Nel comporre il ritratto affettuoso della vita di Pierluigi Cappello, Francesca Archibugi ci offre una riflessione sul senso profondo del far poesia. Espandi ▽
Parole povere è la collisione tra gli occhi di una regista e le parole di un poeta: lei offre il suo sguardo, lui la sua identità. La macchina da presa cerca risposte con affettuoso pudore, il montaggio racconta, senza estetizzare, la musica diventa scansione narrativa e la storia di Pierluigi scorre sullo schermo così come nella quotidianità: le radici friulane e le testimonianze degli amici; i luoghi e i ricordi; l'ombra scura del '76 e il profilo delle montagne; la sedia a rotelle che spezza la libertà di un sedicenne e disegna, millimetro dopo millimetro, la libertà di un uomo. Di un poeta. Di un guerriero mite e gentile che abita «tra l'ultima parola detta e la prima nuova da dire».