragazzina enigmatica e bellissima. A sedici anni, interprete del primo film di Sofia Coppola, Il giardino delle vergini suicide. Poi una pausa durante la quale si è confermata la sua rivalità con Scarlett Johansson e ha scelto film più popolari, anche mediocri: Elizabethtown, melensaggine con Orlando Bloom e Spiderman, come fidanzata dell’Uomo Ragno.
H a 24 anni e per Marie Antoinette, della quale non sapeva nulla, ha dovuto prendere lezioni di ballo, di piano, di canto. E studiare la fotografia esemplare scelta da Sofia Coppola per condensare personalità e temperamento della principessa che sposò a 14 anni il futuro re di Francia (che ne aveva 15): una famosa copertina di Harpers’s Bazaar degli anni Cinquanta realizzata da Richard Avedon, il massimo della futilità, solitudine e bellezza. E ha dovuto imparare a canminare con un mix di grazia e di solennità per i saloni di Versailles, gentilmente concessi per l’occasione dal governo francese.
Una cosa era però difficile da imparare. La regista vedeva la regina come una teenager smarrita in un’altra città o in un’altra scuola, quindi in stato di imbarazzo e disagio: però Maria Antonietta non veniva dalla provincia, ma dalla Corte imperiale di Vienna, più semplice e severa della Corte di Francia, molto più esigente in fatto di etichetta. Un’altra cosa è difficile da accettare. Nel suo film più trionfale, fastoso e discusso, Kirsten Dunst, ex bambina meravigliosa, crescendo si appesantisce come tutte le giovani donne d’origini euro-nordiche (tranne Ingrid Bergman), perde un poco la luminosità e la sfumatura perfettamente rosea della pelle, le linee sottili della faccia: proprio come Scarlen Johansson.
Da Lo Specchio, 18 novembre 2006
Spider-man vorrebbe vederlo morto ed è dunque difficile comprendere perché Kirsten (pronunciato “Cheersten”) Dunst abbia accettato di stargli al fianco per la terza volta nei panni della compagna di avventure Mary Jane.
«Sarebbe davvero molto interessante - racconta l’attrice americana - vederlo morire. Vi siete mai chiesti perché i supereroi non muoiono mai? Se Mary Jane fosse sola e incinta potrebbe dare alla luce uno spider baby e questo porterebbe avanti la leggenda. Non vi pare?». Intanto Kirsten si ritrova di nuovo accanto a Tobey Maguire per questo seguito attualmente in lavorazione che uscirà negli Stati Uniti non prima, dicono le cronache, del maggio 2007. Allora, dicono invece gli astrologi e tutti quelli che amano fare previsioni, Kirsten Dunst non sarà più un nome semisconosciuto ma una star degna di tappeto rosso. Quando un anno la girò Wimbledon, una storia d’amore giocata a colpi di racchetta da tennis diretta da Richard Loncraine, pochi sapevano chi fosse questa ventenne del New Jersey figlia di un medico tedesco, Klaus Dunst, e di una gallerista d’arte svedese, Inez, con la quale ha da poco fondato una casa di produzione cinematografica dal nome Wooden Spoon, ovvero cucchiaio di legno. Da Wimbledon la sua carriera ha spiccato il volo, e presto la vedremo diretta da registi del calibro di Cameron Crowe in Elizabethtown e di Sophia Coppola in Marie Antoinette, dove veste i tragici panni della principessa austriaca, sposata a Luigi XVI e decapitata durante la rivoluzione francese. Del resto non è la prima volta che Kirsten lavora assieme alla Coppola: alcuni la ricorderanno infatti nel film indipendente della figlia di Francis Ford dal titolo Il giardino delle vergini suicide del memorabile è rimasto il bacio con Brad Pitt in Intervista col vampiro del 1994.
La Dunst ha oggi 23 anni ed è considerata una delle donne più belle del mondo, almeno a giudicare dalle classifiche pubblicate da “People“. Gli amici la chiamano Kiki, il nome con cui si chiamava da piccola perché non riusciva a pronunciare Kirsten, e da qualche mese, confessa, è tornata single dopo una relazione movimentata con l’attore Jake Gyllenhaal. Scottata dalla delusione, è decisa a rimanere sola a lungo: «I ragazzi sono frustranti - racconta -. Odio i messaggi indiretti e i giochetti di parole. Sono una ragazza semplice, ho bisogno di chiarezza. Da un ragazzo voglio sapere se gli piaccio o meno senza troppe parole intorno». E alla domanda se ha mai pianto per un amore andato storto, risponde: «Perché dovrei piangere per un ragazzo? Non sprecherei mai le mie lacrime in questo modo».
Kirsten sostiene di non essersi mai pentita di aver rifiutato il ruolo di Angela in American Beauty «All’epoca avevo 15 anni e non ero abbastanza matura per interpretare un ruolo del genere e soprattutto per capire la sceneggiatura Inoltre devo confessare che non me la sentivo di baciare Kevin Spacey o di posare nuda in un mare di petali di rose». Ora si sente più matura, ma ci sono ancora alcune convinzioni che la rendono forte e decisa. Non spogliarsi, non bere, non fumare e assolutamente non drogarsi: «Quando vedo i miei amici che fumano mi sento male per loro e tutte le volte che devo fumare in un film lo faccio con sigarette false. Il fumo mi fa davvero ribrezzo. Capisco che è una dipendenza ma non mi trova molto tollerante».
Su Spider-Man 3 non si sbilancia, anche perché il film è ancora in lavorazione: «Sono grata al ruolo di Mary Jane perché mi ha fatta conoscere al grande pubblico e soprattutto fuori dai confini americani. Ma se lo volete sapere, non è il mio genere preferito di film». Non c’è da stupirsi visto che al numero uno nella sua top ten dei capolavori assoluti del cinema c’è Schindler’s List.
«Questo non significa che disdegno titoli più leggeri. Anzi, ogni tanto qualche divagazione fa solo bene. E poi sento di avere da-vanti a me ancora tutto un universo da esplorare. L’importante - conclude - è non fare passi falsi.
Da Film Tv, n. 22, 2005
Elisabetta del Soldato
Woody Allen durante le riprese di New York Stories portò un gelato alla figlia adottiva e niente agli altri due bambini con lei sul set, uno dei quali ero io». Che registi e attori facciano attenzione quando lavorano al fianco di piccoli colleghi perché i pargoli dieci anni dopo possono diventare star dalla memoria di ferro e dal ricordo pungente. Kirsten Dunst, ex bimba prodigio, trenta film all’attivo e oggi, a 22 anni, tra le attrici più quotate negli Stati Uniti, ricorda ancora: «Baciare Brad Pitt è stato appena un pochino disgustoso, aveva le labbra secche». Kirsten ricorda molte cose perché da molto tempo lavora, il primo spot l’ha registrato quando aveva 3 anni, l’attenzione dei critici l’ha ottenuta a 12, interpretando Claudia, la bimba che Tom Cruise trasforma in una creatura delle tenebre nel film Intervista col vampiro. Ma il salto planetario per la ragazza del New Jersey è arrivato con capelli rossi di Mary Jane, adolescente vicina di casa di Peter Parker che, tormentata dai problemi familiari, prova a dimenticare passando da un ragazzo all’altro. Il bacio che lei e l’uomo ragno a testa in giù si scambiano sotto la pioggia ha molto più merito dei mirabolanti effetti speciali nell’aver portato a 810 milioni di dollari l’incasso. Nelle prima versione di Spider-Man l’attrice è intervenuta nel modellare il suo personaggio: «Non volevo fare quella che urla appesa alla ragnatela mentre lui la salva in stile Io-Uomo-Ragno-tu-Jane».
Il tocco di Kirsten si sente ancor di più in questo sequel da 200 milioni di dollari di costo che in patria ha già fatto registrare incassi stratosferici. Da ieri, è su 700 schermi italiani. I combattimenti sulle cime dei grattacieli con il cattivo dai tentacoli d’acciaio, Doc Ock, e gli inseguimenti in metropolitana fanno da sfondo all’evoluzione del rapporto amoroso tra Peter e Mary Jane: «Lei è più matura, ormai è un’apprezzata attrice di Broadway», dice Kirsten, «vorrebbe un compagno, vorrebbe Peter, ma lui l’ha respinta e lei non capisce perché». Tra le scene più tenere del film c’è quella in cui la ragazza bacia un nuovo fidanzato rovesciandogli la testa, alla ricerca inutile della magia provata.
La malinconia, l’amore, il tormento: il bel viso dai colori nordici di Kirsten sa esprimere con naturalezza toccante gli stati d’animo più segreti. Per questo Sofia Coppola si innamorò di lei e la volle come protagonista de Il giardino delle vergini suicide. La sua interpretazione di ragazza sbandata e tossica nel film Crazy Beautiful era talmente convincente che il produttore continuava a «spiarla» sul set, anche se lei non ha mai fumato neanche una sigaretta in vita sua, La sua intelligenza ha fatto dire al regista Cameron Crowe, che le preferì per Quasi famosi la rivale Kate Hudson, ma che ora l’ha scelta per Elizabethtown: «Quella ragazza possiede Otto livelli di profondità».
Peccato che nella sua vita pubblica Kirsten Dunst riveli solo gli strati più superficiali: interrogata sulle sue speranze, risponde di voler diventare «una donna affascinante, che non guasta». Tra i suoi crucci quello di «non essere abbastanza alta», tra sue le attività preferite lo shopping, tra le sue aspirazioni quella di creare una sua linea di moda sul modello «J. Lo».
Ossessionata dai gossip, Klrsten è rimasta profondamente Influenzata dalla crisi scoppiata tra Jennlfer Lopez e Ben Affleck dopo il disastro del film interpretati insieme. Quando Tobey McGuire, suo ex fidanzato, ha avuto problemi di schiena e si è presentata l’eventualità di sostituirlo in Spider-Man 2 con il suo nuovo amore Jake Gyllenhall, lei si è opposta: «Già leggo i critici: affini nella vita, senza sintonia sullo schermo. Preferisco seguire il consiglio di Jodie Foster e preservare il mio rapporto». La relazione è finita lo stesso, qualche settimana fa. Per noia: «Lui voleva stare in casa a parlare e io voglio uscire con gli amici a mangiare e a ballare in discoteca perché la vita va vissuta intensamente. Sono troppo giovane per fare sul serio», ammette.
L’unica cosa su cui non scherza, questa ragazza pagata 5 milioni dl dollari a film, è la sua carriera. Lei che sul set fino a poco tempo fa portava la coperta portafortuna e che solo da qualche mese è andata a vivere senza la mamma-manager Inez, ha già aperto una casa di produzione, la Wooden Spoon. Cerca ruoli intensi di giovani donne, meglio se maledette. Si è molto arrabbiata quando Gwyneth Paltrow le ha soffiato quello della poetessa Silvia Plath, criticando poi il film: «L’hanno disegnata come una vittima, lei invece era una donna forte, lei voleva morire». Ora sta lavorando sulla storia di Jean Seberg, attrice protagonista negli anni Sessanta di Fino all’ultimo respiro di Jean-Luc Godard: «Sono affascinata dalla sua doppia vita, il coinvolgimento con le Pantere nere, i problemi con la Cia, la sua fine misteriosa».
Nella scaletta fitta di impegni di Kirsten Dunst c’è sempre meno posto per Mary Jane. «Vorrei evitare di fare Spider-Man 3, anche se ho firmato per tre film. Certo non sarò nei successivi quattro già annunciati dai produttori». L’uscita di scena potrebbe essere un classico per le fidanzate dei supereroi, la morte. Ma Kirsten ha pensato a un’altra soluzione: a tirare le cuoia dovrebbe essere Peter Parker. «Mary Jane resta incinta, pronta a mettere al mondo il figlio di Spider-Man, ideale per le puntate successive». Insomma, hanno ucciso l’uomo ragno: «Non è una grande idea? Non si è mai visto un supereroe che muore».
Da Il Venerdì di Repubblica, 10 settembre 2004