Shining |
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Un film di Stanley Kubrick.
Con Jack Nicholson, Shelley Duvall, Danny Lloyd, Scatman Crothers.
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Titolo originale The Shining.
Horror,
Ratings: Kids+16,
durata 116 min.
- USA 1980.
- Lucky Red
uscita lunedì 7 ottobre 2024.
- VM 14 -
MYMONETRO
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Vediamo quello che siamo
di paolopaceFeedback: 1800 | altri commenti e recensioni di paolopace |
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giovedì 29 settembre 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Una nuova esplorazione di Kubrick dello spazio interiore ed esteriore dell'individuo, dove, al progressivo stringersi del tempo e dello spazio convenzionali corrisponde un'espandersi di quelli interiori. La progressiva follia di Jack si manifesta con fenomeni di sdoppiamento nonché della progressiva abolizione dei confino tra l'Io e il mondo, tra l'esperienza individuale e quella collettiva e generazionale. Come "2001" rappresentava un bang psichedelico che andava incontro alle esigenze spiritualistiche della generazione dei giovani di quegli anni "Shining" indaga le frustrazioni e le inadeguatezze (già presenti in "2001") dell'uomo contemporaneo, raccontando una famiglia disfunzionale che sembra la prosecuzione della guerra (a sua volta prosecuzione della politica) con altri mezzi. Kubrick analizza i parallelismi tra i conflitti familiari e quelli sociali e storici, politici, annullando progressivamente in questo film, che in un certo senso ripete "2001", le differenze logiche convenzionali per ridurre tutto a un'immagine (senza riuscirci però mai completamente, in questo senso realizzando una specie di perfetta imperfezione, in quanto opera umana, e dunque impossibile in tal senso, ma tentando il più possibile di avvicinarsi all'impossibile). L'ambiguità del film, in parte dovuta allo spingersi oltre il limite, in parte alle incongruenze (che Kubrick ha disseminato in tutti i suoi film) volute che caratterizzano uno dei perni della narrazione, a volte talmente palesi da costringere lo spettatore a una riflessione che in ultima analisi è quella sul cinema (il film piace molto ai cinefili) e sull'arte, oltre che la vita. Per questo film non si è nemmeno imposta (come Nietzsche per "2001") una visione sulle altre, e quindi può andar bene per una infinita serie di argomenti. A differenza di Stephen King, Kubrick era un ateo che pensava che il mondo si reggesse sullo scontro-incontro tra forze contrapposte, il bene e il male che è fatale che vadano in conflitto tra di loro ma che hanno bisogno l'uno dell'altro. Hyde era l'anima di Jekyll, così come Fantomas e l'ispettore Juve erano fratelli gemelli, impossibile è pensare a Diabolik senza l'ispettore Ginko e viceversa, mentre George Simenon, creatore di Maigret, pensava che tutti fossero vittime e che non ci fossero colpevoli da condannare. L'elenco potrebbe continuare (ad esempio James Bond e il cattivo di turno) ma è significativa l'affermazione di Kubrick secondo la quale non bisognerebbe meravigliarsi del male che compie l'essere umano, quanto piuttosto del bene. Gli artisti sembrano avere una sorta di "salvacondotto" per le verità spesso scomode che son chiamati a rilevare (il che non vuol dire che piacciano loro o le condividano). Uno dei massimi compositori del XX secolo, Karlheinz Stockhausen era famoso per le sue affermazioni provocatorie (prima dell'ultima sull'11 settembre, quelle che sembrarono ancora più "giustificatorie" sul nazismo considerato la diretta espressione dei sentimenti - che comprendeva - del popolo tedesco del periodo). E' successo anche in Italia, dove Sordi, Tognazzi, Gassmann e altri mattatori paiono aver fatto un patto col potere per raccontare la verità, purchè mantenuta sotto l'iperbole comica e nella solita "pura casualità" dei fatti narrati rispetto alla realtà.
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