Titolo originale | Les Chèvres! |
Anno | 2024 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Francia, Belgio |
Durata | 100 minuti |
Al cinema | 1 sala cinematografica |
Regia di | Fred Cavayé |
Attori | Dany Boon, Jérôme Commandeur, Claire Chust, Alexandre Desrousseaux, Grégory Gadebois Marie-Anne Chazel, Bun-hay Mean, Philippe Richardin. |
Uscita | mercoledì 24 aprile 2024 |
Distribuzione | Notorious Pictures |
MYmonetro | 2,34 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento lunedì 22 aprile 2024
Una commedia dell'assurdo tratta da una storia vera... o quasi!
CONSIGLIATO NÌ
|
Nella Francia del XVII secolo, quando Luigi XIV è ancora un bambino e a guidare il paese è il cardinale Mazzarino, per l'assassinio di un nobile maresciallo della corona, accoltellato in una città al confine con la Savoia, viene accusata una capra. Da prassi dell'epoca, contro l'animale viene allestito un processo e a difendere l'imputata è chiamato lo spiantato avvocato parigino maître Pompignac, celebre per non aver mai vinto una causa. L'uomo è convinto di aver trovato il caso della vita, ma non sa che per evitare tensioni con l'odiata Savoia da Parigi viene mandato l'avvocato più celebre della nazione, l'imbattibile maître Valvert.
Dopo un incredibile successo nel suo paese, Il caso Josette (che in originale si chiama semplicemente Les chevres!, e il riferimento non è ai soli animali...) arriva anche da noi, dove in realtà la stella Dany Boon non è mai riuscita a brillare.
Il più celebre attore comico francese, qui diretto dall'esperto Fred Cavayé, in passato regista di Gli infedeli (rifatto in Italia da Stefano Mordini), interpreta il ridicolo e cialtronesco Pompignac: parrucca scapigliata, aspetto trasandato, abiti lerci e una generale condizione di laidume che chiarisce da subito l'intenzione degli autori di dare del Seicento francese (il secolo della ragione e del Barocco) un'immagine putrida e grottesca.
Nel film i nobili sono osceni tanto quanto i popolani (ma hanno dalla loro il potere di modificare i loro ritratti...), la pipì viene gettata in strada dalle finestre, il fango arriva alle ginocchia e la provenienza dei personaggi di norma è intuita in base alla puzza (i parigini sanno di piccione, i campagnoli di capra). Le continue battute sull'igiene sembrano addirittura prese a prestito dal mondo al contrario di Monsters & Co., con scambi come questo: «Ma come fate ad avere i denti così puliti? Li lavate?», «Oh, mio Dio, certo che no!».
Gli autori di Il caso Josette (che nasce da un'idea di Matthieu Rumani, autore della sceneggiatura con Sarah Kaminsky e Nicolas Slomka) non ci vanno leggeri, come di norma succede con il cinema francese popolare, sia nella rappresentazione esagerata del passato sia nella sua modernizzazione, con la musica pop d'accompagnamento e le abitudini sociali dei parigini decisamente contemporanee.
Al centro della trama c'è lo strano (ma non inusuale, tra il tardo Medioevo e l'età moderna) processo alla presunta capra assassina, accusata a furor di popolo come per ogni altro caso giudiziario (i giudici sono le figure più vituperate del film: pavidi, ubriaconi, creduloni...). Presto, però, l'intuizione che porta allo scontro tra i cialtroni del foro maître Pompignac e maître Valvert (Jérôme Commandeur) si trasforma in un McGuffin per consentire al film di parlare d'altro: della giustizia trasformata in show ridicolo, ad esempio, con gli avvocati pronti a vestire i panni degli imbonitori; o ancora (e soprattutto) delle lotte fratricide interne a una comunità, con tanto di corda tirata in mezzo a una città per dividere francesi da una parte e savoiardi dall'altra - e ogni riferimento alla contemporaneità è ovviamente voluto (per quanto blando...).
Tra i due personaggi litiganti, il goffo Pompignac e il parruccone Valvert, a godere sono in realtà due figure inizialmente comprimarie e poi via via sempre più protagoniste: la proprietaria della capra, la giovane e bella Camille (Claire Chust), che nel finale si lancia in una tirata femminista in anticipo di secoli, e il giovane aiutante di Pompignac, Jean (Alexandre Desrousseaux), che della vicenda è il narratore e a un certo punto anche il motore inconsapevole. Soprattutto - e il nome di battesimo non è casuale, anche se non sveleremo la sorpresa - alla fine il personaggio rivela una natura così imprevedibile da costringere lo spettatore a rivedere la vicenda da un'altra prospettiva, né storica (chiaramente), né fantasiosa (cosa naturale), ma addirittura fiabesca.
La chiusa a sorpresa è tanto buffa quanto pretestuosa: ma del resto è tutto il film a essere pretestuoso, e allora tanto vale prenderlo per quel ché, una commedia non esattamente raffinata, per quanto innocua e qua e là (non così) divertente.
Nel 17° secolo, gli animali potevano essere processati per aver commesso un crimine. L'avvocato Pompignac (Dany Boon) è allora convinto di aver trovato il caso della vita: difendere la giovane ed innocente capra Josette, accusata ingiustamente dell'omicidio di un maresciallo. Ma dovrà fare i conti con il suo avversario, il formidabile e celebre Valvert (Jerome Commandeur), capace di vincere sempre, [...] Vai alla recensione »
Francia, diciassettesimo secolo. Una undicenne, Josette, a giudizio per omicidio. L'avvocato Pompignac accetta di difenderla. Non è un principe del foro: a dirla tutta, non ha mai vinto una causa. Stavolta è sicuro di trionfare: chi se la sentirebbe di condannare una bambina? L'avvocato inetto ha equivocato. Josette è una capra. La storia non è vera, ma verosimile sì: a quel tempo, in Francia gli animali [...] Vai alla recensione »
Josette è una capra accusata di aver ucciso un maresciallo della corona. Il film è ambientato nel seicento, quando cose del genere potevano accadere. La povera capretta è difesa dall'avvocato Pompignac (Dany Boon), lo zimbello dell'osteria perché perde tutte le sue cause e i suoi clienti finiscono squartati, impalati, messi al rogo. Di fronte a lui il formidabile Valvert (Jérôme Commandeur), che fa [...] Vai alla recensione »
Una capra è accusata dell'omicidio di un ufficiale francese, al confine con il ducato di Savoia. Per l'avvocato Pompignac è l'occasione per mettere a segno una vittoria facile. Commedia francese senza infamia e senza lode, con una trama arricchita da gag, allusioni pungenti e qualche colpo di scena. Personaggi da commedia dell'arte, a tratti grotteschi, con qualche cliché di troppo.
Francia, 17° secolo. Mentre al potere c'è il cardinale Mazzarino, in attesa di cedere il posto al dispettoso infante Luigi XIV, la notizia che attraversa tutto il Paese riguarda un fatto di cronaca, a dir poco sconcertante. Un nobile maresciallo della corona in pensione è assassinato lungo il fiume di un piccolo borgo rurale ai confini con la Savoia.
Avvocato assai male in arnese nella Parigi del 1640, Pompignac, laureatosi alla men che prestigiosa facoltà di Clermont-Ferrand e abbonato alla sconfitta, crede di aver finalmente trovato il caso con cui vincere facile: Josette, 11 anni appena, è accusata dell'omicidio di un uomo, e tenuta in catene in attesa di processo. Impossibile non far intenerire la giuria davanti a una bimba innocente e maltrattata.. [...] Vai alla recensione »