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ONDA&FUORIONDA di Pino Farinotti

Film, TV, Papi Santi: la grande onda mistica.
di Pino Farinotti

In foto una scena del film Noah di Darren Aronofsky.
Russell Crowe (Russell Ira Crowe) (60 anni) 7 aprile 1964, Wellington (Nuova Zelanda) - Ariete. Interpreta Noah nel film di Darren Aronofsky Noah.

domenica 27 aprile 2014 - Focus

Mai come in questa stagione i media, tutti, rilanciano il "genere" religione, e anche fede. Ritengo che, come sempre accade, una regia, neppure occulta, certo alta, ci sia.
In queste ultime settimane abbiamo visto quella fiction, sostenta ora per ora dall'emittente, Retequattro, sulla Bibbia. Nella sale è uscito il colossal Noah con Russell Crowe. Quei titoli sono stati un promemoria generale sulla nostra "antropologia", chiamiamola così, che magari sbiadiva nel tempo. Pure in stile "action" - a volte sembra di vedere Troy o Il gladiatore, fatte le debite proporzioni di... budget - abbiamo ripassato i grandi fondatori, da Abramo a Mosè e anche il dio dell'Antico testamento, uno che era meglio non fare arrabbiare, perché richiudeva il mar Rosso sui nemici, distruggeva la Sodoma dei corrotti e annegava i cattivi nel diluvio. Naturalmente abbiamo rivisto la parabola di Gesù, il figlio di dio buono che perdona tutti e muore per noi. Un promemoria utile, ribadisco. E poi è partita tutta la lunga traiettoria che ha portato alla santificazione dei papi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, oggi 27 aprile.
Lo si deve a questo papa, Francesco, che come sempre ha cambiato le regole, in questo caso le ha velocizzate. La canonizzazione di Wojtyla avviene a meno di dieci anni dalla sua morte. È quasi un record: la Storia ci dice che solo sant'Antonio da Padova fu più veloce di lui. Ecco, cambiamento e velocità sono due fra i molti codici di Bergoglio, e non c'è dubbio che in chiave comunicazione, e anche di rappresentazione, il papa venuto dall'Argentina, sia un maestro. Un maestro buono certo. E un regista efficace. Da molti mesi le televisione italiana, tutta, pubblica e privata, concede grandi spazi al papa. E ogni volta il papa propone qualcosa di importante, magari già accreditato, ma con una nuova lettura che apre altre strade. Quando dico velocità intendo anche revisione pratica delle vicende, della burocrazia per esempio, se si intendono "burocrazia" tutte le regole, i controlli, i riscontri, le prudenze, che portano alla beatificazione. Sembra che papa Roncalli non possedesse proprio tutti i requisiti. Bergoglio ha rilevato che si tratta di un papa talmente amato anche a tanti anni dalla sua morte, che è legittimo, è "sacrosanto" che le regole vengono sorpassate. Non è cosa da poco. In parallelo le televisione ha rimandato le fiction sulle vite dei due pontefici. Estraggo un paio di episodi decisivi, in chiave storica, non squisitamente religiosa, ma più vasta e importante. Il papa buono, con Bob Hoskins, impressionante nella parte del papa, racconta che nel 1962, durante la crisi di Cuba, che portò il mondo sull'orlo della terza guerra mondiale, papa Giovanni tenne una corrispondenza fitta e accorata con Kennedy e Kruscev. Li pregò di trovare un punto di incontro, un compromesso buono per tutti e due. E lo trovarono. Nella serie Karol - Un uomo diventato papa, Lec Walesa, l'eroe polacco della libertà, racconta dell'intervento di Wojtyla durante la trasformazione, la fine, dei regimi comunisti. "La storia avrebbe comunque fatto il suo corso" dice Walesa "ma senza Karol il processo sarebbe stato molto più lungo". Dunque Roncalli e Wojtyla: santi ed eroi.

Detrattori
Nel quadro di questa lunga e larga onda mediatica religiosa, naturalmente non mancano i detrattori: "La chiesa usa il suo potere, bella forza". È vero, lo usa. Il "regista" si è accorto che è bene farlo, oltrepassare la comunicazione, statica, ingessata, tradizionale che ha portato a un impoverimento generale delle chiesa stessa, bastano i numeri: i fedeli, le vocazioni eccetera.
La televisione attuale vive di alcuni momenti fissi, reiterati. I talk di politica, sono decine, tutti uguali e tutti inutili, moltiplicatori di angosce, proprio perché inutili: un politico ti rassicura e l'altro ribalta tutto. Arroganze e strilli di gente quasi tutta compromessa con la giustizia. Poi c'è la cucina. Davvero invasiva a stucchevole, fasce di giornata intere. Poi il calcio, altre chiacchiere intorno al niente, dove il twitter di un calciatore idiota viene sviscerato e approfondito più... del Capitale di Marx o dell'Interpretazione dei sogni di Freud. Poi abbiamo la fase giovanile alla De Filippi, che crea un mondo tutto suo, molto frequentato purtroppo. Un risultato l'ho riscontrato per caso ieri, in un servizio dove si domandava ai giovani cosa fosse il 25 aprile, festa della Liberazione. Nessuno sapeva cosa fosse la liberazione. Uno ha osato una risposta: "quella di Garibaldi". E altre amenità come l'autocoscienza di uno del Grande Fratello e l'istantanea di un Piero Pelù che può capitarti fra capo e collo in ogni momento. Non insisto oltre sulle categorie dalla nostra Tivù. Ma credo che questa grande onda mistica, vada considerata con attenzione, senza pregiudizi. Non ci vedo davvero intenzioni seconde o nascoste. Ma solo buone intenzioni. Un'immagine di piazza San Pietro, in campo lungo, gremita, con là in fondo il punto bianco di Francesco, col papa che fra poco dirà qualcosa di rassicurante, credo che sia un'alternativa necessaria, anzi indispensabile, alla televisione che ho detto sopra.

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