Il regista torna alla narrazione politica con un dramma che racconta una grande storia collettiva attraverso la storia (e l'innocenza) di un singolo individuo. Dal 12 aprile al cinema.
Nord e Sud, così uguali e così diversi. Kim Ki-duk riparte da dove aveva cominciato, indugiando sulla ferita, tuttora aperta, che lacera un Paese, la Corea, in due nazioni, separate e conflittuali. Attraverso l'allegoria del pescatore, che chiude gli occhi di fronte alle tentazioni del Sud e conosce il lato peggiore dell'uno e dell'altro sistema, Kim mette in luce le contraddizioni di due sistemi speculari ma accomunati dai difetti. Come Yin e Yang, come due volti della misteriosa e fallace natura umana.
"Kim Ki-duk torna al suo cinema delle origini con un film politico che critica regimi e sistemi di entrambe le coree".
Presentato al Toronto Film Festival e applaudito alla Mostra del Cinema di Venezia, Il prigioniero coreano di Kim Ki-duk sarà al cinema dal prossimo 12 aprile, distribuito da Tucker Film.