Un esuberante manifesto femminista che affonda unghie e denti nel cinema di Almodóvar e Tarantino, unendo commedia, thriller e surreale a temi attuali come la violenza di genere e il sessismo. Espandi ▽
Seconda regia per Noémie Merlant, furiosamente audace, che esplora il terreno sinuoso dei generi. Dramma, commedia, gore, ghost story, horror, il film debutta col tour di un’immobile che registra la violenza domestica e reagisce con una radicalità eclatante: quando è troppo è troppo, se un uomo è violento va liquidato. Senza se, senza ma e senza sconti di pena.
Mette in scena tre giovani donne che incarnano tre diversi approcci al maschile. Per Rosy è una relazione facile e frequente, per Nicole è difficile e rara, per Élise è terribilmente complicata. La sorellanza è lampante: parole in (grande) libertà, esposizione del corpo senza giudizio, sostegno morale, meteorismo, sesso, confidenze.
Un femminile come non lo abbiamo mai visto, o poco almeno, e la volontà dell’attrice di rappresentarlo libero dai codici imposti dall’industria del cinema. Noémie Merlant firma un film punk e ricorre a oltranza all’umorismo e all’assurdo, alleggerendo soltanto un po’ la realtà greve delle violenze sessiste e sessuali. Recensione ❯
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Un film razionalmente delineato, perfettamente autoconsapevole del posto che occupa e del modo in cui lo fa. Animazione, Avventura - USA, Giappone2024. Durata 130 Minuti.
Le gesta di Helm Hammerhand, il re di Rohan, e la creazione del Fosso di Helm, la roccaforte di Arda creata dallo scrittore inglese J. R. R. Tolkien. Espandi ▽
Le cronache della Terra di Mezzo sono affollate di epiche battaglie ed eroi leggendari, ma ci sono anche gesta meno conosciute raccontate di notte attorno ad un fuoco. Una di queste storie la ricorda Éowyn, la guerriera capace di abbattere il Re Stregone durante la Battaglia ai Campi del Pelennor, e si svolge quasi duecento anni prima della Guerra dell'Anello: Helm Mandimartello governa su Rohan, affiancato dai figli Hama, Haleth e Hera, come dal nipote Fréaláf.
Un giorno, durante un consiglio del regno, si presenta Freca, ricco possidente appartenente alla stirpe dei dunlandiani, chiedendo la mano di Hera per suo figlio Wulf; Helm rifiuta l'offerta, e nello scontro che ne segue uccide con un solo pugno Freca, scatenando l'ira di Wulf che giura vendetta.
Il film è un prodotto razionalmente delineato, addirittura quadrato, perfettamente autoconsapevole del posto che occupa e del modo in cui lo fa (cosa molto rara nell'orizzonte produttivo dei blockbuster hollywoodiani...). Recensione ❯
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Il terzo capitolo della saga è ambientato in Perù: l'orsacchiotto Paddington si mette in viaggio per andare a trovare la zia Lucy. Espandi ▽
Judy e Jonathan sono cresciuti e stanno per lasciare il nido. I tempi in cui la famiglia Brown si stringeva tutta quanta sul divano della casa di Windsor Gardens sono finiti, e la signora Brown sembra soffrirne più di tutti. L'occasione di trascorrere un po' di tempo insieme si presenta, inattesa, quando l'orso Paddington riceve via lettera la notizia che la sua amata zia Lucy, ospite di una casa di riposo per orsi in Perù, sembra non godere di buona salute: si è chiusa in se stessa e non fa che nominare il suo nipotino lontano.
La famiglia Brown al completo (Signora Bird compresa) si mette allora in viaggio per il Sudamerica, pronta all'avventura, e l'avventura non si farà attendere.
Per quanto lontana dal vivace melting pot di Notting Hill, infatti, e per quanto portatrice di molti tratti di regressione rispetto alla felicità di scrittura dei capitoli precedenti, l'origin story di Paddington ci trascina sempre più rapidamente al suo interno, tra arance succose, travestimenti carnevaleschi, suore farlocche e irresistibili orsetti senza cappotto. E alla fine anche la crisi di identità della famiglia Brown troverà la sua risposta. Recensione ❯
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Un barbiere è convinto di vedere messaggi segreti mandati dai lampioni. La sua credibilità cambia quando viene arrestato. Espandi ▽
Antonio Calabrò è un barbiere con una predisposizione alla credulità nei confronti di qualsiasi complottismo gli venga presentato come reale. Il giorno in cui il lampione dinanzi al suo esercizio inizia a lampeggiare si dota di un alfabeto Morse e inizia a decodificare quello che ritiene un messaggio. Stabilito che si tratta della sigla di un ordigno utilizzato in più di un conflitto da quel momento intorno a lui inizia a formarsi un gruppo che vuole andare a fondo sul 'mistero'.
Più ci si ritiene informati e più si ha, da parte di alcuni che non sono purtroppo pochi, la presunzione di saper discernere propendendo ahimè per la versione in cui si possono attribuire fantasiose responsabilità a presunti poteri più o meno occulti che stanno in una sorta di zona franca nell'ombra da cui agiscono contro la collettività. Il complottista ne coglie l'esistenza e come descriverla. Con leggerezza ma non dimenticando di promuovere una riflessione in materia. Recensione ❯
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Un documentario godibile e raffinato, che racconta con semplicità e poesia la vita di un intellettuale moderno. Documentario, Italia2024. Durata 90 Minuti.
A partire dall'ultimo frenetico giorno di vita di Cesare Pavese, un doc che mette al centro della storia l'uomo e lo scrittore attraverso vari capitoli che raccontano i tanti mestieri che ha sperimentato. Espandi ▽
26 agosto 1950. Cesare Pavese si aggira per una Torino deserta, cerca amici che non trova, scrive, telefona. La domenica sera mette fine alla sua vita. Così comincia questa storia, la storia di un uomo che, partendo dal liceo classico della sua città per arrivare a lavorare con passione alla casa Editrice Einaudi, è riuscito a creare un mondo letterario e culturale capace di imprimere un segno indelebile nella seconda metà del Novecento italiano.
Attirato dall'avanguardia e dalla modernità, Pavese portò la poesia narrativa in Italia e fu autore della prima traduzione in lingua italiana di "Moby Dick". Il documentario ripercorre la sua vita personale e lavorativa, mettendo in luce la molteplicità di interessi che lo conquistarono nel corso della sua esistenza.
Si tratta di un documentario godibile e raffinato, capace di restituire con efficacia il contesto socio culturale che ha fatto da cornice alle vicissitudini relazionali e lavorative dello scrittore. Il taglio tradizionale e divulgativo consente inoltre all'opera di raccontare in modo semplice e lineare la vita di una figura centrale della letteratura italiana del Novecento. Un ritratto affettuoso di un intellettuale poliedrico, i cui interessi sono racchiusi nei titoli dei capitoli che scandiscono la narrazione. Recensione ❯
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Vito Genovese e Frank Costello, una coppia di italoamericani che gestiscono due distinte famiglie criminali a metà del XX secolo. Espandi ▽
Siamo alla metà del secolo, di cose ne sono già avvenute - il secondo conflitto mondiale, la Guerra Fredda, il maccartismo -, altre stanno per arrivare - l'omicidio Kennedy, il Vietnam, i diritti civili -, ma Frank Costello e Vito Genovese sono sempre lì. Immigrati italiani tutti e due, boss mafiosi tutti e due, il primo è accorto, diplomatico, freddo, il secondo avventato, incontenibile, iracondo. Costello e Genovese sono cresciuti insieme nei quartieri poveri di New York e insieme hanno compiuto la scalata al potere criminale, ma quando Vito è dovuto scappare in Italia per sfuggire ad un'accusa di omicidio, il comando della famiglia Luciano è passato nelle mani di Frank. Otto anni dopo, Genovese torna in America e rivuole indietro da Costello quello che è suo.
Quasi tutto quello che viene mostrato è davvero successo, perché quasi tutta così è la società americana. Recensione ❯
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Il braccio di ferro di una coppia disfunzionale che dice tanto anche del rapporto tra Stati Uniti e Messico. Drammatico, Messico2025. Durata 100 Minuti.
Un ballerino dovrà affrontare la vera natura della sua relazione amorosa. Espandi ▽
Il giovane Fernando, talentoso ballerino di Città del Messico, emerge dal deserto dopo un pericoloso viaggio oltre il confine americano. Il ragazzo è determinato a raggiungere San Francisco, dove si introduce nel lussuoso appartamento di Jennifer, una donna molto più grande di lui della quale da qualche tempo è amante. Profondamente attuale, il film è l’allegoria perversa di un braccio di ferro in una coppia disfunzionale, che dice tanto del rapporto tra Stati Uniti e Messico per quanto riguarda l’immigrazione, arrivando sugli schermi proprio al culmine della tensione politica sul tema. In un gioco diabolico di prigioni amorose e linee di demarcazione che vanno dal nazionale fino al domestico, Franco si fa tentare da una spirale risolutiva angosciante e brutale, nel pieno spirito delle opere che gli hanno dato il successo. Eppure rimane la sensazione che ci sia una dimensione nuova e inaspettata nella sua poetica. Recensione ❯
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Nate è un uomo comune con un dono unico: non sente dolore. Quando la ragazza dei suoi sogni viene rapita, questa peculiarità diventa la sua arma più potente per salvarla. Espandi ▽
Nate è un uomo comune, ha un lavoro in banca, ma convive con una patologia genetica unica: non sente dolore per via di una sindrome congenita realmente esistente. Quando la ragazza dei suoi sogni viene rapita, questa peculiarità diventa la sua arma più potente tanto da trasformarlo in un supereroe che farà di tutto per salvarla.
Ecco una forma ironica, e riuscita, di riflettere sul tema dei superpoteri e dei supereroi sui generis in modalità "prendere o lasciare".
La miscela davvero esplosiva di generi messi insieme dalla sceneggiatura di Lars Jacobson, che non si prende mai troppo sul serio anche quando sa di andare incontro a una certa ripetitività, dà modo alla coppia di registi, Dan Berk e Robert Olsen, di sbizzarrirsi e di divertirsi nel contaminare con nonchalance l'alto e il basso e nel mettere in scena, con un budget limitato (il film è anche girato a Città del Capo che dovrebbe essere San Diego), i tipici balletti dei combattimenti pieni di un'ironia che non si trasforma mai in grottesco. Evviva! Recensione ❯
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Un pilota è incaricato di trasportare un agente federale e il suo prigioniero al processo. Espandi ▽
Winston, ex-contabile della potente famiglia criminale dei Moretti, si è rifugiato al motel Igloo in Alaska dopo essere diventato informatore di giustizia. Lì viene rintracciato e arrestato dal maresciallo dell'aeronautica Madolyn Harris che viene incaricata di scortarlo da Anchorage a New York per farlo testimoniare contro i suoi ex-datori di lavori. Noleggia così un piccolo aereo. Durante il viaggio Winston nota che sotto il sedile di fronte a lui c'è la licenza di Darryl, ma la fotografia è diversa. Cerca di avvertire Madolyn ma lei non può sentirlo perché indossa le cuffie. Ben presto però Darryl rivela la sua vera identità di sicario.
Il respiro da B-movie, teso ed efficace, anima il sesto film da regista di Mel Gibson, realizzato a nove anni dal bellico La battaglia di Hacksaw Ridge. Flight Risk concentra gran parte della vicenda quasi tutta sul volo con soli tre personaggi ad alta quota.
Ma è Mark Wahlberg la vera sorpresa. Perfido, senza scrupoli, gioca con la morte ad alta quota come se quel viaggio fosse una sfida alla roulette russa. Qui è in uno dei rarissimi ruoli negativi della sua carriera. Recensione ❯
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Una ricostruzione dell'impresa di D'Annunzio tra puntigliosa verità storica e progressiva goliardia. Documentario, Croazia, Italia, Slovenia2025. Durata 112 Minuti.
La ricostruzione dell'impresa di D'Annunzio a Fiume tra ironia e documentazione. Espandi ▽
Il docufilm inizia con interviste alle persone che oggi vivono a Rijeka/Fiume. Le domande vertono sulla loro conoscenza o meno di Gabriele D’Annunzio. Si vuole cioè testare quanto può essere rimasto oggi nella memoria dell’impresa compiuta nel periodo che andò dal settembre del 1919 al dicembre del 1920. A seguire si mette in scena per le vie della città odierna quanto accadde in quei sedici mesi. Igor Bezinovic ha un’idea originale per promuovere la memoria del passato ma non riesce a sostenerla fino in fondo. Va dato atto al regista di essersi dotato di un’amplissima documentazione che è sicuramente frutto di lunghe e approfondite ricerche. Il problema sta altrove e viene, non sappiamo quanto consapevolmente, portato alla luce nelle scene finali. La giusta e sana dose di ironia e di grottesco si trasforma progressivamente in un carnevale in cui a divertirsi sono stati sicuramente coloro che vi sono stati coinvolti ma non è detto che lo sia chi guarda. Recensione ❯
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Dopo l'uscita di La Vallée des Loups nel 2017 e che ha registrato oltre 200.000 presenze, continua l'avventura con la natura di Jean-Michel Bertrand. Espandi ▽
"Ho passato tre anni in questa sperduta valle delle Alpi con un'unica ossessione: guardare negli occhi dei lupi". Il regista e unico protagonista umano del film, Jean-Michel Bertrand, introduce con queste parole In marcia coi lupi, seguito del suo La vallée des loups, passato al Trento Film Festival nel 2017. In questa sorta di prolungamento della ricerca, il progetto continua a concentrarsi sull'osservazione della stessa specie, scomparsa dai territori francesi e divenuta specie protetta dal 1993. Ma più precisamente, sulla dispersione, o "sostituzione" di giovani esemplari, che, dovendo emanciparsi dal gruppo, intraprendono un cammino casuale, attraversando e cercando di insediarsi in territori anche molto diversi tra loro.
Ex piantatore di alberi per la Forestale, il regista Bertrand, non sappiamo con l'aiuto di quanti collaboratori, immagina e disegna i percorsi dei lupi, nasconde delle microcamere in quattro posizioni che ritiene strategiche e le collega al suo smartphone, al fine di raccogliere dati sui loro itinerari, abitudini, esperienze. Recensione ❯
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L'opera più imponente di Bong Joon-Ho che continua a non avere eguali nel saper creare grandi momenti di cinema. Avventura, Drammatico, Fantasy - USA, Gran Bretagna2025. Durata 139 Minuti.
L'improbabile eroe Mickey Barnes si ritrova nella particolare circostanza di prestare servizio ad un titolare che esige l'impegno definitivo sul lavoro... ovvero morire, per vivere. Espandi ▽
Nel 2054, la mancanza di opportunità sulla Terra spinge le masse al pellegrinaggio interstellare, che inevitabilmente vuol dire sfruttamento da parte di potenti demagoghi al comando di queste spedizioni. Uno di loro è Kenneth Marshall, politico fallito in cerca di una nuova era per l'umanità su un pianeta inospitale abitato da strane creature. Per sfuggire a dei pericolosi usurai, Mickey Barnes accetta di imbarcarsi sull'astronave firmando un contratto da expendable, tuttofare destinati a morire ripetutamente grazie a una tecnologia che consente di "ristampare" un corpo all'infinito mantenendone la coscienza.
La capacità del regista di creare momenti di cinema, complici gli impeccabili valori produttivi degli effetti speciali e della fotografia di Darius Khondji, continua ad avere pochi eguali. Lo stesso può dirsi del suo gusto peculiare a livello di tono, sospeso tra il grottesco, la commedia e il drammatico in quella che è ormai una sorta di firma personale: mai troppo assurdo da minare il pathos, né pienamente addentro al linguaggio convenzionale del genere sci-fi declinato all'hollywoodiana. Recensione ❯
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Buffalo Bill insegue Santino, buttero fuggitivo con Rosa, per raccontarne l'impresa più che per la taglia. Un'avventura tra mito e frontiera italiana. Espandi ▽
Bill Cody, detto Buffalo Bill, è arrivato nell’Italia da poco unita come star del Wild West Show, in cui ricostruisce (a modo suo) la storia della conquista della frontiera e della sconfitta dei nativi americani. Si ritiene innanzitutto un cantastorie, e forse ha appena trovato il nuovo racconto di avventura da immortalare sul suo taccuino: la fuga di Santino insieme a Rosa, moglie del possidente locale che Santino – così dicono - ha ucciso. È chiaro: Testa o croce? è un western in piena regola, solo ambientato (e non semplicemente girato) nelle campagne italiane. Alessio Rigo De Rigi e Matteo Zoppas, qui all’opera seconda, aggiungono un gusto personale per la leggenda. Un film animato da una fame di rimettersi in gioco e sperimentare con il cinema popolare tanto italiano quanto americano, attingendo tanto alla letteratura della frontiera quanto agli spaghetti western. Il film appartiene ad Alessandro Borghi, che si conferma uno dei grandi attori del cinema italiano contemporaneo, mantenendo il perfetto equilibrio fra agiografia e realtà. Recensione ❯
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Dopo la morte dell'amica, Eleanor, 90 anni, torna a Manhattan e finge di essere una sopravvissuta ad Auschwitz. La bugia le regala affetto, ma non durerà. Espandi ▽
La plurinovantenne Eleanor Morgenstein vive in Florida con la migliore amica Bessie. Alla morte dell’amica, Eleanor fa ritorno a Manhattan dalla figlia e dal nipote e qui, ritrovatasi per caso a un incontro di sopravvissuti all’Olocausto, racconta come propria l’esperienza ad Auschiwitz di Bessie. La sua testimonianza attira l’attenzione di Nina e tra le due donne, nonostante la differenza di età, nasce un profondo legame. L’esordio alla regia di Scarlett Johansson è una commedia che scava più nelle ragioni del dolore, che nella memoria dell’Olocausto. È un classico film americano scritto in ogni sua elemento, senza sbavature e scarti dalla trama e con un costante controllo del materiale predisposto, dalla recitazione misurata e insieme travolgente della bravissima June Squibb all’onnipresente presenza dell’accompagnamento sonoro. Proprio la sua prevedibilità, però, racchiude il segreto della sua efficacia, così come la modestia non scontata della sua regista. Recensione ❯
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Un cinema pionieristico che questa volta porta avanti uno studio mai banale sui mille volti di Dracula. Commedia, Romania, Austria, Lussemburgo2025. Durata 170 Minuti.
Dracula rivive in storie diverse: un anziano vampiro attrazione turistica e un regista che usa l'IA per esplorare le sfaccettature di Vlad. Espandi ▽
Il mito e la storia di Dracula rivisti attraverso una moltitudine di racconti diversi: mentre un anziano “vampiro” si fa inseguire da un'orda di turisti come attrazione vacanziera, un regista chiede a un'applicazione di intelligenza artificiale di creare degli intermezzi narrativi che indaghino le mille sfaccettature di Vlad, tra passato e presente. Cultore dell'eccesso, intrepido formalista, indagatore delle perversioni contemporanee: è il profilo di Radu Jude, autore rumeno che come pochi altri ha saputo interpretare il cinema (e il mondo) di questi tumultuosi anni venti. Era forse inevitabile che i grandi successi lo portassero a un certo punto a confrontarsi con l'icona culturale suprema della sua Transilvania, e Jude lo fa a modo suo: come uno scherzo, indirettamente, e sovraccaricandone il simbolo per accumulo fino a farlo deflagrare in una galassia di riferimenti e provocazioni. Lo fa con un occhio da intenditore per l'estetica del brutto, un talento tanto singolare quanto indiscusso, e ampiamente messo in mostra già nei film precedenti. Recensione ❯
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