L'amicizia tra due ragazzi afroamericani all'interno di un difficile contesto scolastico. Espandi ▽
Florida, 1962. Elwood Curtis viene spedito alla Nickel Academy, un riformatorio dove i metodi educativi consistono nel riempire di botte chiunque non si sottometta alle regole del direttore. Per fortuna il ragazzo fa amicizia con Turner, un ragazzo di strada che sembra più adatto a gestire la situazione e che fornisce a Elwood piccole scappatoie.
Nickel Boys è il magnifico adattamento cinematografico di “I ragazzi della Nickel” dello scrittore afroamericano Colson Whitehead, che con questo romanzo ha conquistato il suo secondo premio Pulitzer.
Ed è un piccolo miracolo perché riesce a trasformare in grande cinema quella che era grande letteratura. Il dolore si trasforma in poesia, il Male in Arte, i corpi singoli dei ragazzi nel corpo collettivo afroamericano, senza pietismi o inutili sadismi, riproducendo esattamente la casualità con cui la giustizia americana decide (ancora oggi) del destino di una comunità sulla base del colore della pelle. Recensione ❯
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Un film costellato di riflessi e di riverberi luminosi. Per parlare di integrazione, tra attese e scoperte. Drammatico, Francia, Lussemburgo, Mauritania2024. Durata 110 Minuti.
Il ritorno di Abderrahmane Sissako, regista del capolavoro candidato agli Oscar Timbuktu, con una storia d'amore che non conosce limiti né frontiere. Espandi ▽
Aya ha lasciato dinanzi all'officiante colui che doveva diventare suo marito. Ha abbandonato poi la Costa d'Avorio per andare a vivere a Guangzhou (Canton) nel quartiere denominato "Chocolate City" perché abitato da numerosi immigrati africani. Qui lavora per Cai, un coltivatore e raffinato estimatore delle più diverse specie di piante del the. Tra i due nasce progressivamente un'intimità non priva di problemi.
Il ritorno al lungometraggio di Abderrahmane Sissako ci propone l'incontro tra due mondi culturalmente molto distanti ma che possono comunicare sul piano del sentire.
È un film costellato di riflessi e di riverberi luminosi il suo, quasi che la realtà che viene rappresentata avesse poi l'urgenza di sfrangiarsi e di perdere quella lucidità e sequenzialità di tempi e di azioni che il rito del the richiede. Si ha allora l'inserimento di elementi sui quali lo spettatore viene spinto ad interrogarsi per poi ricevere una risposta che finisce con il porre nuovi quesiti. Recensione ❯
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Una giovane donna vive in un contesto che la vuole operaia e sottoposta. Lei però decide di cercare la propria voce. Espandi ▽
In un paesino montuoso dell’Irpinia, una giovane donna vive un’esistenza riservata. Le fanno compagnia un gatto e alcuni parenti, ma il grosso delle sue giornate si snoda attraverso il lavoro ripetitivo in una fabbrica per la concia delle pelli. Un giorno, vedendo in aria il drone utilizzato per le riprese durante una festa di comunione, le viene un’idea che possa metterla in contatto telefonico con una presenza inaccessibile. È l’inizio di un rapporto sempre più assiduo, su cui entrambe le parti proiettano ciò che desiderano.
Per la seconda volta strappati alla loro attività di documentaristi dopo Il cratere del 2017, Silvia Luzi e Luca Bellino nel frattempo non hanno mai smesso di raccontare il reale; con Luce però cercano un altro modo di integrarlo alla finzione, stavolta con un film unicamente intimista e ancorato alla presenza di Marianna Fontana. Recensione ❯
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Un ritratto dei ventenni di oggi, alla ricerca di utopie e speranze che non gli sono state concesse, della loro voglia di vivere e amare e della loro grande infelicità. Espandi ▽
Bianca ha 23 anni, dovrebbe frequentare l’università, ma non ci va mai. Ha poche ossessioni: il tempo che passa, la droga e Angelica. Da quando vivono insieme, tutto corre più veloce. Anche la loro amicizia, tra amore e dipendenza. Bianca ha un quaderno su cui scrive appunti per i suoi libri, ma vorrebbe annotarci altro: che perdiamo tutto continuamente e che alla fine, forse – tra le strade notturne di Roma e l’albero che si intravede, muto, dalla finestra di casa – niente andrà perduto. L’opera prima di Sara Petraglia convince per la sua naturalezza nel raccontare due ragazze poco più che ventenni in cerca di se stesse. Uno dei pregi maggiori dell’opera prima di Sara Petraglia – sì la figlia dello sceneggiatore Sandro e non se ne parli più – è la schiettezza, sic et simpliciter. Perché è un pregio? Perché raccontare con semplice naturalezza, senza approcci moralistici, senza giudicare, due donne di vent’anni o poco più, Bianca e Angelica, è qualcosa di inedito e, in certa misura, di scandaloso. Certo la riuscita del film, che si muove su corde che è un attimo pizzicare male, è dovuta alla naturalezza della sceneggiatura ma, soprattutto, all'adesione totale ai personaggi delle due interpreti, Tecla Insolia, sempre più sorprendente e Carlotta Gamba in un ruolo fantasmatico. Recensione ❯
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Un'opera che può offrire molto alle nuove generazioni e di cui bisognerebbe far tesoro. Documentario, Italia2024. Durata 71 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
A soli 12 anni Flora Monti diventa una delle più giovani staffette partigiane. Espandi ▽
Flora Monti, divenuta staffetta partigiana a soli dodici anni, racconta la propria vita a partire dal momento in cui decise di accettare il pericoloso incarico di portare messaggi ai gruppi resistenziali che agivano sull’Appennino tosco-emiliano. Quando, nel 1944, arrivarono gli americani, per lei e la sua famiglia iniziò una nuova avventura che la portò, da sfollata, a Cinecittà. De Polo non si limita (che comunque sarebbe già moltissimo) a raccogliere le sue testimonianze e ad aggiungervi del materiale di repertorio. Con l’aiuto di una dodicenne di oggi che, novella Flora, offre alle nuove generazioni riferimenti storici forse non noti, ci fornisce ulteriori elementi che poi un gruppo di attori, che indossano le maschere più cupe della commedia dell’arte, traducono in azioni efficacemente mimate. Storie come quella di Flora andrebbero mostrate nelle scuole non per suscitare odio retroattivo (come qualcuno potrebbe in modo surrettizio obiettare) ma per ricordare quanto accaduto per farne tesoro per il presente e il futuro. Recensione ❯
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L'incontro tra una giovane coppia di ladri e gli abitanti di una villa sperduta dà vita a un gruppo di sogni e fallimenti. Espandi ▽
Guido e Beatrice sono due ladri che stanno cercando di sfuggire alla cattura da parte della polizia e che sono sottoposti alle non amichevoli attenzioni di un boss malavitoso. Raggiungono nottetempo un’isola su cui sorge un’ampia villa abitata dalla famiglia Reffi. Ognuno dei componenti ha una passione particolare. C’è chi è stato direttore d’orchestra; chi, un tempo medico, ora sviluppa il suo interesse per la matematica; chi scrive romanzi e chi vorrebbe saperli scrivere. Tra il gruppo e la coppia si ingaggia una scommessa: chi abita la villa pensa di riuscirne a cambiare le attitudini. In quel caso non si provvederà a denunciarli alle forze dell’ordine. Eugenio Lio ed Elisabetta Sgarbi hanno operato su un romanzo scritto negli anni’40 da Giorgio Scerbanenco, ritrovato dagli eredi e pubblicato nel 2018 da La Nave di Teseo, casa editrice di cui Elisabetta Sgarbi è l’anima nonché il direttore generale. Ne hanno spostato l’azione sul finire degli anni ’60 (su una pagina di giornale per un istante sembra di leggere il nome di Valpreda) e il loro intervento è sui personaggi (non sulle persone) che lo scrittore ha immaginato. Tutto però è rigidamente ancorato all'interno di uno schema algido ed è questa freddezza che viene volutamente conferita alla recitazione degli attori che denunciano la loro derivazione letteraria non per una mancanza di consapevolezza da parte degli sceneggiatori ma proprio (questo è ciò che si coglie) per sottolinearne l'artificiosità del pensiero e quindi delle vite. Recensione ❯
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Serie basata sul best seller internazionale di Amor Towles e ambientata all'indomani della Rivoluzione d'Ottobre. Espandi ▽
Nel 1922, dopo la Rivoluzione Russa, il conte Alexander Rostov viene condannato agli arresti domiciliari a vita nel lussuoso hotel Metropol di Mosca. Costretto a lasciare la sua suite e a trasferirsi in una soffitta, Rostov si adatta alla sua nuova vita facendo amicizia con il personale dell'hotel e stringendo legami con vari ospiti. Tra questi ci sono l'attrice Anna Urbanova e la giovane Nina Kulikova. Pur vivendo in confinamento, Rostov trova un nuovo senso alla propria esistenza e un ideale di comunità, osservando da lontano i cambiamenti storici e politici che scuotono la Russia fuori dalle mura del Metropol.
Basata sull'acclamato romanzo di Amor Towles, la serie Showtime Un gentiluomo a Mosca, proposta in Italia su Paramount+, esplora temi profondi di resilienza, adattabilità e soprattutto il potere dei legami umani.
A complicare le cose è la scelta di una narrazione che, attraversando decenni di storia russa, adotta un ritmo dilatato, tendente alla stagnazione. Nulla da ridire sulla performance di Ewan McGregor, che interpreta il conte Rostov con il suo consueto carisma, incarnando un aristocratico affascinante e appassionato, e trasmettendo una gamma di emozioni che vanno dalla leggerezza alla malinconia. Recensione ❯
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Il film esplora la possibilità di una riparazione e il coraggio
necessario per portare avanti un'esistenza irrimediabilmente segnata. Drammatico, Italia2024. Durata 85 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Poco più che trentenne, Anna ha già pagato per il reato che ha compiuto poco più che adolescente, ma il giudizio vive al di là della sentenza, sia nei suoi occhi, sia in quelli della gente. Espandi ▽
Anna ha poco più di trent'anni quando decide di trasferirsi in una piccola città di provincia per cambiare vita. Ma il suo passato torna inesorabilmente, perché il giudizio degli altri, a differenza delle sentenze, sembra non finire mai. Recensione ❯
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Un uomo cerca di rimettersi in gioco addestrando cani ma si troverà a gestire un branco di bambini. Espandi ▽
Pasquale è un educatore cinofilo che perde una gara e la sua ex moglie, sempre vincente, gli porta via l'adorato cane. La sua vita va in frantumi, a salvarlo è l'idea di un posto dove tenere i cani degli altri e accudirli in serenità. Peccato che il suo volantino finisca per essere frainteso e alla sua porta si palesino una serie di creature da accudire, che non sono cani ma bambini selvaggi in cerca di un po' di tenerezza. Insegnerà loro quello che sa fare meglio: come diventare un vero "branco" e sostenersi a vicenda.
È una commedia tenerissima, Gli addestratori di Andrea Jublin. Tenera non solo perché si tratta di un family movie sprigionante buoni sentimenti da ogni poro, ma perché ha come protagonista un personaggio imperfetto, goffo, che ha fatto tanti errori nella vita, ma riesce da subito a farsi benvolere dal pubblico.
Infonde buoni sentimenti, fa sorridere, regala scene godibili e sa intrattenere tutta la famiglia con intelligenza e garbo, senza grandi pretese. Di questi tempi, davvero, non è poco. Recensione ❯
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Un triangolo fantascientifico dalle infinite varianti. C'è dell'ingegno ma manca una profondità autoriale. Thriller, Drammatico, Fantascienza - USA2024.
Thriller fantascientifico di nove episodi basato sul bestseller del New York Times di Blake Crouch, che è anche scrittore e produttore esecutivo della serie. Espandi ▽
Un fisico di Chicago, Jason Dessen, viene aggredito da... sé stesso! La misteriosa figura mascherata che lo assale rivelerà infatti molto presto di essere un suo doppio, intento a rubargli la vita, con l'idea che il primo Jason voglia a sua volta fare esperienza di un'esistenza diversa. Quest'ultimo si risveglia in un'altra dimensione, dove proprio il suo doppio ha portato a termine un esperimento sui mondi paralleli che lui invece aveva abbandonato in favore dell'amore per Daniela.
Ma la fascinazione per la scoperta non lo travolge e rimane invece fedelissimo alla moglie Daniela, e disposto a tutto per tornare da lei e dal figlio Charlie. Navigare tra le infinite possibili versioni che ha preso la nostra vita, ognuna con la sua dimensione, non si rivela però per nulla facile e solo con l'aiuto di Amanda Lucas, ossia la compagna del secondo Jason, il primo Jason avrà una speranza di cavarsela. Intanto il secondo Jason, che cerca di installarsi in una vita non sua, deve usare tutta la propria intelligenza e il suo autocontrollo per non scoprire il proprio gioco, cosa non facile perché il carattere dei due Jason è molto diverso...
Joel Edgerton, Jennifer Connelly e Alice Braga sono i protagonisti di un triangolo fantascientifico dalle infinite varianti, ma se Blake Crouch si conferma uno scrittore e showrunner ingegnoso, continua a mancargli la profondità di un buon autore. Recensione ❯
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Un affresco sociale, individuale e politico, dalla perfetta realizzazione grafica. Animazione, Azione, Fantascienza - Giappone2024. Durata 110 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Quarto film del franchise ispirato agli omonimi manga e anime. Espandi ▽
L'avvento dell'epoca dei supereroi non è stata la salvezza del Giappone quanto la sua rovina, con le città ridotte a un cumulo di macerie e i pochi esseri umani rimasti privi di poteri continuamente attaccati da chi è più forte, più potente e più spietato. Perfino All Might, il supereroe per eccellenza, il Simbolo della Pace, è ora privo delle sue facoltà sovraumane dopo uno scontro terribile con il suo arcinemico, All for One. Ma non tutto è perduto, perché a pattugliare le strade e a garantire l'ordine ci sono l'erede di All Might, Izuku Midoriya, e i suoi compagni del liceo Yuei, tutti aspiranti eroi. Un giorno, però, appare sulla scena un misterioso individuo, Dark Might, con l'intento di spazzare via All Might e tutti i suoi discepoli per instaurare un nuovo ordine mondiale.
Best-seller manga, anime tra i migliori degli ultimi anni, My Hero Academia non è da meno neanche al cinema.
Un affresco sociale, individuale e politico sempre al centro del lavoro di Horikoshi, ma che qui, ancora una volta e sempre sulla scia dell'anime, trova perfetta realizzazione grafica grazie alle sequenze di lotta e distruzione nelle battaglie tra i detentori di quirk, dove l'uomo comune - lo spettatore? - non può far altro che assistere a bocca aperta. Impietrito o stupefatto che sia. Recensione ❯
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Si narra di un'antica e malefica creatura che si nasconde nell'oscurità, nutrendosi delle paure dei bambini e trascinandoli via per sempre. Espandi ▽
Il quarantenne Patrick, costretto per questioni economiche a tornare nella casa di famiglia e ad affiancare il fratello nella gestione dell'azienda avuta in eredità dal padre, si ritrova braccato dalla misteriosa e malefica creatura che ha terrorizzato la sua infanzia. Si tratta del "bagman" che si alimenta delle paure dei bambini e degli adolescenti che rapisce, uccide e poi meticolosamente rinchiude nella sua sacca, ed è tornato per perseguitare il bambino di Patrick. Per sconfiggerlo l'uomo dovrà affrontare il suo passato e rivivere il trauma nel suo presente.
Bagman dà letteralmente corpo alle paure di bambini e adolescenti (o degli adulti psicologicamente rimasti tali, come Patrick), lasciando resti tangibili del suo passaggio e costringendo il protagonista (interpretato dal poco espressivo Sam Claflin) a un ritorno al passato tanto fisico quanto mentale (e pure narrativo, con un uso estensivo del flashback).
La sola cosa che di norma un film di genere è chiamato a fare è trovare una formula nuova per ribadire dell'ovvio - e ciò che Bagman fa, a parte giocare con l'assonanza fra il titolo e il boogieman, cioè l'uomo nero, è inventarsi la faccenda della borsa come strumento dell'orrore. Recensione ❯
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Arsa ha sempre vissuto isolata in una riserva naturale. L'arrivo di Andrea sconvolge tutta la sua quotidianità. Espandi ▽
Poco più che adolescente, Arsa vive in totale solitudine sull'isola di Stromboli. Orfana del padre artista, ha fatto della propria giovane esistenza un inno alla sostenibilità e all'essenzialità assolute: nella sua capanna isolata vive di pesca, raccoglie gli scarti spiaggiati provenienti dall'incuranza dei turisti che osserva da lontano con un binocolo, e li trasforma in oggetti originali. L'incontro con Andrea, turista sull'isola con due amici, le offre l'opportunità di esplorare la possibilità di un nuovo sentimento, ma soprattutto di confrontarsi con un modo diverso.
Il mare dona, Arsa raccoglie, conserva e trasforma. Oltre il mito del buon selvaggio, uno sguardo contemporaneo sull'essenzialità, sulla bellezza e sul rispetto dell'equilibrio umano-natura.
Un lavoro denso ed eloquente nei suoi lunghi silenzi che lasciano spazio all'imponente sound design. Un film etico che fa estasi dell'estetica e poesia dello sguardo, anzi proprio del "gesto del guardare attraverso una lente e senza essere visti", ovvero il gesto del cinema, incarnato dal frequente utilizzo del binocolo da parte di Arsa per avvicinare e scrutare, mettendoli a fuoco, i visitatori della sua isola. Recensione ❯
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Una commedia dai toni delicati con un ottimo script che racconta il confronto con la relazione amorosa in tre generazioni. Commedia, Italia2024. Durata 81 Minuti.
Aldo è stato lasciato da Alessia senza ricevere alcuna motivazione. Fa fatica a superare il distacco. Espandi ▽
Aldo è stato vittima di hosting da parte di Alessia. È uscita dalla sua vita all’improvviso e senza dargli la benché minima motivazione. Lui non riesce a farsene una ragione e l’amica Sonia, che suona con lui in una band, cerca di venirgli in aiuto. Gli consiglia di farsi vedere da uno psicoterapeuta, il dottor Carlo, che potrebbe fargli superare quella che si sta trasformando in un’ossessione. Giovanni Virgilio, a partire da un suo soggetto, realizza un film in cui si avverte la qualità della scrittura. Lo script affronta il confronto con la relazione amorosa visto attraverso tre generazioni e tre personaggi. Per ognuno di loro si è trovata la giusta misura. Arrivederci tristezza è una commedia dai toni delicati che ci ricorda che chiudersi o crogiolarsi nel dolore conseguente a una delusione sentimentale non porta a nulla e che è necessario andare oltre senza per questo dover dimenticare. Non importa quale età si abbia. Recensione ❯
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Una sorprendente relazione scatena conseguenze comiche per una giovane, sua madre e il suo capo. Espandi ▽
Zara è una giovane donna dinamica e intraprendente, con il sogno di diventare un giorno una stimata produttrice cinematografica. Per inserirsi nel mondo dello star system comincia a lavorare come assistente per Chris Cole, un gettonatissimo divo di Hollywood. Dopo la morte del padre, avvenuta undici anni prima, lei e la madre hanno vissuto da sole, con il supporto della nonna Leila, e la madre Brooke ha sempre fatto di tutto per sostenere e rendere felice Zara. Il loro rapporto rischia tuttavia di essere messo a rischio dalla nuova relazione della madre.
Sceneggiatore della commedia musical fantastica Come per disincanto e del dramma romantico I ponti di Madison County, Richard LaGravenese torna dietro la macchina da presa per dirigere una rom-com leggera e divertente. Ma A Family Affair è anche un film di formazione dedicato al percorso di crescita di una giovane donna, raccontato attraverso il suo rapporto con la madre.
Sebbene non possa dirsi un film particolarmente incisivo e destinato a rimanere impresso nella memoria, A Family Affair è una commedia delicata e ben recitata, capace di intrattenere per due ore grazie a una buona dose di comicità e a una narrazione serrata e coinvolgente. Recensione ❯
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