Posso entrare? An Ode To Naples

Film 2023 | Documentario, 107 min.

Anno2023
GenereDocumentario,
ProduzioneItalia
Durata107 minuti
Regia diTrudie Styler
Uscitalunedì 6 novembre 2023
TagDa vedere 2023
DistribuzioneCinecittà Luce
MYmonetro 3,67 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Trudie Styler. Un film Da vedere 2023 Genere Documentario, - Italia, 2023, durata 107 minuti. Uscita cinema lunedì 6 novembre 2023 distribuito da Cinecittà Luce. - MYmonetro 3,67 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento lunedì 23 ottobre 2023

Un giro tra i vicoli di Napoli tra opere d'arte, musica e teatro. In Italia al Box Office Posso entrare? An Ode To Naples ha incassato 30,5 mila euro .

Consigliato assolutamente sì!
3,67/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA 2,50
PUBBLICO 5,00
CONSIGLIATO SÌ
Un panorama su Napoli, partendo dal Rione Sanità: un doc ampio, ricco e capace di andare oltre gli stereotipi.
Recensione di Giancarlo Zappoli
lunedì 23 ottobre 2023
Recensione di Giancarlo Zappoli
lunedì 23 ottobre 2023

Trudie Stiler, attrice, regista e produttrice al suo terzo lungometraggio, ama l'Italia come il consorte Sting. In questa occasione, con un maestro della fotografia come Dante Spinotti, chiede il permesso di entrare a Napoli a partire dal Rione Sanità. Ne nasce un panorama ampio e ricco di testimonianze.

Uno sguardo su una città moderna, ma antica nel cuore, capace di andare oltre gli stereotipi per scoprire un tessuto sociale ricco di iniziative e di umanità.

Spesso e volentieri chi è nato altrove e vuole raccontare l'Italia, rischia, anche con le migliori intenzioni del mondo, di cadere nello stereotipo. È successo anche a un genio del cinema come Woody Allen quando ha voluto girare un suo film a Roma. Se però ci si è presi il tempo non solo per amare il nostro Paese ma anche per conoscerlo l'approccio può cambiare. Quello di Trudie Stiler è assolutamente privo di pregiudizi oltre che capace di muoversi su più piani culturali.

Non è un caso che il suo documentario prenda l'avvio, tornandoci poi in più occasioni, dal rione Sanità. Quel quartiere in cui Eduardo aveva collocato il suo 'sindaco' Don Antonio Barracano il cui motto era «chi tiene santi va in Paradiso, chi non ne tiene viene da me» con un non troppo velato accenno alla camorra. Apre invece con un sacerdote che ha aperto le porte della sua chiesa non per indottrinare ma per accogliere. Anche in maniera che i bacchettoni (ce ne sono ancora purtroppo) riterrebbero sconveniente. Quando dice a Trudie che in sacrestia fino a poco tempo fa si praticava la boxe si può restare sorpresi ma più avanti verrà chiarito il senso (più che positivo) di questa informazione.

Da quel momento veniamo accompagnati a conoscere persone del popolo che hanno subìto uccisioni di familiari o assistito a un femminicidio ma hanno deciso (con modalità diverse) di reagire non con la violenza ma con la positività. Scopriamo il ruolo che la musica (dal rap alla classica) può avere nel contribuire alla formazione di personalità che non diventino manovalanza per la malavita.

Comprendiamo così che Napoli è una città che non può essere etichettata con la superficialità che spesso viene utilizzata nei suoi confronti. È importante, sotto questo aspetto, che Stiler faccia intervenire in più occasioni Roberto Saviano che da alcuni è additato come uno dei principali colpevoli della parificazione Napoli=Camorra grazie al libro e alla serie di grande successo internazionale che ne è derivata. Come riferisce un tassista (che ha corso il rischio di rimanere intrappolato nel giro dello spaccio di droga riuscendo invece ad uscire indenne) talvolta alcuni turisti preferiscono andare a Scampia a vedere Le Vele che non al Museo di Capodimonte. Ma non è certo colpa dello scrittore che ha denunciato un sistema non perché suscitasse emulazione e tantomeno per farlo diventare attrazione turistica.

Non vengono quindi nascosti i molteplici aspetti di una città fatta di ombre ma ci viene ricordato che, insieme ad esse, c'è la luce di tante persone (sia individualmente che in gruppo) e ci sono iniziative sia in campo artistico che in altri campi (come la già citata boxe) che fanno sì che Napoli sia una città in cui 'si può entrare'. Magari chiedendo permesso senza supponenza e senza risposte preconfezionate alle domande che i suoi stessi abitanti si pongono ogni giorno.

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FOCUS
INCONTRI
venerdì 29 dicembre 2023
Giovanni Bogani

Raccontare Napoli. Al di là degli schemi, al di là delle convenzioni. Entrando nelle case della gente, facendosi raccontare la loro vita. Quella segreta, invisibile, minuta dei milioni di persone “qualunque”. O quella di chi si espone, in un modo o nell’altro: un parroco coraggioso e geniale, o uno scrittore che ha raccontato la camorra, finendone nel mirino, vittima di una fatwa che lo costringe, da diciassette anni, a vivere sotto scorta. O quella di un attore, che ha deciso di creare una scuola di teatro proprio lì dove sembra attecchire solo la voglia di andarsene via.

Trudie Styler – attrice, produttrice di film non banali come Guida per riconoscere i tuoi santi, attivista impegnata nella difesa dell’ambiente, e moglie di Sting: ma in questo caso l’ex Police c’entra solo marginalmente – è stata premiata al festival Capri, Hollywood - in streaming anche su MYmovies ONE, in corso nell’isola campana, con il Best Documentary Award. Il film che ha diretto, Posso entrare? An Ode to Naples, dopo essere stato applaudito alla festa del cinema di Roma, andrà in onda prossimamente su Raiuno, mentre a febbraio sarà a Berlino, all’European Film Market.

Il titolo è curioso, ma perfetto. “Posso entrare?”. È la domanda che ha fatto lei, a tutti: posso entrare? Ed è entrata, davvero, nelle case dei napoletani, insieme al direttore della fotografia Dante Spinotti. Alcuni dei napoletani che ha incontrato sono famosi: altri sono minuscoli atomi di una città densa di storie, personali e collettive. C’è don Antonio, parroco coraggioso del rione Sanità, che ha aperto la sagrestia agli allenamenti di pugilato dei suoi ragazzi, che ha trasformato la chiesa in sala prove di un’orchestra.

Fra le persone intervistate, anche i volti chiave di Napoli. Come Roberto Saviano, che racconta i suoi 17 anni vissuti sotto scorta, con accenti anche molto intimi, molto personali. Ma senza dimenticare la storia di cui è testimone, la storia che racconta nei suoi libri. C’è Francesco Di Leva, che racconta la nascita di NEST, la scuola di teatro che ha creato, per dare ai giovani un obiettivo, un motivo per rimanere e non andarsene altrove. E c’è Clementino, che trasforma la storia napoletana in un rap.

Il sottotitolo è “Ode to Naples”, ode a Napoli. È il titolo di una poesia di Percy Bysshe Shelley, che in pieno Ottocento raccontò la fascinazione per quella città, con i toni e gli accenti di un grande poeta romantico. Ma le sue parole valgono ancora oggi.

Trudie, come è iniziato tutto?
Fu un pomeriggio a Venezia, una conversazione con un dirigente Rai, l’idea di fare un documentario su Napoli. Ma persone che conoscevo mi scoraggiavano: mi dicevano ‘Napoli è complicata, pericolosa, caotica, piena di problemi… Invece sono andata. E me ne sono innamorata. Perdermi nelle sue strade è stato uno dei più grandi regali, per me.

È entrata letteralmente nelle case della gente.
La vita di Napoli la vedi, quando dalle strade guardi nelle finestre aperte. Mi sono fatta coraggio, ho bussato e ho detto: ‘Posso entrare, signora?’. Bastava un attimo, un caffè, per entrare in confidenza.

Uno dei personaggi fondamentali è don Antonio Loffredo, il parroco del rione Sanità…
Sì. Ha avuto la forza di legare la religione, la coesione sociale, l’attività verso i giovani. È un parroco ribelle e illuminato, ha fatto un miracolo, in quel quartiere. Ha lavorato per la riabilitazione dei detenuti di Secondigliano. È un aggregatore di anime. E ha avuto il coraggio di aprire la sua sagrestia alla musica, e persino al pugilato.

Che cosa ha capito di Napoli che non immaginava, prima?
La seconda parte del titolo è ‘Ode to Naples’, in omaggio a una poesia di Shelley. Nell’Ottocento, Shelley scopriva la bellezza della città. E quasi due secoli dopo, le sue parole risuonano ancora perfette. Shelley scrisse: ‘Tu che sei stata una volta e poi hai smesso di essere, tu sei e sarai per sempre libera, se la speranza, la verità e la giustizia riusciranno a farsi valere’. E decise di vivere a Napoli. 

C’è un momento in cui Sting suona una chitarra fatta con il legno delle barche dei migranti…
Sì: ha suonato ‘Fragile’, è una parte del progetto che Sting porta avanti, a Secondigliano e nel carcere di Milano Opera. Sting ha suonato nel carcere, come dono ai detenuti, con una chitarra fatta del legno delle barche degli immigrati sbarcati a Lampedusa. Come quel legno ha una seconda vita, così possono averla quelle persone. Quelle chitarre portano addosso la memoria delle persone che hanno attraversato mille difficoltà per arrivare qui.
 

Clementino “rappa” la storia di Napoli. Come è nata l’idea?
Conoscevo Clementino da anni, grazie al festival Ischia Global. Gli ho chiesto: te la sentiresti di raccontare la storia di Napoli in un rap? E lui, che è anche appassionato di storia, non ha fatto una piega. Il suo rap avvolge tutto il film.

 

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
martedì 7 novembre 2023
Adriano De Grandis
Film TV

Napule è... Trudie Styler porta il suo sguardo dentro una città dai mille riflessi, cercando di raccontarla superandone gli stereotipi, ma senza abbandonarli. Una città quasi inafferrabile nella sua incontenibile esuberanza, nel bene e nel male, raccontata da personaggi famosi e da gente comune, nei quartieri più vibranti, a partire dal rione Sanità, tra camorra e musica, Vesuvio e Saviano, ricordi [...] Vai alla recensione »

mercoledì 25 ottobre 2023
Pompeo Angelucci
Sentieri Selvaggi

Dopo quasi due anni passati a Napoli, la regista e produttrice Trudie Styler sceglie di realizzare Posso entrare? An Ode to Naples per raccontare i chiaroscuri e la dualità di una città unica nel suo genere. Passando per i quartieri e luoghi più suggestivi, grazie alla testimonianza diretta da parte dei personaggi - più o meno noti - la regista costruisce un racconto teso a unire tutte le contraddizioni [...] Vai alla recensione »

lunedì 23 ottobre 2023
Davide Maria Zazzini
La Rivista del Cinematografo

Metti un'inglese (per due anni) a Napoli durante la pandemia. Trudie Styler (per chi ha memoria lunga, prima di sposare Sting fu Edith in La sposa americana di Mario Soldati), attrice, produttrice, regista, attivista, torna dietro la macchina da presa dopo Freak Show, per almanaccare slanci e macerie dell'ultima "capitale del mondo antico". Sui titoli di testa, difatti, Clementino con un bislacco [...] Vai alla recensione »

NEWS
TRAILER
lunedì 16 ottobre 2023
 

Regia di Trudie Styler. Prossimamente al cinema. Guarda il trailer »

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