Sara Shahverdi, 37 anni, motociclista, proprietaria di terreni, ex ostetrica diventata feroce sostenitrice dei cittadini e recentemente divorziata, ha appena vinto un'elezione locale schiacciante nel suo remoto villaggio iraniano, e tutti hanno un'opinione al riguardo. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Il documentario ripercorre il decennio d'oro della Juventus (1975-1985), tra trionfi storici e tragedie come l'Heysel, sullo sfondo dell'Italia segnata da tensioni e cambiamenti. Espandi ▽
Nel decennio che va dal 1975 al 1985, la Juventus si afferma come una delle squadre dominanti della storia del calcio, conquistando trofei nazionali e internazionali e scrivendo pagine indelebili nella memoria collettiva. Ma il racconto del suo decennio d'oro non è solo una storia di successi sportivi: è un viaggio attraverso un'Italia segnata da forti tensioni sociali, terrorismo e scandali.
Dalla rivalità cittadina con il Torino negli anni di piombo, quando le Brigate Rosse e il terrorismo nero insanguinavano il Paese, fino alla tragedia dell'Heysel nel 1985, la Juventus si erge a simbolo di eccellenza e resistenza. L'arrivo di Giovanni Trapattoni in panchina segna l'inizio di una rivoluzione tecnica e mentale, mentre l'Avvocato Agnelli e Giampiero Boniperti costruiscono una squadra di campioni leggendari: Zoff, Scirea, Tardelli, Bettega, fino agli stranieri di classe mondiale Platini e Boniek.
In questo periodo la Juventus vince scudetti, Coppe UEFA e, infine, la tanto agognata Coppa dei Campioni, ma il trionfo è oscurato dalla tragedia dello stadio Heysel, che cambia per sempre il calcio europeo. Il documentario, attraverso immagini d'archivio e interviste esclusive, ripercorre la straordinaria epopea della Vecchia Signora, intrecciando il suo destino con quello di un'Italia in trasformazione.
Un racconto epico di gloria e dolore, di sogni e cadute, che mostra come il calcio non sia mai solo un gioco, ma uno specchio della storia e della società. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Coreografia umana e IA robotica a confronto: il film esplora intelligenza collettiva, empatia e cooperazione tra danzatori e macchine. Espandi ▽
Che cosa accomuna una compagnia di danza e un centro di robotica? Dalla troupe della coreografa Sasha Waltz, dove singoli ballerini imparano a muoversi come fossero un unico corpo, alle macchine dell'ETH Zurigo controllate dall'IA e allenate a coordinarsi passo dopo passo, il film segue un'unica idea, quella dell'intelligenza collettiva, proiettata nel futuro. Artisti e scienziati discutono apertamente di empatia, immaginazione e cooperazione. Jalongo intreccia provini di danza ed esperimenti di laboratorio con riflessioni neuroscientifiche e filosofiche, chiedendosi se l'IA possa davvero provare emozioni o solo limitarsi a simularle. Lontano dall'attuale enfasi mediatica sull'argomento, il documentario umanizza la tecnologia e propone l'IA come strumento da plasmare insieme. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Il documentario segue Mauro Pagani mentre, dopo aver perso temporaneamente la memoria, ricostruisce la propria identità intrecciando ricordi, musica e incontri con amici e colleghi. Espandi ▽
Un'esistenza consacrata all'arte, dove ogni scelta è un gesto d'amore e nasconde il sogno di un mondo migliore, viene improvvisamente interrotta quando Mauro Pagani, tra i più grandi talenti della musica italiana dagli anni Settanta a oggi, perde temporaneamente la memoria. Tutto svanisce, tranne la consapevolezza della sua professione e la sua familiarità con gli strumenti. Per ricostruire la propria identità, Pagani riascolta dischi e dialoga con amici, colleghi e artisti, intrecciando memoria personale e memoria condivisa in un percorso poetico e liberissimo, dallo straordinario impatto emotivo. Ad accompagnarlo in questo viaggio indimenticabile ci sono Manuel Agnelli, Giuliano Sangiorgi, Marco Mengoni, Badara Seck, Mahmood, Dori Ghezzi, Ligabue, Arisa, Ornella Vanoni e la compagna di vita Silvia Posa. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Il percorso umano e artistico di Noam Shuster Eliassi. Espandi ▽
Come fare ancora ridere quando la guerra bussa alla porta? A Gerusalemme, Noam Shuster- Eliassi, attivista e one-woman show, ha sempre scritto battute sulla difficile convivenza tra israeliani e palestinesi, fino al giorno in cui è tutto cambiato. Amber Fares disegna il ritratto di un'artista che in barba alle critiche continua a credere che l'umorismo possa riparare i vivi, o almeno (in)trattenerli dalla parte della vita.
Cresciuta nel paradiso in terra, dove gli ebrei convivono in pace e in prosperità coi palestinesi - un villaggio biculturale e utopico (Neve Shalom - Wahat al-Salam) isolato nel mezzo del deserto, che diventa rapidamente il simbolo di una generazione futura fondata sulla pace e la fratellanza - Shuster ha visto un mondo migliore e ha stretto la mano a Hillary Clinton, a Jane Fonda e al Dalai Lama, prima di diventare ambasciatrice presso l'ONU. Ma il suo ideale di convivenza pacifista non porterà a nulla.
Muovendosi tra passato e presente, tra uno spettacolo in America e una vita in Israele, Coexistence, My ass! affronta il trauma di due Paesi attraverso il corpo comico della sua protagonista, che dopo lo shock si domanda come ridere ancora quando si hanno soltanto le lacrime agli occhi. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Un film sul mestiere di restare autentici: un elogio alla misura, all'intelligenza ironica, alla capacità di non prendersi troppo sul serio. Documentario, Italia2025. Durata 94 Minuti.
Willie Peyote tra musica, vita e riflessioni a Torino: un ritratto intimo e autentico di un artista tra impegno, ironia e coerenza nello showbiz. Espandi ▽
Torino d’inverno, la nebbia che sale dal Po e un uomo che cerca di mettere ordine tra le parole, come se da quelle potesse dipendere il suo equilibrio. Willie Peyote. Elegia sabauda è prima di tutto il ritratto di un artista che fa della semplicità e dell’umiltà la sua cifra identitaria, una dichiarazione d’amore a una città e a un modo di intendere la musica. Il documentario, diretto con pudore e curiosità, segue Willie lungo un biennio di cambiamenti – dall’inverno del 2023 fino a Sanremo 2025 – raccontandone la quotidianità, le contraddizioni e la capacità di essere se stesso, anche quando la pressione esterna vorrebbe che su di lui si costruisse un personaggio. Willie Peyote, all’anagrafe Guglielmo Bruno, si presenta come un artista senza trucco né finzione. Si definisce “nichilista, torinese e disoccupato, perché dire cantautore fa subito Festa dell’Unità e dire rapper fa subito bimbominkia”.
Nella sua apparente semplicità, è un film sul mestiere di restare autentici: un elogio alla misura, all’intelligenza ironica, alla capacità di non prendersi troppo sul serio. E forse, in un’epoca di sovraesposizione e clamore, è proprio questo il gesto più radicale possibile. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Tre storie di vite spezzate sul lavoro raccontano tragedie, lutti e resistenza, dando voce a chi resta e dignità a chi non c'è più. Espandi ▽
Tre storie di vite spezzate sul lavoro. Il documentario dà voce ai sopravvissuti, esplorando l’impatto umano delle tragedie e restituendo dignità alle vittime, trasformandole da numeri a persone. Ispirato agli articoli del giornalista Marco Patucchi e al libro “Operaicidio”, scritto insieme al magistrato Bruno Giordano, il documentario rende onore e memoria ai morti sul lavoro. Luca Bianchini, che ha scritto e montato (con Giovanni Cavallini anche direttrice della fotografia) il film, ha deciso di ridurre al minimo qualsiasi intervento esterno e di ‘finzione. È dunque un film fondato sul lavoro che non vuole essere solo un atto di accusa – ma lo è certamente – contro le istituzioni che dovrebbero impedire le morti bianche ma anche un momento di riflessione collettiva sul ruolo stesso dei lavoratori e su come, lo dice bene una testimonianza, loro stessi abbiano una responsabilità quando magari sottovalutano, per un giorno o per qualche minuto, l’utilizzo delle protezioni personali. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Il film documentario diretto dal premio Oscar Giuseppe Tornatore, con le musiche del premio Oscar Nicola Piovani. Espandi ▽
Brunello Cucinelli viene da una famiglia povera, ma non gli è mai mancato niente in termini di affetto, calore e rispetto. Dall'infanzia in un casale umbro insieme a 13 famigliari, all'adolescenza a Ferro di Cavallo, in provincia di Perugia, al trasferimento a Solomeo al seguito della fidanzata (poi moglie) Federica, il suo percorso è un'allegra scorribanda verso quella vocazione per la maglieria di qualità e l'alta moda che nascerà dopo il 25 anni e lo accompagnerà fino al presente. Ad animare l'imprenditore è una filosofia di vita appresa dai genitori, ovvero quella di comportarsi da persona perbene: con amici e parenti, con dipendenti e collaboratori, con i clienti e la sua comunità territoriale, con i partner aziendali e gli investitori cui sconsiglia di acquistare le sue azioni se non condividono la sua visione aziendale. Ed è questo il segreto del suo successo, tanto umano quanto professionale.
Cucinelli è il protagonista assoluto di Brunello - Il visionario garbato, il documentario che Giuseppe Tornatore ha girato su richiesta dello stilista che ne è produttore insieme a Masifilm; ed è un protagonista carismatico e accentratore che si racconta con il piglio del cantastorie, e la cui vicenda sembra una favola moderna. Tornatore dà molto spazio alla formazione di Cucinelli, ricreando scene della sua infanzia e giovinezza nelle quali l'imprenditore oggi settantenne si inserisce fisicamente per rivisitare il suo passato. Non possiamo sapere quanto di ciò che Cucinelli racconta attraverso la cinematografia di Tornatore sia attendibile perché viene raccontato basandosi sulla sua voce e quella dei suoi ammiratori, ma il film è aspirazionale e fonte di ispirazione in questo periodo ingeneroso e individualista, dove i concetti di comunità, di dignità dei lavoratori e di lealtà verso il prossimo sembrano… fuori moda. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Sophie Chiarello accompagna Aldo, Giovanni e Giacomo in un ritorno alle origini che diventa un racconto di amicizia, talento e del destino che li ha resi una leggenda della comicità italiana. Espandi ▽
A partire dall'infanzia, in cui le prime esperienze da attori sono state vissute all'oratorio, ognuno dei tre racconta se stesso mettendosi in relazione con gli altri. Molto spazio viene lasciato alle esperienze teatrali che sono state quelle che hanno sviluppato le potenzialità di ognuno per poi giungere alla notorietà data dalla loro opera prima Tre uomini e una gamba.
Un autoritratto dei tre tra nostalgia, ricordo e consapevolezza dei risultati raggiunti e da raggiungere.
Sophie Chiarello, la cui presenza non viene occultata dai tre Aldo, Giovanni e Giacomo che addirittura la coinvolgono inizialmente nei loro scambi di battute, è riuscita a trovare la giusta cifra narrativa seguendoli talvolta insieme e talaltra separatamente facendo emergere le storie di ognuno, le convergenze ma anche le differenze. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Un documentario che si sofferma con grazia e colori caravaggeschi sulla dimensione spirituale di Caravaggio nella Roma del Giubileo. Documentario, Italia2025. Durata 75 Minuti.
La dimensione spirituale e umana di Michelangelo Merisi attraverso i luoghi, le opere e le ombre della Roma del Giubileo del 1600 e in quella di oggi. Espandi ▽
L’emozione delle immagini di folle di persone che, pacifiche, camminano, osservano, cantano, pregano, nei dintorni di Roma per giungere a piazza San Pietro, è forte ed è un segnale di speranza per chi pensa che non esista più un desiderio di comunità. Il Giubileo, ancora oggi, ha quella pura energia che unisce diverse generazioni. Il film di Giovanni Piscaglia inizia il racconto mostrando questi vividi gruppi di persone che invadono con grazia la città. Genti di qualunque provenienza ed età che incontreremo durante lo sviluppo di una storia che narra il lavoro e le opere di Caravaggio. Il grande pittore barocco nel 1600, proprio durante l’anno del Giubileo di papa Clemente VIII, vive e lavora a Roma, aderendo la sua arte al sacro. Il film narra le azioni rocambolesche di Michelangelo Merisi (1571-1610), detto il Caravaggio per via della sua provenienza nei dintorni di Milano, che, tra un’altissima pittura, interessanti relazioni con i papi e con le famiglie aristocratiche ed azioni personali sempre al limite (o anche al di là di esso), ha vissuto Roma negli anni di più grande ricchezza culturale, architettonica e di flusso delle genti. La chiave che unisce l’energia del Giubileo (ancora oggi) e la forza espressiva di Caravaggio è dunque la città di Roma. Il film si sviluppa tra i racconti della vita di Caravaggio, le accurate e bellissime descrizioni, sia visive, dove la camera si sofferma con lentezza e grazia sui soggetti e sui colori lasciati dal maestro nelle sue pitture, che di racconto restituito grazie agli interventi di professionisti dell’arte e della città di Roma. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Un dialogo confezionato con Montezemolo: un film pensato per stranieri in visita alle bellezze italiane. Documentario, Regno Unito2025. Durata 108 Minuti.
La storia di un giovane studente di legge appassionato di motori che conquista la fiducia di Enzo Ferrari, fino a diventare presidente della Rossa e figura di primo piano dell'establishment italiano. Espandi ▽
La vita di Luca Cordero Montezemolo raccontata dallo stesso imprenditore italiano, nel corso di una lunga conversazione con il giornalista inglese Chris Harris nella sua villa tra le colline di Bologna. Dalle esperienze nei rally alla chiamata di Enzo Ferrari come team manager della scuderia di Maranello negli anni '70; dalle vittorie con Lauda, di cui fu amico sincero, all'addio momentaneo alla Formula 1 con il passaggio alla Cinzano, la creazione di Azzurra e il Mondiale anni '90; dal ritorno in Ferrari negli anni '90 grazie al rapporto con Gianni Agnelli ai trionfi dei primi anni Duemila con Jean Todt e Michael Schumacher.
Non è certo allo stesso Montezemolo che va chiesta obiettività di fronte ai successi della sua carriera, ma Chris Harris nel film, più che un giornalista, è un semplice ascoltatore adorante.
Messe comunque da parte le questioni etiche rispetto alla natura del documentario, Sognando rosso è comunque una carrellata su cinquant'anni di storia dei motori, con alcuni immagini notevoli, alcuni passaggi drammatici e alcuni inconsapevolmente cinici. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Da un servizio giornalistico nasce questo film che ha il merito di dare diffusione alle proteste nelle università. Documentario, USA, Palestina2025. Durata 81 Minuti.
Nel 2024, 50 studenti della Columbia guidano un'ondata di proteste per Gaza. Il film racconta la loro lotta, tra repressione e speranza. Espandi ▽
Ad aprile del 2024, per dodici giorni gli studenti della Columbia University occupano il prato esterno con le loro tende per rendere pubblica la loro protesta, finora inascoltata, contro il genocidio a Gaza e la politica di investimenti israeliani del loro stesso istituto, nel cui consiglio di amministrazione siede anche un consigliere della Lockeed Martin, nota multinazionale produttrice di armi e sistemi di difesa. A parlare e raccontare la protesta sono, in riprese a parte, esclusivamente gli studenti a capo del movimento. Il film degli esordienti Kei Prikster e Michael T Workman è scaturito da un servizio giornalistico del primo e poi si è sviluppato in lungometraggio con le aggiunte delle interviste “posate”: un’estemporaneità di concezione che ne è la forza, nella incompiutezza aiutata da didascalie esplicative finali. Evidentemente circoscritto all’arco temporale ristretto in cui si muove e condizionato dal brutale evolversi del conflitto, il film ha però il merito di dar conto anche della diffusione delle proteste anche in molte altre università statunitensi e non solo. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Il racconto poetico e travolgente di un'esperienza unica nel panorama musicale e sociale italiano. Espandi ▽
Il film racconta la magica e contagiosa avventura della Banda Rulli Frulli, il progetto artistico e musicale fuori dagli schemi, nato a Finale Emilia, nel modenese, nel 2010. Presentato in anteprima al Biografilm Festival, in selezione ufficiale al Toronto International Music Video Festival e vincitore al TAKT Film Fest e al Festival Internazionale del Cinema di Salerno, il documentario è il racconto di un'avventura collettiva che, attraverso prove, concerti, laboratori e vita condivisa, accende un faro nel buio per chi spesso non trova spazio. Un esempio di inclusione che ha varcato i confini locali, diventando un modello di studio universitario e una speranza concreta per tante famiglie. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Da un incontro miracoloso prende vita un diario di guerra e soprattutto una celebrazione della compassione. Documentario, Francia, Iran, Palestina2025. Durata 110 Minuti.
La regista iraniana Sepideh Farsi filma al telefono la fotografa palestinese Fatem Hassouma: un diario intimo da una Gaza sotto le bombe. Espandi ▽
Il 7 ottobre 2023, giorno del violento attacco di Hamas a Israele, la regista iraniana Sepideh Farsi sta promuovendo il suo ultimo film per il mondo, The Siren, che si ispira alla guerra che lei, oggi in esilio in Francia, ha vissuto da adolescente nel nativo Iran. In cerca di una comprensione più profonda del contesto, Farsi cerca di entrare a Rafah dall'Egitto per parlare con rifugiati palestinesi e grazie a un contatto conosce, se pur solo in videochiamata, la fotoreporter ventiquattrenne Fatma "Fatem" Hassouna. In un inglese essenziale si apre tra loro un dialogo, profondamente sentito, una connessione immediata, che non necessita di spiegazioni, tra chi conosce il significato di una forte limitazione della propria libertà.
La differenza tra loro è che Sepideh è fuggita dal suo Paese a 18 anni, non facendovi più ritorno, pena l'incarcerazione; Fatem vorrebbe conoscere il mondo ma non è mai uscita da Gaza, vive in un quartiere della parte nord della città che non ha nessuna intenzione di abbandonare, nonostante i persistenti bombardamenti. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Delbono costruisce un epitaffio e insieme una celebrazione di un amico in un documentario commovente e intimo. Documentario, Italia2025. Durata 81 Minuti.
Il film racconta la storia straordinaria e reale di Bobò, un uomo sordomuto, analfabeta e microcefalo che ha vissuto per 46 anni nel manicomio di Aversa. Espandi ▽
Omaggio di Pippo Delbono all’amico e collaboratore Vincenzo Cannavacciuolo, in arte Bobò, che fu un artista presente in tanti dei suoi spettacoli teatrali. Dagli albori del loro rapporto, quando Delbono nel 1995 lo incontrò per la prima volta nel manicomio di Aversa dove aveva trascorso decenni, e attraversando poi un numero smisurato di esperienze condivise sul palco preziosamente catturate nei tanti materiali d’archivio, si delinea una comunicazione atipica ma profondamente affettuosa, e un riconoscimento delle qualità uniche di un performer come pochi altri: “sordomuto, microcefalo e analfabeta”, ma capace di incantare tra danza e recitazione. Commovente in modo essenziale, senza fronzoli, il documentario più recente della filmografia di Pippo Delbono va a costituire un epitaffio e insieme una celebrazione di un amico che è stato parte integrante della prolifica produzione teatrale del regista. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.