Eleonora Giorgi e Massimo Popolizio sono i protagonisti di una puntata sulla vocazione manifestata in giovane età.
di Mario Sesti
Splendor, il programma di cinema che usa il cinema come un joystick per esplorare e incunearsi in tutte le insenature della cultura e dell'immaginario, dalla letteratura, al teatro, dall'arte ai videogiochi, dalla ricerca visuale alle configurazioni di ogni forma di racconto, giunto alla sua decima puntata, dedica uno sguardo ravvicinato al talento: quella forma di misteriosa vocazione o abilitá o intuizione che spesso si manifesta in giovane etá. È il tratto che accomuna tutti gli ospiti di questa puntata.
Come per esempio Eleonora Giorgi che, da teenager, scrutata per caso da Fellini su una spiaggia, doveva diventare uno dei volti e delle icone degli anni '80, celebrata da un classico della commedia di quegli anni come Borotalco di Carlo Verdone. Ma anche adesso, a sessanta anni, la matassa incandescente dei suoi capelli biondi cattura e diffonde la luce come succede alle vere dive.
Molto giovane era anche Massimo Popolizio che, ventenne, iniziò il suo apprendistato con uno dei più grandi nomi della regia teatrale contemporanea, Luca Ronconi, sottoponendosi per infinite stagioni ad un training di più decenni che lo ha portato alla conoscenza profonda della parola e della tecnica delle intonazioni di una frase. E anche ora che è passato alla regia, ciò non lo rende indenne dalla paura che si deve affrontare quando si apre il sipario e avanza sul palco come attore: una paura destinata addirittura ad aumentare con gli anni invece di estinguersi.
Giovanissima era anche Cecilila Dazzi la quale, con un padre produttore, si impose a14 anni nella produzione di un film per delle impegnative riprese subacquee. E solo dopo il "servizio militare", durato due anni, dei "Ragazzi del muretto", si sentì in grado di affrontare film e serie televisive e addirittura la scrittura per la musica, con dei testi di canzoni interpretate da Niccolò Fabi.
Ancor più giovane era Fabrizio Bosso, uno dei più grandi trombettisti viventi, quando prese per la prima volta lo strumento in mano: aveva solo 5 anni. Oggi è un artista che può dedicare composizioni e suite a grandi del passato come Duke Ellington e Chet Baker ma anche lavorare con cantautori come Fabio Concato o addirittura suonare senza prove precedenti con gli Splendors, il gruppo del Teatro Centrale che accompagna ogni puntata del programma.
Chiusura con Jaselli, un musicista all'avanguardia nella ricerca al crocevia di blues, rock e soul che esegue un vibrante e avvolgente brano tratto dall'album "Monster Moon", dedicato all' influenza che la luna esercita sulla nostra tempra e la nostra creatività: diventando così una partner insospettabile di ciò che chiamiamo, per l'appunto, talento.