Jesus Christ Superstar |
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Un film di Norman Jewison.
Con Ted Neeley, Carl Anderson, Yvonne Elliman, Barry Dennen.
continua»
Musical,
Ratings: Kids+13,
durata 103 min.
- USA 1973.
MYMONETRO
Jesus Christ Superstar
valutazione media:
4,30
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Hollywood?di ByrneFeedback: 2984 | altri commenti e recensioni di Byrne |
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lunedì 20 gennaio 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Quattro stelle sono tante. Ma tante davvero. Tre e mezzo forse sarebbero state più prudenti, più decenti. Ma proprio non si può, e allora dal mio punto di vista quattro è più vicino alla realtà di tre. Jesus Christ Superstar è entrato nella cultura popolare, cinematografica e musicale, con prorompente energia catartica, posizionandosi tra i "racconti evangelici" (si notino le virgolette, si legga la parentesi, quindi si torni indietro e le si rilegga e via andando) cinematografici più personali, viscerali ed inquietanti, nonchè tra i film musicali ("opera rock" è un termine esacrabile dal punto di vista estetico, lo aborro, non lo uso se posso evitarlo) più vari, omogenei, emozionanti e intelligenti della storia del cinema. Due, essenzialmente, sono i principali pregi. Primo: la musica e l'orchestrazione, a dir poco perfette. Tanti musical si ricordano per una o due canzoni, quelle del film in questione si piantano più o meno tutte alla base del cranio, rimangono, e rimangono ben più per la forza emotiva che per l'indubbia facilità di alcuni dei motivi. Secondo: i personaggi, la rilettura originalissima delle figure bibliche. Un Gesù umanissimo, iracondo, splendido, saggio e tuttavia impotente, capace soltanto di assistere alla propria inevitabile fine. Un Giuda (vero protagonista) brutalmente critico che si fa portatore del messaggio chiave del film, acutissimo grido d'allarme che toglie i veli all'idolatria ed all'evanescenza del successo (e quindi ben si adatta ai tempi in cui il film fu realizzato), ed è contemporaneamente il solo a comprendere e compiangere con cognizione di causa Gesù. Caifa, metafora quantomai "nera" della politica che (sembra di citare Il Divo) si prodiga affinchè, attraverso azioni deprecabili, il bene della gente sia preservato. Erode, l'uomo di oggi, l'incredulo edonista incapace di guardare oltre il suo naso. Maddalena, egoista e candida, senza malizia, piena di un amore che non sa definire. E dulcis in fundo il sorprendente Pilato, protagonista, nella scena del processo, di una vera e magistrale declamazione teatrale, acutissimo, elegante, ironico, incapace di condannare a prescindere il Nazareno in cui non trova nessuna colpa.
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