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La La Land è il nuovo film diretto e scritto da Damien Chazelle, un musical che mette in scena commedia e dramma talmente bene da lasciarci piacevolmente spiazzati per tutto il corso dei 128 minuti.
Il film riceve quattordici candidature agli Academy Awards 2017 e ad oggi risulta già vincitore di sette Golden Globe su sette candidature. Nonostante il giovane regista Damien Chazelle non abbia alle spalle una lunghissima carriera, abbiamo avuto già modo di conoscerlo per Whiplash, piccola chicca del 2015 che meritò diversi premi agli Academy Awards. Il giovane regista statunitense sembra non voler nascondere il particolare interesse che rivolge alla musica e scrive un nuovo film in cui, di nuovo, la componente sonora è un elemento primario che fa da contesto ad una storia bellissima. L’approccio in La La Land è completamente diverso dalla cruda aggressività di Whiplash, e dona allo spettatore un profondo e delicato senso di romanticismo che unisce tradizione ed evoluzione.
Il film racconta la storia d’amore tra un’aspirante attrice che lavora come barista in un café, Mia (Emma Stone) e un musicista jazz, Sebastian (Ryan Gosling). A seguito dei diversi fallimenti accumulati ai vari casting, nel tentativo di divenire una star Hollywoodiana, Mia decide di passare una serata con le sue amiche. Al ritorno a casa, la donna è sola e lungo la strada è attratta da una melodia proveniente da un piano bar che la spinge ad entrare, è qui che incontra Sebastian, il quale essendo stato licenziato, la ignora totalmente. I due sono destinati ad incontrarsi diverse volte fin quando, durante il loro primo appuntamento, nella visione di “Gioventù bruciata”, nasce in loro un istinto che neanche uno splendido paesaggio era riuscito a scatenare: i due capiscono di provare qualcosa l’una per l’altro e questa consapevolezza li porterà a viaggiare in luoghi terreni e fantasiosi, trascinando gli spettatori con loro in quella “City of Stars” che tutti sognano.
La loro storia d’amore è legata dai sogni che vogliono realizzare: Mia vorrebbe diventare un’attrice affermata, mentre Sebastian vorrebbe aprire un proprio piano bar dove poter spingere la morente scena jazz di Los Angeles. Nonostante le diverse passioni, però, i due non riescono ad immaginare una vita separati, finché Sebastian non decide, a malincuore, di entrare in un gruppo che tradisce la sua idea conservativa di jazz. Al contrario, Mia insiste col proseguire lungo il percorso che lo stesso Seb gli aveva indicato e porta avanti la scrittura di un monologo che metterà in scena da lì a poche settimane. Le loro aspirazioni li porteranno a dividersi: Sebastian è sempre in tour e non ha tempo per stare con Mia, lei cerca di realizzarsi nel mondo del cinema proponendosi con il suo monologo che avrà un esito tutt’altro che positivo. Dopo cinque anni ritroviamo una Mia affermata nel mondo del cinema e con una famiglia. Casualmente una sera è spinta da una canzona ad entrare in un locale: il “Seb’s”; qui trova come proprietario e musicista il suo grande amore Sebastian. Nel momento in cui i loro sguardi si incontrano entra in scena la nostalgia dei tempi passati. Sebastian inizia a suonare al piano il loro tema d’amore ed entrambi immaginano come sarebbe stata la loro vita se fossero rimasti insieme. Terminato il brano, i due si scambiano un ultimo sguardo, pieno di amore, tristezza, dolore ma allo stesso tempo di comprensione. Il finale è un mix di emozioni per gli attori e per gli spettatori: non sappiamo se essere felici perché i due hanno portato a compimento il loro sogno, o tristi perché, proprio per questo, la loro splendida storia è finita. Ad ogni modo il film risplende di un amore intenso, un amore vero, lontano dalla possessività e la fisicità mostrata spesso nel cinema moderno, ma che risplende della gioia per un gesto o più semplicemente per un sorriso, quello che i due si scambiano nel finale.
La La Landè un classico dei film Hollywoodiani d’altri tempi, di quelli che lasciano lo spettatore senza parole, ma con il cuore pieno di emozioni uniche. Nel corso del film c’è un continuo rimando ai musical anni ’50 ’60 ed è proprio questo che lo rende un film unico nel suo genere. La scelta del musical in questo caso è stata l’unica e la più giusta affinché il vero messaggio del film riuscisse ad arrivare al cuore e all’anima dello spettatore. La fotografia è sublime quando all’inizio del film propone all’occhio dello spettatore un mélange di colori vivaci, non a caso ciò che spicca di più è l’uso dei colori primari; alla fine del film, invece, prevalgono i colori scuri che, insieme alle favolose musiche nostalgiche, creeranno la giusta empatia per godersi a pieno la conclusione del film.
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