Quando un’attrice nota per la sua bellezza inizia a recitare ruoli che tutto fanno tranne che metterne in risalto gli attributi, significa che ha bisogno di farsi prendere sul serio. Oppure che “è arrivata”. Come nel caso di Rebecca Romijn-Stamos, non a caso ex modella, che interpreta prima una madre stravolta di dolore per la perdita del figlio in Godsend con Robert De Niro nel ruolo dei dottore che le fornisce un clone dei bambino), poi una nullatenente e alcolizzata in riabilitazione in The Punisher, l’ultima traduzione per il grande schermo di un fumetto della Marvel. Prima la cattiva Mystique nei due XMen, con uno storico body paint blu sui corpo nudo, poi la dimessa Joan che diventa amica dell’eroe dei titolo (Thomas Jane) in questo The Punisher. «Sono due ruoli agli opposti - dice Rebecca, 31 anni, nativa di Berkeley (California), vista in Femme Fatale di Brian De Palma, di nuovo bella e letale. Joan è l’antitesi dei glamour, è una ragazza semplice, quasi una perdente. Dopo tutte queste cattive stilizzate e sopra le righe è stato bello fare qualcosa di soft, anche melanconico». Dopo una pausa e un sorriso aggiunge: «Per una volta è simpatico rilassarsi e lasciare che siano gli altri a fare a botte».
Thomas Jane picchia infatti per tutto il film. Recita il ruolo di Frank Castle, agente della Delta Force e poi dell’FBI, la cui famiglia viene massacrata per un regolamento di conti da un boss della maki di Miami, interpretato niente di meno che da John Travolta. Castle si disfa di uniforme e mostrine, indossa la maglietta con teschio in kevlar e diventa il Punisher. Stravoito dal dolore, passa ad attuare la sua vendetta. Joan è parte di un trio di diseredati (un gay in sovrappeso e un maniaco dei videogame e del piercing) residente nell’edificio diroccato in cui Castle ha trovato rifugio e diventato per lui un surrogato di famiglia. Ma la sua missione ha l’effetto non voluto di mettere la loro vita in pericolo.
Ii film, scritto e diretto da Jonathan Hensleigh, noto sceneggiatore di film d’azione a Hollywood, qui alla sua prima regia è stato realizzato con milioni di dollari, pochi per la media: niente effetti speciali con computer grafica, ma azione tutta dal vivo in un film che si rifà stilisticamente ai “crime drama” realistici degli anni 70 alla Charles Bronson o alla Callaghan.
La presenza della Romijn in The Punisher non è casuale: è stato il produttore Avi Arad, presidente della Marvel Comics, a volerla «Mi divertiva l’idea di vestirla male e sporcarla un po’ - dice l’israeliano Arad - Rebecca può lare di tutto, quello che ha mostrato finora è solo la punta dell’iceberg. Mi ricorda Lee Remick da giovane: regale e allo stesso tempo molto semplice».
E quindi il terzo film tratto da un fumetto della Marvel per la Romijn, la quale tornerà come Mystique nel terzo XMen (riprese previste nel 2005, uscita nel 2006). «Mi sono trovata in questo universo del fumetto e di supereroi per caso, senza avere un interesse specifico per la materia afferma l’attrice . Ma faccio parte di quella generazione che è cresciuta con Guerre Stellari e Indiana Jones da ragazzina ero innamorata di Han Solo. Mi piace molto quel tipo di fantasia ed evasione, fuga dalla realtà».
Dopo le ottime critiche ricevute con Femme Fatale e Godsend, la Romijn spera di tenere il ventaglio delle opzioni il più ampio possibile. «L’ideale è alternare queste gigantesche produzioni con piccoli film indipendenti, anche i più strambi» dice. E aggiunge che spera di iniziare presto le riprese di una «buffa commedia romantica di Andy Fleming, in cui sono una delle pazienti di un gruppo terapeutico in cura per feticismo sessuale. Il mio feticcio? Il cane!» dice, indicando un pechinese che l’accompagna ovunque, anche alle interviste. Nel frattempo è giunta notizia della sua separazione, dopo sei anni di matrimonio, dall’attore John Stamos (noto un tempo per la sitcom Full House, poi poco altro). Una donna dal successo troppo grande da gestire per un uomo “normale“?.
Da Film Tv, n. 12, 2004