Documentario su Libero De Rienzo, ripercorre vita e carriera tra cinema e teatro, tra testimonianze di colleghi e amici che ne celebrano talento e umanità. Espandi ▽
Il 15 luglio, a Roma, scompare a soli quarantaquattro anni l'attore Libero De Rienzo, uno dei volti più riconoscibili del cinema italiano del nuovo millennio. Attraverso alcune immagini di repertorio e le testimonianze di Elio Germano, Paola Cortellesi, Pietro Sermonti, Michele Riondino, Micaela Ramazzotti, Valeria Golino, Willie Peyote, Stefano Fresi, Marco Risi, Massimiliano Bruno, Claudio Santamaria, Emanuele Trevi e molti altri, il documentario ne ripercorre la vita e la carriera, dall'exploit con Santa Maradona passando per il teatro fino all'ultima interpretazione in Takeaway. Emergono così la sua generosità, la vitalità istintiva, l'onestà senza compromessi e soprattutto la capacità di lasciare un segno indelebile in chi lo ha conosciuto personalmente o ammirato sullo schermo. Recensione ❯
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Condividendo le loro vicende, i protagonisti del film cercano di riconnettersi con se stessi, di smettere di essere fantasmi. Di tornare, forse, alla vita. Espandi ▽
Le storie personali di nove rifugiati palestinesi che sono riusciti a scappare da Gaza, e che ora si ritrovano insieme per raccontare e raccontarsi ciò che hanno passato nei mesi e anni che hanno seguito il 7 ottobre 2023. Per fare luce sulle vite che hanno abbandonato in patria, il luogo che li accoglie è una dimensione neutra e scura, che a terra riporta una mappa stilizzata di Gaza a rappresentare una geografia della mente.
Nell'epoca in cui viviamo si pone con sempre maggior urgenza la questione di come dare forma e voce alle testimonianze della realtà palestinese mentre essa viene sistematicamente cancellata.
A metà strada tra l'arte performativa, la seduta di analisi e un gruppo di supporto collettivo, il film richiede pazienza anche allo spettatore perché rimuove ogni scorciatoia e ogni tramite. A volte è particolarmente doloroso calarsi nell'essenziale del racconto, che arriva senza filtro e che consapevolmente sembra aver selezionato personalità dai tratti più disparati, di ogni età e background anche creativi per meglio partecipare in un esperimento in fondo artistico, oltre che per stabilire una connessione più diretta con un pubblico europeo di cinema d'autore. Recensione ❯
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Con "I Mastri", De Michele continua a studiare il patrimonio materiale e immateriale italiano attraverso un approccio antropologico. Dopo il cibo, ha perlustrato l'Italia per dieci anni alla ricerca di artigiani sparsi nella penisola, raccontando la loro strenua resistenza allo spirito del tempo che li vorrebbe prossimi all'estinzione. Sei Mastri costruiscono i loro manufatti partendo dalla materia bruta: la terra, il legno, il vetro e la pietra. Recensione ❯
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Un film che si immerge in uno spazio di eccezione: un regime carcerario retaggio del passato, sul punto di scomparire, lontano dalla nostra società, ma di cui è allo stesso tempo una diretta emanazione. Espandi ▽
In Sardegna, nascoste in luoghi quasi inaccessibili, esistono ancora oggi tre delle ultime colonie penali attive in Europa. Qui, in queste case di lavoro all'aperto, i detenuti scontano la pena dividendo il loro tempo tra le mura della cella e il lavoro: coltivano la terra, allevano animali da pascolo, svolgono compiti di manutenzione della stessa struttura in cui sono rinchiusi.
A Isili, Mamone, e Is Arenas i detenuti sono perlopiù persone migranti. Ignoriamo la loro provenienza, il reato per cui sono stati rinchiusi, per quanto tempo ancora dovranno stare lontani dal mondo. Il lavoro scandisce il tempo fermo e dilatato della prigionia, in cui l'uomo e animale vivono a stretto contatto.
Il dispositivo di sorveglianza e repressione sembra ripetersi immutato di fronte alla macchina da presa, di colonia in colonia. Cambiano i volti, le guardie e i condannati, ma il sistema di controllo rimane il medesimo. Nell'ex colonia penale dell'Asinara, quando il rapporto tra carceriere e carcerato viene meno, tra le rovine delle prigioni abbandonate emerge una nuova dialettica di sopraffazione, che vede a confronto l'animale in libertà di fronte all'essere umano. Recensione ❯
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Lucio Corsi e sedici musicisti trasformano le rovine dell'Abbazia di San Galgano in un concerto unico, catturato interamente in pellicola 16mm. Espandi ▽
Notte, Abbazia di San Galgano. Tra le rovine di un luogo magico che si staglia in mezzo ai campi della Toscana, come da un altro pianeta atterrano due amplificatori giganti, sedici musicisti e i loro strumenti: nonostante la mancanza di un tetto nell'Abbazia, che consentirebbe al suono una facile via di fuga nel cielo, Lucio Corsi e i suoi sodali riescono a intrappolare la musica in un film originale e suggestivo, grazie anche alla scelta insolita di girarlo tutto in pellicola. "Sono passati più di dieci anni da quando io e Lucio ci siamo detti che avremmo voluto fare un concerto dentro l'Abbazia di San Galgano", racconta il regista. "Me la ricordo dalle gite in macchina da bambino e Tarkovskij, un posto magico, sospeso tra memoria e leggenda. Alla fine, ce l'abbiamo fatta, e suonarci dentro è stata un'esperienza unica che era obbligatorio immortalare con una cinepresa. Abbiamo deciso di farlo interamente su pellicola 16mm, alla vecchia maniera, per catturare l'autenticità delle immagini ed enfatizzare il potere viscerale del live". Recensione ❯
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Attraverso volti che sembrano eterni, il film ci accompagna in uno dei luoghi più identitari della capitale: Porta Portese. Espandi ▽
Racconta il cuore pulsante di Porta Portese, tra voci, ricordi e sogni che non vogliono sparire, in un'ultima resistenza contro il tempo e il digitale. Recensione ❯
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Dietro i lustrini di Miss Italia, la patron Patrizia Mirigliani lotta per salvare l'iconico concorso, ora in pericolo tra scandali e standard di bellezza in evoluzione. Recensione ❯
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La storia di Loris Stecca, che da pugile è stato sul tetto del mondo, mentre da uomo ha vissuto una caduta senza fine. Oggi, a 65 anni, ha ancora un avversario: sé stesso. Espandi ▽
1984: Loris Stecca a 24 anni è il più giovane campione mondiale di boxe che l'Italia abbia mai avuto. Oggi lavora come netturbino, dopo aver scontato 8 anni per tentato omicidio. Dopo i trionfi che fanno sognare la sua Rimini e le TV commerciali, l'epica sconfitta contro il partoricano Callejas trascina Loris in un abisso che non risparmia il fratello Maurizio, anche lui campione di boxe e oro olimpico nel 1984. Oggi, a luci spente, quel passato torna come l'ultimo avversario da fronteggiare. Recensione ❯
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Un ritratto intimo e commovente di due dei più influenti architetti della seconda metà del XX secolo, Robert Venturi e Denise Scott Brown. Espandi ▽
Per cinquant'anni, Robert Venturi e Denise Scott Brown hanno condiviso una vita caratterizzata da tenerezza, intelligenza e gioia creativa. Hanno anche dato il via a una rivoluzione nell'architettura, sfidando il rigido modernismo dell'epoca.
Gira con intimità dal loro figlio, il film invita a guardare il mondo attraverso i loro occhi, tramite un viaggio on the road nei luoghi che hanno significato di più per loro, tra cui Roma, Venezia, Parigi, Londra, Filadelfia e Las Vegas. Recensione ❯
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Un'opera che mette in luce quanto sia interessante l'attualizzazione della scrittrice e la curiosità eclettica della regista. Documentario, Francia2025. Durata 90 Minuti.
In diversi licei francesi, studenti e insegnanti discutono le opere di Annie Ernaux, riflettendo su sé stessi e sulla società che li accompagna verso l'età adulta. Espandi ▽
Nelle aule di vari licei sparsi per la Francia di oggi, gruppi di studenti discutono in compagnia dei professori le opere di Annie Ernaux, premio Nobel per la letteratura e autrice tra gli altri di “Passione semplice”, “Il posto”, “Gli anni”, “L’evento”. In un animato dibattito di stampo seminariale, che stimola la partecipazione dei ragazzi e li invita a mettere in relazione le opere di Ernaux con il loro vissuto personale, emerge un quadro collettivo tanto della percezione di un’artista fondamentale nella cultura d’oltralpe, quanto di una società che si affaccia all’età adulta. Spaccato generazionale della sensibilità letteraria contemporanea da parte dei più giovani, il film procede per accumulazione e ripetizione, tornando di continuo sugli stessi testi, temi e significati che costellano la produzione artistica di Ernaux. Si va in profondità nelle molte sfaccettature della figura dalla scrittrice: il rapporto degli studenti con le opere è personale, intimo e politico, senza quella distanza ingessata. Recensione ❯
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Un viaggio nell'universo creativo e personale di uno dei più grandi narratori del nostro cinema: Pupi Avati. Espandi ▽
Un ritratto sincero e coinvolgente che restituisce la straordinaria capacità di Pupi Avati di intrecciare la vita con l'arte in un racconto unico e appassionante. Nei suoi film, poetici e inquietanti, romantici e struggenti, si ritrovano luoghi, episodi e suggestioni della sua storia, riaffiorano scene e atmosfere dell'adolescenza emiliana e romagnola che hanno reso inconfondibile il suo stile. Recensione ❯
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Il viaggio rivoluzionario di Sally Ride come prima donna americana nello spazio nascondeva una storia profondamente personale. Il suo compagno di vita, Tam O'Shaughnessy, svela la loro storia d'amore segreta durata 27 anni e i relativi sacrifici. Recensione ❯
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Un viaggio musicale e culturale che supera i confini del genere e celebra la vita di un artista che, oggi più che mai, continua a parlare al presente. Espandi ▽
Il documentario ripercorre le tappe attraverso la vita e l'opera del musicista, dalla gioventù a Lucca come erede brillante di un'antica dinastia di musicisti, agli esordi della carriera nazionale a Milano, fino ad arrivare all'apice del suo successo, raggiunto mentre si divideva tra il rifugio di Torre del Lago e i teatri internazionali. Un viaggio alla scoperta di un grande artista, che con la sua musica e il suo teatro è riuscito a farsi riconoscere in tutto il mondo. Recensione ❯
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Nel 2001, Kamal Aljafari e l'amico Hasan viaggiano a Gaza per cercare un ex compagno di cella, esplorando luoghi, volti e ferite della città. Espandi ▽
In una serie di registrazioni risalenti al 2001 e ritrovate solamente di recente, Kamal Aljafari riporta alla luce un viaggio dell’epoca fatto a Gaza, in compagnia dell’amico Hasan. Il regista palestinese si era recato sul posto in cerca di un uomo con cui aveva brevemente condiviso una cella in prigione, più di dieci anni prima. Senza avere molte informazioni su di lui, i due si inoltrano per le strade di Gaza, parlano con gli abitanti, assistono alla distruzione già perpetrata dall’esercito israeliano, e si avventurano in auto nei territori fuori dalla città. In questi anni di conflitto atroce a Gaza, il cinema multidimensionale e autoriflessivo di Kamal Aljafari si propone come complemento ideale alle testimonianze documentarie più dirette e lineari che hanno a che fare con l’attualità nelle terre palestinesi. Dopo A Fidai Film del 2024, Aljafari torna con un’opera più essenziale e anche più personale, ancora una volta basata sullo scarto temporale tra periodi diversi e sulla riflessione ontologica di quale sia il significato di un’immagine preesistente una volta che ne cambiamo il contesto. Recensione ❯
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