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Louise e Michel: risorse (dis)umane

Esce la commedia nera e indipendente di Delépine e Kerveren, che ha anticipato la crisi economica e denunciato i paradisi fiscali.
di Marzia Gandolfi

La classe operaia spara
Gustave Kervern - Capricorno. Regista del film Louise Michel.

venerdì 3 aprile 2009 - Incontri

La classe operaia spara
Louise è un ex galeotto che veste abiti femminili per garantirsi il posto in una fabbrica di sole donne, Michel è una ex bambina, 'modificata' da una dose eccessiva di ormoni, che colleziona pistole e spara alle stelle. In seguito alla chiusura della fabbrica in cui Louise è impiegata, Michel verrà assoldato per freddare il suo ingrato padrone. Questo è il plot di una commedia nera, amara e grottesca, che ha debuttato al Sundance, è passata a Roma e ha riscosso ovunque un'accoglienza straordinaria. Dopo il cinema "al lavoro" di Laurent Cantet e Ken Loach, è la volta di due registi (ancora francesi) di affrontare le problematiche del mondo del lavoro attraverso il linguaggio dell'arte, che non è confondibile (al massimo complementare) con quello del sociologo o del politologo. Dallo schermo non emergono tesi precostituite ma storie, intrecci, riflessioni che si fanno immagini ed emozioni, risate e lacrime. Gustave Kervern, a Roma per promuovere il suo film, ci racconta che è ancora possibile per un regista autodeterminarsi nelle scelte e affiancare i lavoratori nella difesa della qualità della vita, che è possibile, ancora, denunciare la dittatura del capitale che mercifica la vita degli esseri umani. È soltanto attraverso la ricostruzione del bene comune come concetto non negoziabile e il rifiuto dell'economia come unica regola per il progresso che sarà possibile ostacolare il tramonto del mito del posto fisso, la flessibilità, il lavoro interinale, gli incidenti sul lavoro e le morti bianche. Pessimisti col sorriso (aspro), Gustave Kervern e Benoit Delépine mettono in scena la strategia del capitale contro le garanzie assicurate un tempo dallo statuto dei lavoratori, concepiscono un bambino e sognano un corretto rapporto fra uomo ed economia.

La classe operaia va in paradiso
Gustave Kerveren: L'idea del film nasce da un fatto di cronaca realmente avvenuto in Picardia, una delle regioni della Francia che ha risentito maggiormente di questa crisi economica e del successivo tracollo finanziario. Esattamente come accade in Louise e Michel le operaie della fabbrica furono lasciate a casa senza preavviso. Una mattina vennero rassicurate con un nuovo grembiule e l'indomani, recatesi in fabbrica, non trovarono più né padrone né macchinari. Alcune delle donne che appaiono nel nostro film ci confessarono di aver pensato molte volte di rapire il loro ex padrone e poi di torturarlo ma alla fine si resero conto che quel gesto non sarebbe davvero servito a nulla. Io invece giustifico questo tipo di azioni perché sono simboliche e non violente. La Francia d'altra parte ha una lunga tradizione in fatto di sequestri di imprenditori e ad oggi credo che la classe operaia sia stata fin troppo comprensiva coi suoi padroni. In questi lunghi anni gli operai hanno dimostrato di essere più civili di loro, concedendo tutto quello che potevano, comprese le quaranta ore.

La rivoluzione oggi no, domani forse ma dopo domani sicuramente
Gustave Kerveren: Nel XVI secolo le cose per i lavoratori erano decisamente più semplici. Se erano insoddisfatti, bastava che si recassero sotto le mura del castello a protestare, avevano insomma un interlocutore. Le cose adesso sono assai più complicate, questo è il periodo dei prestanomi, non si sa mai chi sia il padrone, che volto abbia e tutto finisce nei paradisi fiscali. In questi giorni il G20 si è riunito per cercare di moralizzare il capitalismo, faccio loro tanti auguri, in Francia invece possiamo contare sul "talento" di Nicolas Sarkozy. Battute a parte, sono solo un regista e non mi posso lanciare in pronostici sul mondo e sul futuro, ma tendenzialmente sono pessimista, hanno distrutto la classe operaia e se mi guardo intorno vedo molto individualismo, non vedo rivoluzioni all'orizzonte, nessuno andrà all'assalto di niente.

Gérard Depardieu e Isabelle Adjani
Gustave Kerveren: Dopo aver visto il nostro film Gérard Depardieu e Isabelle Adjani hanno espresso apprezzamento e il desiderio di lavorare nel nostro prossimo progetto. Questa volta si tratterà di un film decisamente più romantico e meno politico. Il protagonista vorremmo che fosse Depardieu e proprio in questi giorni gli abbiamo mandato la sceneggiatura, scritta in poco meno di una settimana, attendiamo risposta in proposito. Lo stesso abbiamo fatto con Isabelle, per lei non abbiamo una parte altrettanto importante ma ugualmente ci farebbe piacere una risposta affermativa e la sua partecipazione. Se tutto andrà bene dovremmo girarlo quest'estate, è la storia di un sessantenne che va in pensione e che deve per questo mettere insieme le carte del suo dossier, nell'organizzarle si accorgerà che mancano all'appello due buste paga. Nel tentativo di recuperarle, ripercorrerà la sua carriera, finendo per accorgersi di essere stato sempre preso in giro. Da sempre ci piacciono i personaggi perdenti, ci interessa raccontare la storia di gente persa, che non capisce la crisi economica, che non comprende quello che accade intorno a sè. Sono tutti smarriti, come noi in fondo.

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