Il microcosmo carcerario fatto di contraddizioni e scontri religiosi: nobile l'intento ma non sempre riuscita la realizzazione. Drammatico, Italia2024.
In una vicenda dal sapore shakespeariano, Samad, un giovane musulmano, è diviso tra il senso di colpa per una vita sbagliata e il desiderio di cambiare. Espandi ▽
Samad è un ex detenuto marocchino che resta intrappolato in una rivolta in un prigione insieme al suo mentore Padre Agostino, un volontario del carcere, e a una giornalista. Era tornato in progione per raccontare ai suoi ex compagni la nuova vita da uomo libero e portare un messaggio di speranza, finirà minacciato, costretto a scegliere da che parte stare, se diventare complice oppure ostaggio, se professarsi musulmano oppure cristiano. Rifarsi una vita dopo il carcere. Uscire da una prigione soprattutto mentale. Diffondere speranza, guardare oltre la coltre di rabbia, repressione, rivalsa e violenza che permea la realtà carceraria abitata da uomini di diversa cultura e provenienza e dunque da conflitti e contraddizioni. Racconta tutto questo il primo film di finzione di Marco Santarelli, autore di documentari al suo esordio in un lungometraggio in cui convoglia tutta la sua esperienza come documentarista nelle carceri. Nobile l'intento del film e di valore l'idea da cui nasce, emersa durante le riprese del documentario Dustur (Costituzione), nel filmare ore d'incontri tra un volontario religioso di fede cattolica e un gruppo di detenuti musulmani su temi legati ai principi della Costituzione italiana e delle Costituzioni arabe all'indomani dell'attentato alla sede del giornale satirico di Charlie Hebdo. Lascia più a desiderare la realizzazione, la messa in scena volutamente scarna più vicina al documentario e a un linguaggio da piccolo schermo risente di una serie di difetti da "opera prima" non perfettamente riuscita. Recensione ❯
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Silenzio, lentezza ed equilibrio per raccontare la storia e il lavoro dello scultore Jago. Documentario, Italia2024. Durata 94 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La vita, i viaggi, i sogni e le ambizioni di un giovane scultore italiano che ormai tutti conoscono nel mondo come il nuovo Michelangelo. Espandi ▽
Il film racconta due anni della vita di Jago, da quando si trasferisce da New York a Napoli e, in piena solitudine, lavora giorno e notte alla sua nuova scultura: una versione moderna e personale della Pietà. Per diversi mesi sarà da solo assieme al blocco di marmo, in uno stretto rapporto di amore e odio, desiderio e paura. Ma Jago non è solo l'artista che ripercorre le orme dei grandi maestri del Rinascimento, è anche una giovane pop star con oltre un milione di followers sui social che seguono costantemente ogni suo progresso e sono presenti in massa alle sue mostre. Ed è un instancabile viaggiatore che si muove in ogni angolo del mondo e un imprenditore che ha sfidato le regole dell'arte contemporanea per fuoriuscire dalle logiche del mercato e provare a indicare ai ragazzi una nuova strada per approcciare e raccontare l'arte. Recensione ❯
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Una ragazza causa un incidente. Inizierà a frequentare l'inconsapevole marito della vittima. Espandi ▽
Eva è una diciannovenne che, in crisi per un video intimo diffuso a sua insaputa in rete, tenta il suicidio gettandosi sotto un'auto. Accade invece che, nel tentativo di evitarla, sia la conducente a perdere la vita senza che la ragazza tenti di soccorrerla. Finirà con l'avvicinarsi a Bruno, veterinario francese, che della donna era il marito che quella notte era stato violento con lei.
Rossella Inglese, al suo primo lungometraggio, sa come far 'parlare' i corpi e gli attori chiamati ad incarnare i personaggi da lei scritti con Dario D'Amato.
Su Fabrizio Rongione si corre il rischio di essere ripetitivi quando se ne sottolinea la versatilità e la capacità di bucare lo schermo fin da quando, nel 1999, facemmo il primo incontro con lui sul grande schermo con Rosetta dei fratelli Dardenne. Recensione ❯
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L'incontro con un vecchio amico mette a repentaglio la vita di un professore in pensione. Espandi ▽
Bruno è un professore in pensione rimasto vedovo che convive con il figlio trentenne e la sua compagna incinta. L'arrivo del nipotino lo costringe a liberare spazio nell'appartamento. Un giorno si presenta a casa sua un antiquario. Si tratta di Marcello, un suo vecchio amico che non vede dai tempi dell'università e che, da questo momento, cerca di aiutarlo in ogni modo. Bruno però si sente inizialmente a disagio e spesso non risponde alle sue telefonate. Da questo nuovo incontro, tornano a galla piacevoli ricordi ma anche conflitti irrisolti a cui il professore vuole sottrarsi. Marcello però gli offre anche la soluzione per risolvere i suoi problemi di spazio portandoli nella sua casa di campagna.
Nardocci non ha la cattiveria di Risi ne Il punto di rugiada ma riesce a condividere con lui un sincero affetto per i suoi personaggi. Sicuramente, sotto questo aspetto, si avverte la sensibilità e il mestiere di un veterano come Maurizio Ponzi, autore del soggetto oltre che co-sceneggiatore.
Nella scena in cui i due protagonisti confrontano i risultati delle loro analisi mediche, La tartaruga trova quell'autoironia che è uno dei tratti più felici di questa commedia dolceamara instabile e vivace. Recensione ❯
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Il regista mette la sua conoscenza del mondo islamico al servizio di una storia che vuole evitare gli stereotipi. Drammatico, Italia2024. Durata 98 Minuti.
Un ragazzo si isola e comincia a sviluppare una tentazione alla violenza. Espandi ▽
Mattia è un adolescente che lavora in fabbrica dopo la morte del fratello di cui si sente responsabile. Lì incontra Murad, un collega marocchino che non rispetta le regole di base dell’Islam ma che ha invece un fratello molto osservante. Sarà costui a convincere Mattia alla conversione. Federico Ferrone mette la sua conoscenza del mondo islamico al servizio di una storia non manichea. Luka Zunic offre al suo personaggio sia la giusta tensione che la giusta ingenuità. Perché Mattia ha bisogno di trovare delle certezze ed è in una fase della vita in cui può accadere che le si vadano a cercare all’esterno di una famiglia. Qui si innestano due figure: da un lato c’è Murad, operaio, dall’altro suo fratello Rashid che ha studiato ed è inserito nel mondo islamico. Lo spettatore è chiamato ad interrogarsi su quanto l’amico sia un vero amico per Mattia o quanto piuttosto sia un tramite per fare sì che il ragazzo aderisca al radicalismo islamico. Il quesito verrà risolto in favore di una distinzione che non può mai essere messa in secondo piano. Recensione ❯
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Un film che parte da una buona premessa per prendere una direzione confusa, indecisa e spiazzante. Drammatico, Italia2024. Durata 89 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La storia di Camillo Favara detto Milo che a 8 anni chiede a una stella cadente una grossa torta al cioccolato. Espandi ▽
Il piccolo Camillo Favara (Milo per gli amici) abita insieme ai genitori, panettieri di mestiere, in una tranquilla cittadina affacciata sul mare. Pieno di speranze e desideri per il futuro, una sera d’estate Milo rivolge gli occhi al cielo e scorge una luminosa stella cadente. Subito, decide di esprimere due richieste: fare colazione con una torta al cioccolato e avere da grande un lavoro che non lo costringa ad alzarsi presto. Poco più tardi il bambino riceve un misterioso pacchetto giallo e blu, arrivato per posta e indirizzato personalmente a lui. Al suo interno, un bigliettino su cui appaiono scritti i desideri espressi la sera prima. Chi lo avrà spedito e perché? Milo non si fa troppe domande, ma il mattino seguente gli viene recapitata una grande torta al cioccolato…
Tratto dall’omonimo romanzo di Patrizia Vicari, Il ladro di stelle cadenti racconta una storia sospesa tra realtà e fantasia. Muovendo da uno spunto interessante, il film si dimostra tuttavia incapace di sfruttare a pieno le potenzialità dell’elemento magico al centro della narrazione, scegliendo una direzione confusa, a tratti iper drammatica e spiazzante. L’eccessiva drammaticità delle vicende mostrate, anziché avvicinare gli spettatori, finisce con il creare una distanza, rendendo poco credibile la piega presa dalla narrazione. Ad un simile straniamento contribuisce la superficialità con cui vengono raccontate le relazioni tra i personaggi e affrontate alcune tematiche complesse, che avrebbero sicuramente richiesto un maggiore approfondimento Recensione ❯
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In un mondo inospitale, una ginecologa pratica in maniera inflessibile il suo lavoro, facendo nascere bambini o praticamente aborti illegali. Espandi ▽
Ostetrica e ginecologa in un ospedale della Georgia, la cinquantenne Nina viene messa sotto inchiesta dopo la morte di un neonato subito dopo il parto di una giovane donna. In attesa dell’esito dell’inchiesta, Nina non interrompe la sua missione ma aiuta una povera donna sordomuta forse violentata, consapevole del pericolo non solo professionale che corre. April non è un film facile, nemmeno vuole esserlo: le inquadrature di Dea Kulumbegashvili sono spoglie e fisse; il ritmo del montaggio è piano e dilatato; i dialoghi sono artificiosamente laconici ed estenuanti; le azioni sono mostrate nella loro nettezza ed evidenza. Se la messinscena di Kulumbegashvili rimanda in modo fin troppo evidente al cinema d’autore europeo, la sua rappresentazione del rapporto fra femminilità e mondo è unica e potentissima. Recensione ❯
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Un'intensa esplorazione della condizione umana, un viaggio introspettivo attraverso le strade, dove la regista affronta una profonda crisi creativa ed esistenziale. In cerca di autenticità, si immerge in luoghi diversi, incontra personaggi unici che, con le loro storie, rispecchiano le sue paure e desideri.
Ogni incontro diventa un riflesso dei suoi demoni interiori, trasformando le vite di questi individui in tessere di un mosaico emotivo. La regista, travestita da manichino dechirichiano, diventa simbolo universale di una società segnata dal tempo, in un contesto dove la quotidianità si fonde con l'onirico. Attraverso immagini evocative e un montaggio audace, "n-Ego" trascende la realtà, invitando lo spettatore a riflettere sulla propria esistenza. Recensione ❯
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La terza opera del regista Francesco De Augustinis, che da sempre indaga i rapporti tra allevamenti intensivi e sostenibilità. Espandi ▽
Il documentario, frutto di un lavoro di ricerca giornalistica durato tre anni, realizzato grazie al sostegno di Journalismfund.eu e dell'Internews' Earth Journalism Network, racconta le varie tappe di un viaggio sulle orme dell'industria dell'acquacoltura, per indagare se davvero questo modello produttivo contribuisca a rendere più sostenibile il sistema alimentare, come promette, a fronte di una popolazione mondiale che potrebbe raggiungere 9,7 miliardi di persone nel 2050. Recensione ❯
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In un futuro distopico, cinque ragazzi decidono di cercare la verità su quanto è successo a una terra ormai distrutta. Espandi ▽
È l'anno 2046, i livelli di anidride carbonica nell'atmosfera sono aumentati vertiginosamente e il pianeta soffre per la mancanza di ossigeno. Le Milizie Verdi sono al potere e da anni negano alle persone ogni contatto con la Natura al fine di poterla curare. A Nur in Sardegna, si estende una delle poche foreste ancora sopravvissute, perimetrata da un muro invalicabile e sorvegliata da droni. Cinque ragazzi adolescenti, cresciuti senza mai aver toccato un albero o fatto un bagno al mare, decidono di entrare nella foresta, rischiando la propria vita, per scoprire la verità sulla scomparsa dei loro genitori e riprendersi il proprio futuro. Perché per cambiare il mondo... It's never too late. Recensione ❯
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Proseguono le avventure di Marta e dei suoi amici. Salvatasi dal rigetto dell'operazione ai polmoni, Marta decide che vuole prendere in mano la propria vita. Espandi ▽
Proseguono le avventure di Marta e dei suoi amici. Salvatasi dal rigetto dell'operazione ai polmoni, Marta decide che vuole prendere in mano la propria vita. Accanto a lei però, non c'è più Gabriele, che non l'ha mai lasciata nei momenti più difficili della malattia ma che alla fine si è rivelato essere solo un buon amico e non l'uomo della sua vita. Anche per Jacopo e Federica è ora di crescere e prendersi delle responsabilità. Dopo la delusione con Dario, il dottore che aveva in cura Marta, Jacopo deciderà di aprirgli di nuovo il suo cuore, mentre Federica, che sente maturare dentro di sé il desiderio di fare la differenza per qualcuno, trova il grande amore e comincia a fare progetti per il futuro, ma il destino non sempre è concorde con i nostri piani... Recensione ❯
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Una satira visionaria e al tempo stesso commovente che esplora le dinamiche di una famiglia apparentemente perfetta. Espandi ▽
La realtà iper-controllata di una famiglia benestante slovena inizia a sviluppare delle crepe. Aleksander è sposato con Olivia, e insieme hanno una figlia adolescente, Agata. Poi c'è Julien, anche lui figlio di Aleksander da una relazione precedente. Il ragazzo, francofono, arriva all'improvviso nella villa isolata dei Kraljs portando con sé delle differenze comportamentali che turbano l'equilibrio esistente, oltre a causare degli altri arrivi sgraditi alla famiglia.
Con il nuovo film della regista Sonja Prosenc anche la Slovenia mette a registro un esemplare di quel particolare genere cinematografico che fa satira sociale e di classe, mettendo alla berlina i ricchi del nostro mondo.
Il regno domestico, a partire dallo stesso Bong Joon-ho e giungendo fino a Saltburn e compagnia, è il teatro perfetto per implodere la tensione tra chi ha e chi ha meno. In questa allegoria divertita di controllo esasperato, Family Therapy sconfina nel cinema autoriale dell'assurdo che fa capo a Lanthimos e Östlund. Recensione ❯
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Il confronto a distanza fra due modi di stare al mondo: una comunità rurale che rifiuta la tecnologia, da un lato, la costruzione di una centrale nucleare dall'altro. Espandi ▽
Sulle Alpi italiane una famiglia di origini tedesche vive senza elettricità e senza contatti con la società. Al di là della frontiera, in Francia, è invece in costruzione un gigantesco impianto industriale che ha l’obiettivo di produrre energia attraverso la fusione atomica. Dalle parole del filosofo Alexander von Humboldt, si passa al confronto fra questi due modi opposti di vivere e stare nel mondo. Un’opera dallo sguardo antropologico, in cui il regista italiano mette a confronto e in parallelo due esperienze utopiche e cerca di farne una sintesi attraverso le sue immagini. Enrico Masi ha realizzato un film di estrema, calibrata precisione. Un’opera razionale, sospesa sull’abisso dell’incertezza.Terra incognita dichiara fin da subito di essere un film sull’umanità, sui tentativi che gli uomini e le donne mettono in atto per controllare la natura, e sé stessi. E se la contrapposizione fra due mondi e due modi di essere e affrontare l’incognita della Terra non viene risolta tocca al film stesso, alla sua forma e alla sua aura, gettare un ponte di qua e di là delle Alpi e così creare una connessione. Recensione ❯
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La serie diretta da Luca Miniero e ispirata alla figura di Don Antonio Loffredo, un prete visionario, imprenditore salva anime, che ha cambiato il futuro di bambini e ragazzi. Espandi ▽
Il popoloso quartiere della Sanità, povero e degradato fino a pochi anni fa, veniva evitato dagli stessi napoletani. Un tempo ritenuto inaccessibile e conosciuto solo per la violenza e la criminalità, è oggi meta di turismo italiano e internazionale, con i suoi palazzi e luoghi antichi, i suoi ristoranti e pasticcerie, diventati famosi in tutto il mondo.
Il merito è di Don Antonio, un prete illuminato che ha realizzato il "Miracolo del Rione Sanità", trasformandolo in un luogo dove vivere e lavorare è possibile. Nel 2006 don Antonio, alla guida di un gruppo di sei giovani volontari nati e cresciuti alla Sanità, fonda una cooperativa sociale per riqualificare spazi abbandonati e dare una concreta opportunità di lavoro nel campo dell'arte, dello sport e della cultura, come alternativa al nulla o all'illegalità. Oggi sono centinaia i giovani che lavorano legalmente alla Sanità, dove le luci sono accese anche fino a notte inoltrata, ed è meta di migliaia di turisti. Recensione ❯
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Il documentario racconta dei Gaznevada, band fulcro di una scena musicale punk nell'anima, ancor prima che nelle sonorità. Espandi ▽
I Gaznevada sono stati il principale gruppo italiano punk e new wave. A quasi cinquant'anni dalla loro formazione, a Bologna, nell'irripetibile fermento culturale del '77, tra case occupate, factory di fumettisti, musicisti e cineasti, radio libere e droga a fiumi, i suoi componenti Billy Blade, Andy Nevada, Marco Nevada, Bat Matic e Robert Squibb, più altri amici e collaboratori avvicendatisi nel tempo, ne raccontano la storia. Dalla fine degli anni '70 ai primi '90 e poi oltre, il gruppo racconta la musica underground in Italia dal movimentismo al reflusso, dal punk all'italo disco, alla house.
Presentato in anteprima al Festival dei Popoli, il film di Lisa Bosi recupera lo spirito dei suoi protagonisti creando un dialogo tra materiale d'archivio e riprese ex novo, a testimoniare la resistenza di una carica creativa mai domata.
Going Underground cerca dunque di cogliere lo spirito dei Gaznevada più che loro storia. Forse pecca di didascalismo, ma rende il giusto merito sia alla nebbia dei ricordi, sia alla concretezza senza tempo della musica. Recensione ❯
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