Attore colto, serio e preparato, ma dotato di un fisico piuttosto mingherlino, non certo adatti a ruoli di primattore, fece una lunga gavetta sia in teatro che nel cinema, sempre relegato in ruolo marginali, spesso nelle vesti di personaggi negativi, ai quali ben si adattavano il suo volto scarno illuminato da due occhi penetranti, con la fronte solcata e resa più ampia da una precoce calvizie, tanto che egli divenne uno dei caratteristi più apprezzati per dare vita a "cattivi" teatrali e, più tardi, cinematografici. Polacco esordì nel cinema nel 1936, in Squadrone bianco (Augusto Genina); da allora, interpretò numerosi film, prima e dopo la guerra, ma sempre in parti di secondo piano, senza avere mai un'occasione degna delle sue ottime capacità drammatiche. Dotato di una voce di bel timbro fu anche un bravo doppiatore per attori stranieri di fama. Dal 1957 in poi si dedicò assiduamente all'attività di attore televisivo; e la grande popolarità gli venne proprio dal piccolo schermo, in cui, fino al 1968, fu l'infallibile ispettore Rock, che smascherava sempre il colpevole in minuscoli "gialli" che duravano appena qualche minuto e che, alla fine di ogni caso, mentre tutti applaudivano il suo eccezionale fiuto, che gli permetteva di "non commettere mai un errore", si toglieva il cappello scoprendo il cranio calvo e rivelando che un errore lo aveva commesso anche lui: non aveva mai usato la brillantina Linetti. Fu sposato con Clelia Bernacchi, anch'essa eccellente doppiatrice di attrici straniere famose, fra le quali Lauree Bacall e Gail Patrick.
