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Strout, con Lucy viaggio in animo umano

Scrittrice Premio Pulitzer, 'inorridita da Trump'


martedì 24 maggio 2016 - Ultima ora

ROMA, 24 MAG - è un viaggio nell'animo umano, un romanzo sulla scrittura e l'essere scrittori, sul forte legame tra madre e figlia. Ma soprattutto è un libro sull'amore, diverso dai precedenti 'Mi chiamo Lucy Barton' (Einaudi) nel quale Elizabeth Strout ha cercato "di andare all'essenza profonda delle cose". Lucy è malata e la madre, che non vedeva da prima del suo matrimonio al quale non era presente, la raggiunge in ospedale e resta con lei per cinque giorni e cinque notti. Nella stanza in cui è ricoverata Lucy, davanti al grattacielo Chrysler, in questa situazione chiusa, da cui non si può uscire, madre e figlia si raccontano tante cose del passato e del presente e capiscono soprattutto di essersi volute sempre bene. "Lucy non smette mai di amare la madre e per tutta la vita sente il bisogno del suo amore. Il legame tra loro è forte nonostante tutte le difficoltà", dice all'ANSA Elizabeth Strout in Italia con il suo nuovo romanzo, scritto in prima persona, che in America è stato accolto con molto favore.
(ANSA)

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