Shining |
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Un film di Stanley Kubrick.
Con Jack Nicholson, Shelley Duvall, Danny Lloyd, Scatman Crothers.
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Titolo originale The Shining.
Eventi,
Ratings: Kids+16,
durata 116 min.
- USA 1980.
- Lucky Red
- VM 14 -
MYMONETRO
Shining
valutazione media:
4,27
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Pollicino e l'orcodi ByrneFeedback: 2984 | altri commenti e recensioni di Byrne |
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mercoledì 16 ottobre 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
The shining è la personalissima (e ciononostante immediatamente cult, classica, imitatissima, presa a modello per cinefili da strapazzo) prospettiva sul genere horror di uno degli autori di cinema più eclettici, anticonvenzionali ed ironici di sempre. Kubrick, fedele alla sua consolidata politica di adattamento di opere letterarie, sceglie per l'occasione un non eccelso racconto di Stephen King, Shining, inizialmente edito in italia con l'aberrante titolo "una splendida festa di morte", e come di consueto ne stravolge la forma per esaltarne in modo in alcun modo migliorabile il contenuto. L'overlook hotel, ormai tòpos (in tutti i sensi) cinematografico per eccellenza, è la vera entità maligna, che trasforma l'eccentrico e trasognato scrittore Jack Torrence in un assassino. Jack, che si trova lì come guardiano nella speranza che la solitudine lo aiuti a combattere il blocco creativo, tenterà di eliminare la moglie e il figlio, dotato di singolari poteri di preveggenza e percezione riassunti nel termine "shining", in italiano "luccicanza" (orrore!!!). Il film è innanzitutto memorabile pietra angolare del fare cinema più tecnico, con il suo rivoluzionario uso delle carrellate e dei piani a seguire e a precedere che sfrutta con maestria l'ambientazione sconfinata rendendola per assurdo claustrofobica e limitante. Immaginifico e capace di inquietare, si concentra sulla dimensione onirica e dell'invisibile con fare da burattinaio dagli occhi di bragia (Lovecraft avrebbe con compostezza applaudito). Non ci sono appigli, solo un'insensata pressione interna, un meccanismo che si deteriora fino all'esplosione di violenza. Come al solito è l'ironia l'arma del delitto di Kubrick, che in questo caso appoggia il suo elegantissimo capolavoro sulle spalle di Jack Nicholson, istrione ed orco delle fiabe. Memorabili praticamente i tre quarti delle scene, dalla dissolvenza plastico-labirinto alle interminabili passeggiate per l'overlook con lancio di pallina (Moretti si è divertito a citarle), passando per l'odissea in triciclo del figlioletto e l'inseguimento finale. Ma sono le scene di festa, allucinazioni allegre e scoppiettanti, l'apice del potenziale artistico di Shining. Qui, davvero, si vede la differenza tra un buon horror e qualcosa di più profondo.
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