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Il cinema in movimento

I social network rafforzano la cinefilia?
di Roy Menarini

In foto Jesse Eisenberg in una scena del film The Social Network.
Jesse Eisenberg (Jesse Adam Eisenberg) Altri nomi: (Jesse Adam Eisenberg ) (40 anni) 5 ottobre 1983, New York City (New York - USA) - Bilancia. Interpreta Mark Zuckerberg nel film di David Fincher The Social Network.

lunedì 29 ottobre 2012 - News

Che cosa è Il cinema in movimento? Una rubrica dedicata alle trasformazioni del cinema nell'epoca dei new media e alle riflessioni che si possono trarre dalle novità in atto.

La fruizione tradizionale del cinema ha ancora un senso? Le ricerche che si stanno facendo in tutto il mondo fanno pensare di sì, che la funzione culturale della sala cinematografica possa convivere con altre forme di visione del film. E questo è noto. Ma quale ruolo hanno i social network nei confronti del prodotto film? Lo spunto è il recente racconto della scrittrice Jennifer Egan pubblicato a puntate attraverso singoli brani di 140 caratteri su Twitter. Un esperimento letterario al passo coi tempi, non c'è che dire. Bisogna ora osservare che cosa succederebbe ai film di fronte a possibilità del genere.

Limitiamoci per ora a considerare le altre due funzioni dei social media sulla cultura cinematografica. La prima, più evidente, è quella che riguarda la condivisione dell'amore per il cinema, attraverso i link, i "mi piace", lo scambio di contenuti ed esperienze, che non di rado diventa segnalazione e enfatizzazione di film disponibili legalmente sul web. È cinefilia? Rifiutare questa etichetta solo perché si tratta di pratiche a forte sapore tecnologico e apparentemente disimpegnate o distratte sembra abbastanza miope.

Ancora più interessante comprendere il ruolo dei social network durante la fruizione, come avviene per MYMOVIESLIVE! o nel caso delle serie televisive su Fox e su altri canali, dove gli spettatori sono invitati a commentare l'episodio. Che ruolo assume questa fruizione? Un recente studio dell'Hollywood Reporter ha suddiviso la torta percentuale del consumo di intrattenimento sui nuovi media. Le ore passate ogni settimana su Internet sarebbero così ripartite, in media: 8 dedicate al social network, altrettante all'ascolto di musica, 7 nella visione di serie tv, 4 sono spese per i film, 4 per i video online come quelli su YouTube. Facebook e Twitter, però, sono maggiormente capaci di consentire agli utenti un'esperienza multitasking e la condivisione con la propria rete di contatti. Il sondaggio di Hollywood Reporter prosegue e mostra alcune contraddizioni: tre quarti degli utenti pensano che consentire l'uso degli strumenti social nei cinema risulterebbe una fonte di distrazione, ma poi buona parte dichiara di essere interessato a connettersi anche in sala, e più della metà segnala come positiva e comune la possibilità di inviare messaggi dal proprio cellulare.

Ci si prepara, dunque, a una situazione in rapida trasformazione: i social media, pensati per una fruizione casalinga, potrebbero - grazie ai dispositivi mobili - mutare anche le modalità di visione in sala. E, in fondo, non si tratta di una forma di cinefilia anche questa, laddove con questo termine si intende la costruzione di comunità in grado di condividere la propria passione per i film e la propria relazione emotiva attraverso scritti, parole, commenti e critiche?

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