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Asterix alle Olimpiadi e... Obelix a Roma

Il "gallo" Depardieu fa tappa nella città di Cesare per presentare il nuovo film tratto dal celebre fumetto.
di Tirza Bonifazi Tognazzi

Obelix a Roma

martedì 29 gennaio 2008 - Incontri

Obelix a Roma
Era il 1999 quando Gérard Depardieu interpretava per la prima volta il forzuto Obelix in Asterix & Obelix contro Cesare e tre anni dopo tornava a vestirne i panni in Asterix e Obelix: Missione Cleopatra. A distanza di quasi un decennio da quel primo adattamento cinematografico l'attore francese - che dice di assomigliare sempre di più al suo personaggio - è di nuovo Obelix nel kolossal Asterix alle Olimpiadi, incentrato sulla storia d'amore tra il giovane gallo Alafolix e la principessa greca Irina. Stavolta i due eroi della celeberrima serie a fumetti creata da René Goscinny e Albert Uderzo dovranno improvvisarsi atleti visto che la bella principessa ha promesso di sposare il vincitore delle olimpiadi. Una missione apparentemente impossibile per uno come Depardieu, che afferma di praticare esclusivamente lo sport della forchetta, e anche per il suo simpatico personaggio, "dopato" di natura.

Cosa l'affascina di Obelix?
Nell'epoca in cui viviamo è straordinario poter interpretare un personaggio come lui, così positivo, totalmente privo di cattivi pensieri e senza nessun interesse a ottenere il potere. È come se fosse un bambino che riesce ancora a sorprendersi di fronte alla natura, alle persone, alla vita. È completamente l'opposto degli eroi statunitensi come Spider Man o Batman. In quel genere di fumetti c'è sempre l'idea che si debba salvare l'America. Obelix invece non è affatto interessato a salvare la Gallia, né si propone alcuna missione, se non quella di rendere felice il prossimo. Poi, sfortunatamente o fortunatamente, assomiglio sempre di più a Obelix...

Come è stato lavorare con Depardieu e Delon, due giganti del cinema francese?
Thomas Langmann: I ruoli al cinema possono essere interpretati da tantissimi attori, ma dopo che Depardieu ha vestito i panni di Obelix, non poteva farlo nessun altro. Per il ruolo di Cesare invece ci serviva qualcuno che avesse il carisma di Delon e la sceneggiatura è stata scritta a sua immagine e somiglianza. In Francia si dice che parla di sé in terza persona, ma noi sapevamo che avesse anche un forte senso dell'umorismo e nel citare i suoi film del passato non volevamo assolutamente prenderlo in giro, ma rendere omaggio alla sua splendida carriera.
Frédéric Forestier: Gerard è un attore che mette tutti a proprio agio, mentre quando Alain entra in una stanza tutti si mettono sull'attenti. Ma a parte questa differenza di carattere, è stato un piacere lavorare con entrambi.

Come è nata l'idea di far recitare Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu?
Thomas Langmann: Cercavamo due attori italiani e quando abbiamo visto Le Iene non abbiamo avuto alcun dubbio. Ci siamo immediatamente innamorati del loro senso dell'umorismo. La sitcom Camera Café è molto celebre in Francia, ma credo che la versione di Luca e Paolo sia ancora più divertente della nostra.
Gérard Depardieu: Amo recitare con gli attori italiani, sono semplici ma ben dotati. Inoltre amano mangiare e bere bene prima di girare, come i gladiatori. È stato un vero piacere vedere Luca e Paolo in azione.

Che ricordi avete del set?
Paolo Kessisoglu: Recitare con Depardieu è stato bellissimo. Stava sul set tutto il giorno vestito da Obelix ed era anche un po' sopra le righe come il suo personaggio. Delon invece lo abbiamo visto da lontano. Nella scena che abbiamo girato insieme nello stadio era sulla gradinata opposta alla nostra. Non siamo neanche sicuri che fosse lui. Forse aveva chiesto di starci così distante per come sono finiti i mondiali. Credo che anche gli altri attori francesi volessero prenderci a calci.

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