Mariska Hargitay esplora la vita della madre Jayne Mansfield, tra memorie intime e immagini inedite, alla ricerca della donna dietro l'icona. Espandi ▽
Mariska Hargitay aveva solo tre anni quando sua madre, la leggenda di Hollywood Jayne Mansfield, morì tragicamente in un incidente d'auto, con Mariska seduta sul sedile posteriore. My Mom Jayne segue Mariska nel suo percorso alla ricerca di risposte sulla figura materna: l'icona sotto i riflettori, l'artista, ma soprattutto la madre che non ha mai potuto conoscere. Attraverso interviste intime a familiari e amici, e un ricco archivio di foto e filmati inediti, il documentario svela con Mariska chi fosse davvero Jayne, non solo per il pubblico ma per chi l'amava davvero. Recensione ❯
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Perché sempre più persone trovano nella meditazione una via efficace per affrontare ansia e confusione? Espandi ▽
Il documentario raccoglie testimonianze di artisti, atleti e studiosi: dalla campionessa mondiale e olimpionica di volley Myriam Sylla, al cantautore Alberto Fortis, dal funambolo Andrea Loreni che pratica meditazione prima di camminare su un filo al Parco Dora di Torino, all'artista Michelangelo Pistoletto nel suo "Terzo Paradiso" a Biella, fino a Vicio dei Subsonica e Livio dei Bluvertigo che ideano un workshop basato su pratiche meditative ad Avigliana. Accanto a loro, neuroscienziati, psicologi e docenti universitari illustrano benefici e connessioni con i contemplative studies.
"Respiri" è un viaggi Recensione ❯
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Sejko assembla in modo diligente testimonianze e materiale d'archivio per parlare dell'Albania e dei suoi cambiamenti. Documentario, Italia2025. Durata 78 Minuti.
Dalla fine della seconda guerra mondiale e per oltre quarant'anni, la storia dell'Albania si intreccia indissolubilmente con quella di un solo uomo, Enver Hoxha. Espandi ▽
La storia dell'Albania e della dittatura che ha guidato il paese per quasi mezzo secolo, a partire dalla fine della seconda guerra mondiale fino ad arrivare agli anni novanta. Alla testa c'è stato per larga parte di quel periodo Enver Hoxha, salito al potere con il partito comunista e rimasto un convinto stalinista attraverso i decenni, isolando il paese anche rispetto all'Unione Sovietica. Attraverso il reperimento e la rielaborazione di materiali d'archivio e filmati di propaganda governativa locale, il film mostra il procedere della dittatura attraverso le immagini prodotte dallo stesso governo nelle occasioni formali.
Firma di lunga esperienza nel campo del documentario, Roland Sejko è albanese di nascita e ha già prodotto lavori sulla storia del suo paese, il più noto dei quali è forse Anija - La Nave, che vinse un David di Donatello e che copriva l'esodo della popolazione albanese per sbarcare con le navi nei porti italiani dopo la fine della dittatura.
Il lavoro è certosino e di sicuro richiamo, non solo per chi è interessato alla storia dell'Albania ma per chi vuole ragionare sull'estetica del potere che è abbastanza universale. Recensione ❯
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Prima di pubblicare il suo album più personale finora e che chiunque ne udisse una sola nota, Yungblud e la sua famiglia di artisti itineranti si sono recati a Berlino per suonare e registrare quei brani inediti per la prima volta dal vivo. Nessun pubblico, nessun artificio e nessuno a dirgli cosa fare, come cantare o che atteggiamenti assumere. Il tutto ripreso dalle telecamere, nel nome della verità e della fiducia reciproca.
E lì, all'interno dei leggendari Hansa Studios - dove Bowie scrisse e registrò 'Heroes' e gli U2 crearono 'One' - Yungblud ha capito che nulla sarebbe stato più lo stesso. Era esattamente dove doveva essere per capire dove fosse diretto. Vulnerabile, autentico, e pronto a ciò che il futuro ha in serbo. Recensione ❯
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Un documentario in più puntate che racconta l'incredibile vita di Mauro Rostagno che sognava un mondo senza mafia. Scritto anche da Roberto Saviano. Espandi ▽
Mauro Rostagno era un sognatore che improvvisamente apriva gli occhi per tuffarsi in un sogno più grande. L'ultimo era così grande che lo uccise Recensione ❯
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Ai margini dell'Europa, un clan di passeurs afgani attende nell'ombra per guidare migranti oltre un confine metallico, tra fuochi, spari e una notte senza fine. Espandi ▽
Non lontano da una foresta nel buio, c’è un muro di metallo che segna l’inizio del confine con l’Europa. In lontananza intanto rimbombano le voci di altoparlante che sottolinea il divieto di avvicinarsi alla recinzione e dei colpi di arma da fuoco. Si intravedono poi a distanza delle sagome umane dalle luci di una tenda e vicino a fuoco. La loro presenza si percepisce anche dalle loro voci e dalla musica e i notiziari di una radio. Sono contrabbandieri afgani che aspettano di traghettare delle persone dall’altro lato del confine. Waking Hours, letteralmente ‘ore di veglia’, mostra un limbo spaziale e temporale. Un luogo che apre appena qualche squarcio nell’immagine per rivelare presenze e dettagli e il tempo dell’attesa, quello dei contrabbandieri che stanno aspettando. L’impronta autoriale dei due cineasti è subito evidente, forse fin troppo esibita. Il lavoro fotografico e sonoro è sicuramente notevole, ma la condizione esistenziale emerge con la stessa scansione dei lampi nell’oscurità. Per questo il vissuto rischia di essere sommerso dal rigore formale. Recensione ❯
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Il documentario segue Mauro Pagani mentre, dopo aver perso temporaneamente la memoria, ricostruisce la propria identità intrecciando ricordi, musica e incontri con amici e colleghi. Espandi ▽
Un'esistenza consacrata all'arte, dove ogni scelta è un gesto d'amore e nasconde il sogno di un mondo migliore, viene improvvisamente interrotta quando Mauro Pagani, tra i più grandi talenti della musica italiana dagli anni Settanta a oggi, perde temporaneamente la memoria. Tutto svanisce, tranne la consapevolezza della sua professione e la sua familiarità con gli strumenti. Per ricostruire la propria identità, Pagani riascolta dischi e dialoga con amici, colleghi e artisti, intrecciando memoria personale e memoria condivisa in un percorso poetico e liberissimo, dallo straordinario impatto emotivo. Ad accompagnarlo in questo viaggio indimenticabile ci sono Manuel Agnelli, Giuliano Sangiorgi, Marco Mengoni, Badara Seck, Mahmood, Dori Ghezzi, Ligabue, Arisa, Ornella Vanoni e la compagna di vita Silvia Posa. Recensione ❯
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Coreografia umana e IA robotica a confronto: il film esplora intelligenza collettiva, empatia e cooperazione tra danzatori e macchine. Espandi ▽
Che cosa accomuna una compagnia di danza e un centro di robotica? Dalla troupe della coreografa Sasha Waltz, dove singoli ballerini imparano a muoversi come fossero un unico corpo, alle macchine dell'ETH Zurigo controllate dall'IA e allenate a coordinarsi passo dopo passo, il film segue un'unica idea, quella dell'intelligenza collettiva, proiettata nel futuro. Artisti e scienziati discutono apertamente di empatia, immaginazione e cooperazione. Jalongo intreccia provini di danza ed esperimenti di laboratorio con riflessioni neuroscientifiche e filosofiche, chiedendosi se l'IA possa davvero provare emozioni o solo limitarsi a simularle. Lontano dall'attuale enfasi mediatica sull'argomento, il documentario umanizza la tecnologia e propone l'IA come strumento da plasmare insieme. Recensione ❯
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Un documentario militante che segue da vicino i suoi protagonisti senza paura di entrare molto nello specifico delle loro istanze. Documentario, Italia2025. Durata 95 Minuti.
Lungo il Tevere, un cicloattivista norvegese traccia il Sentiero Pasolini, mentre una giovane contadina difende l'ultimo orto di famiglia dalla speculazione edilizia. Espandi ▽
A Roma, tra campagne assediate dal cemento e rive del Tevere nascoste, i destini di Sven, un ciclo-attivista norvegese appassionato di Pasolini, Giulia, una giovane contadina che difende la sua terra dalla speculazione edilizia e Mario, un romano dal cuore d’oro, si intrecciano nella lotta per creare il Sentiero Pasolini lungo il fiume, da Roma al mare.
Un documentario militante che segue da vicino i suoi protagonisti senza paura di entrare molto nello specifico delle loro istanze. I registi Monica Repetto e Pietro Balla applicano ancora una volta, come nel precedente ThyssenKrupp Blues, il loro metodo di ascolto dei protagonisti e di osservazione della realtà non avendo paura di dedicare magari qualche prezioso minuto in più entrando nello specifico delle loro storie perché lo spettatore abbia tutti gli strumenti necessari per farsi un’opinione. Il film mette in scena un’utopia in cui dovrebbe essere il dialogo a costruire le basi del vivere civile mentre sono le carte bollate a regolare maldestramente le vite delle persone. Ma sappiamo bene che la realtà è un’altra e il film ne mostra tutte le contraddizioni mostrando come anche all’interno dei ciclo-attivisti ci siano litigi e incomprensioni. Recensione ❯
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Il primo capitolo di un viaggio nelle neuro diversità, un viaggio delicato, "oltre lo sguardo medico", con attenzione all'autorappresentazione. Espandi ▽
Guida e mentore della produzione è Enrico Valtellina, autorevole voce nel dibattito attuale sui temi, il titolo dei film è ripreso da una sua pubblicazione (Tipi Umani Particolarmente Strani - La sindrome di Asperger come oggetto culturale, Mimesis 2016) ormai un riferimento. Questo primo "capitolo" inizia con l'AUTCamp, incontro annuale sulla neuro diversità. Appare da remoto Martina, che racconta la propria storia, di madre con quattro diagnosi di autismo. Incontriamo poi Martina più volte a casa sua e nei luoghi che più ama frequentare e fotografare: i cimiteri. Recensione ❯
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Un film documentario che esplora la magia del cinema attraverso molteplici sguardi. Espandi ▽
Il cinema Odeon di Milano ha chiuso i battenti per diventare un centro commerciale per upper class. È stato per anni, nella sua sala principale, uno dei locali anche architettonicamente più interessanti dell’intero circuito cinematografico milanese. Proprio da questa sala inizia la narrazione di Pupi Avati sui propri film e sulla sua idea di cinema. Tomaso Pessina, che di Avati è stato assistente alla regia ed è nipote, ci offre un’interessante riflessione sul cinema di un autore nonché sulla magia della settima arte. Ne esce il ritratto di un uomo che, partendo da venditore di surgelati, ha offerto il calore della propria umanità e passione per il cinema ad ogni sua opera. Dalle più riuscite a quelle con minore presa sul pubblico. Tutte però animate dalla ricerca di quell’incanto che avvolse lui e gli amici dopo la visione di un film che per titolo aveva un numero: 8 e ½. Da quella visione non è nata una carriera (definizione banale). È nata una necessità di comunicare emozioni e riflessioni sul tempo, sul suo scorrere e su come l’animo umano cerchi di trovare, nel suo fluire, una propria consistenza. Recensione ❯
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Cinque grandi chef donne italiane si raccontano tra sapori, viaggi e visioni, unite dall'amore per la vita e per la "quinta stagione" che le lega. Espandi ▽
Cinque tra le più importanti e prestigiose firme della cucina italiana si ritrovano per discutere in amicizia delle loro scelte, del senso del tempo e del futuro, libere da pregiudizi e convenzioni. A una a una, iniziano a prendere la parola, in un viaggio attraverso latitudini, sapori e storie diverse del nostro paese. All'insegna, però, di un unico grande comune spirito: l'amore verso la vita che verrà. La quinta stagione che ci unisce tutte e tutti.
Per la prima volta insieme, cinque "cheffe" si raccontano e mostrano il processo del loro lavoro in un documentario che ne esalta le singole unicità. Ha un passo elegante il documentario di Giuseppe Carrieri da un'idea di Paola Valeria Jovinelli che, per la prima volta, focalizza l'attenzione sul mondo dei grandi chef della cucina italiana ma solo al femminile. Il regista esalta il cibo facendo preparare spesso i piatti alle loro ideatrici all'esterno dei locali. Recensione ❯
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Il film riporta in vita la Firenze degli anni Ottanta, tra new wave e sottoculture. Espandi ▽
All'imbocco degli anni '80, Firenze si trasforma da aristocratica meta di contemplazione turistica a capitale delle culture giovanili. Nascono fenomeni battezzati "Rinascimento Rock" o "Fauna d'Arte" e la città, insonne, diventa un'esplosione di creatività, edonismo, sperimentazione. Com'e` cominciato tutto questo? Quale traccia ha lasciato nel tessuto urbano e in coloro che sono arrivati dopo? A farci da guida in questa rievocazione del decennio infuocato del capoluogo toscano c'è Bruno Casini, operatore culturale cruciale nell'alimentare il fermento dell'epoca, e non mancano i principali protagonisti: Piero Pelu`, Sandro Lombardi, Federico Fiumani, tra i tanti e le tante. È attraverso il loro racconto e le loro gesta che si articola il film, scandito da un flusso di immagini e di parole, di visioni e di stimoli, nel tentativo di restituire l'energia di quello straordinario fuoco effimero. Recensione ❯
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Il documentario esplora la resistenza locale e le battaglie contro l'estrazione di risorse in diverse aree geografiche. Espandi ▽
The Cost of Growth collega le lotte locali contro l'estrattivismo in Serbia, per la democratizzazione del lavoro in Italia e contro la colonizzazione del territorio Sapmi in Norvegia, con dibattiti più ampi su giustizia, democrazia, libertà di movimento e guerre. Recensione ❯
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La storia e l'identità del quartiere romano San Lorenzo, dalle origini operaie al bombardamento del '43 fino all'anima accogliente e popolare di oggi, sublimata nell'esperienza dell'Atletico San Lorenzo. Espandi ▽
Nel cuore di Roma, si nasconde un quartiere unico: San Lorenzo. Un luogo di contrasti, dove il fascino turistico si fonde con un'anima profondamente popolare, e dove l'arte dei caffè letterari e delle gallerie si mescola al viavai di studenti e viaggiatori. Il film ne racconta le vicende storiche sin dalla sua costituzione, operata dai lavoratori giunti a Roma per costruire "la capitale del Re", attraversando altri momenti chiave, tra cui la tragedia del bombardamento del 19 luglio 1943. In virtù della sua storia, San Lorenzo ha sviluppato una spiccata propensione all'accoglienza e un'incrollabile capacità di resistenza, che definiscono il forte senso di appartenenza della sua comunità. Uno spirito che trova la sua sublimazione nella squadra di calcio e nella polisportiva, l'Atletico San Lorenzo, diventata una delle più importanti polisportive popolari d'Italia con tredici squadre senior, undici giovanili e oltre 650 soci. Tra le partecipazioni, Elio Germano, Marcello Fonte e Enrico Melozzi. Recensione ❯
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