Constellation

Jo Ericsson è un'astronauta svedese, della European Space Agency, che partecipa a una missione sulla International Space Station, insieme a membri dell'americana NASA e della russa Roscosmos. Durante un esperimento con il CAL (Cold Atom Laboratory) avviene un incidente che Jo indaga esaminando la stazione spaziale dall'esterno. Qui fa una sconcertante scoperta: trova il corpo di una cosmonauta incagliato nello scafo, ma è la sola a vederlo. Gli altri astronauti dovranno rientrare e lei resterà indietro. Solo alcuni giorni dopo avrà a sua volta un'occasione di rientro.

Nel mentre, sulla stazione spaziale, ha visioni sempre più sconcertanti, legate in particolare al collega Paul, morto durante l'incidente, ma pure a sua figlia Alice che l'aspetta a Terra insieme al padre Magnus, il marito di Jo. Quando la donna finalmente rientra a Terra le visioni continuano e realizza che ci sono cose della sua che non riconosce o non ricorda. Secondo lo scienziato americano Henry Caldera è tutto dovuto all'esperimento con il CAL, di cui però non riesce a dimostrare il risultato: i dati sembrano scomparsi e solo a lui appaiono misteriosi disturbi.

Una serie di hard science-fiction che, non diversamente da Il problema dei tre corpi, esplora le teorie quantistiche, ancorando il tutto a una vicenda famigliare tra horror e melodramma a volte intrigante, ma spesso macchinosa.

L'inglese Peter Harness, che già ha adattato per la Tv Jonathan Strange e Mr. Norrell e The War of the Worlds in una fedele versione Ottocentesca, non ha mai brillato per il ritmo che imprime alle sue produzioni. In Constellation infatti predilige una costruzione lenta del racconto, dove il vero mistero della serie emerge solo dopo i primi episodi, che sembrano più banalmente puntare ad allucinazioni di Jo anziché a una complessa questione quantica di universi paralleli e particelle intrecciate.

I jump scare e le apparizioni nella stazione spaziale, risultano però già visti e ripetitivi, tanto che lo spettatore potrebbe facilmente decidere di abbandonare la serie. Ma sarebbe un peccato, perché nel procedere della storia le cose si fanno via via più interessanti, anche grazie allo spazio che acquisiscono gli altri personaggi una volta sulla Terra. Per esempio se inizialmente l'ottimo Jonathan Banks nei panni di Henry Caldera è ridotto a un ruolo quasi macchiettistico, monocorde nella sua ossessione per il rientro del CAL, la sua parte poi si sviluppa in direzioni inattese e risulta speculare a quella di Jo, in modo via via più oscuro.

È poi molto efficace la sesta puntata, dal punto di vista di Paul e dell'altra versione della piccola Alice, che si riallaccia a tutte le varie visioni precedentemente viste e fa luce sui punti bui del racconto senza risultare didascalica. Inoltre Paul diventa a sua volta un personaggio di spessore, disturbato e disturbante. Più scontata invece la figura della sovietica Irina, di cui si intuisce il mistero molto prima dell'ultimo episodio, ma in fondo non è così importante e il finale di stagione ha comunque diversi forti cliffhanger che rilanciano per una prossima annata. Inoltre questi otto episodi arrivano felicemente a risolve il rapporto di Jo con la figlia e con il marito - quest'ultimo sicuramente il personaggio più debole di tutta la serie.

Rimane il rimpianto per una partenza che ricorre a tropi abusati e non sa affascinare da subito, nonostante la buona qualità della produzione e degli effetti speciali, inoltre Constellation sconta, anche negli episodi migliori, la fatica di puntate che sempre più lunghe di cinquanta minuti, alle quali avrebbero giovato maggior nerbo e concisione. Il lato intimo del dramma di Jo, interpretato dalla specialista in personaggi estremi Noomi Rapace, è straziante ma pure spesso azzoppato da altre figure che rifiutano di collaborare, perché feriti da reciproci tradimenti o ostinati nella loro sfiducia come la figlia Alice (con tanto di immancabile coniglio peluche).

La serie viene frenata nel suo sviluppo dagli ostacoli che queste relazioni pongono e che arrivano a sciogliersi solo nelle ultime puntate, quando finalmente madre e figlia arrivano nella baita di famiglia - un luogo immerso nella neve che si fa attendere non poco, perché appare in forma di visione già nelle prime puntate. Se sarà rinnovata per una seconda stagione, Constellation partirà probabilmente in modo più agile, e del resto un titolo come questo, molto europeo nel dna (c'è anche la fassbinderiana Barbara Sukova) è necessario a Apple e ben si inserisce nella sua nuova linea di serie fantascientifiche con aspirazioni adulte. 