Hijack

Episodi: 7
Regia di Jim Field Smith, Mo Ali.

Una mini-serie thriller in tempo reale, corale solo nella forma. Con un lavoro pregevole degli attori

Recensione di Emanuele Sacchi
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Sam Nelson è il passeggero di un volo diretto da Dubai a Londra. Vuole raggiungere l'ex moglie, forse per un tentativo estremo di riconciliazione, anche se lei ha un altro compagno, il poliziotto Daniel. Ma sul volo KA29 succede qualcosa di inaspettato: alcuni passeggeri sono in realtà dei dirottatori, che prendono possesso dell'aereo senza che siano chiari i loro scopi. Mentre il governo britannico teme un atto terroristico e una missione suicida, Sam segue un suo piano per sovvertire il piano criminoso fingendo di assecondarlo.

Il mito della serie in tempo reale perdura dal successo di 24 e la produzione ideata da George Kay e Jim Field Smith si allinea al canovaccio, trasformando sette ore di volo in altrettanti episodi di una miniserie ad altissima tensione.

Guardando ai film catastrofici di un tempo in stile Airport, di cui riprende la tendenza a collezionare una galleria di personaggi peculiari e consapevolmente stereotipati, e all'action contemporaneo, Hijack si affida completamente al proprio protagonista. Idris Elba ricorre a tutte le sue doti di fascino e fermezza per delineare il ritratto di un risolutore, abile a negoziare contratti almeno quanto a sgominare il piano pressoché impeccabile di un gruppo di dirottatori britannici. Inevitabili le false piste, che utilizzano il pregiudizio degli spettatori per sovvertirlo e poterli così sorprendere (dei molti personaggi arabi, ad esempio, nessuno è coinvolto nel colpo).

Se è indubbio riconoscere una presenza magnetica a Elba, però, è altrettanto oggettivo constatare come questo non basti a colmare le lacune di un prodotto che delude le aspettative. Restando strettamente sul livello del contenuto, molte delle scelte dei dirottatori, per quanto giustificate dalla loro ignoranza del misterioso piano complessivo, appaiono risibili e questo certamente inficia sulla tensione di un prodotto che punta tutto sull'attenzione ai dettagli e ai colpi di scena inattesi. Basta poco tempo per capire che la differenza di risorse intellettive tra Sam Nelson (difficile pensare che non appartenga davvero ai servizi segreti) e i criminali sia tale da non lasciare chance a questi ultimi.

Sappiamo che Sam risolverà tutto nel migliore dei modi e che è solo questione di tempo, e questa consapevolezza attenua inesorabilmente il livello di adrenalina, regalando troppe certezze sull'esito. Quanto allo stile, sono pochi i momenti in cui la regia adotta soluzioni inconsuete o memorabili, preferendo lavorare sulla peculiarità del montaggio.

Con una scelta coraggiosa quanto opinabile, le scene di azione restano sullo sfondo quando non fuori campo. Le ellissi sono scelte con un preciso intento: la prima esecuzione dei dirottatori, ad esempio, avviene nel buio tra un episodio e il successivo, lasciando il più a lungo possibile indistinte l'identità della vittima e le circostanze in cui è avvenuto il fatto. La lezione etica che ne seguirà sui facili pregiudizi di una madre premurosa e in costante difficoltà sa molto di semplificazione e di discutibile funzione didattica, un difetto che Hijack propaga negli ultimi episodi per coprire potenziali momenti di stagnazione della vicenda. Come per ogni produzione britannica o coproduzione con cast prevalentemente britannico, il lavoro degli attori è pregevole, anche quando non è felicemente sorretto dalla sceneggiatura.

Ma in Hijack si dimostra insufficiente a salvare la situazione e la comparazione con il livello medio delle produzioni Apple Tv+ - basti pensare a Slow Horses e alla sua incredibile gestione dell'equilibrio tra action-thriller e vicende personali dei protagonisti - non fa che peggiorare le cose.

L'epilogo frettoloso evita di gestire fili sciolti e complicati da annodare, (auto)giustificandosi con il fatto di aderire all'arco narrativo delimitato dal volo, dal decollo all'atterraggio. Qualche relazione sentimentale sarà destinata a cambiare? Quali saranno le conseguenze politiche (timida e assai vaga la critica alle istituzioni) e personali della drammatica esperienza nel breve e lungo periodo? Tutto resta fuori campo, a conferma che il focus rimane sul personaggio di Sam Nelson, l'unico approfondimento che conti davvero in una serie che è più corale nella forma che nella sostanza.

Episodi: 7
Regia di Jim Field Smith, Mo Ali.

La prima stagione della serie

Recensione di a cura della redazione

Sam Nelson è il passeggero di un volo diretto da Dubai a Londra. Vuole raggiungere l'ex moglie, forse per un tentativo estremo di riconciliazione, anche se lei ha un altro compagno, il poliziotto Daniel. Ma sul volo KA29 succede qualcosa di inaspettato: alcuni passeggeri sono in realtà dei dirottatori, che prendono possesso dell'aereo senza che siano chiari i loro scopi. Mentre il governo britannico teme un atto terroristico e una missione suicida, Sam segue un suo piano per sovvertire il piano criminoso fingendo di assecondarlo.