Anno | 2023 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Monica Carpanese, Dario Germani |
Attori | Gianni Rosato, Luca Avallone, Beatrice Schiaffino . |
Uscita | giovedì 4 maggio 2023 |
Distribuzione | Flat Parioli |
MYmonetro | 2,59 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 2 maggio 2023
Un crudo revenge movie psicologico contro la violenza di genere. In Italia al Box Office Do Ut Des ha incassato 2,2 mila euro .
CONSIGLIATO NÌ
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Francesca è una studentessa e una modella part time, il suo doloroso passato le ha insegnato ad essere cauta e diffidente con gli uomini, ma quando conosce Leonardo non potrà che farsi travolgere dalla determinazione di lui. Poi di colpo la storia si interrompe in maniera inquietante, siamo proiettati nel futuro, esattamente un anno dopo, e di Francesca non c'è più traccia. Leonardo continua la sua consueta vita da imprenditore di successo finché un giorno, in un ristorante, conosce Emanuelle, una spregiudicata scrittrice che sta facendo ricerche sulla sessualità. Leonardo, nel tentativo di sedurla, le farà da cavia per un esperimento, ma non ha minimamente idea di cosa Emanuelle abbia in mente per lui...
Un coraggioso tentativo di revenge movie all'italiana, un film senza speranza in una Milano agghiacciante ma che non convince del tutto.
Do ut des è sì un revenge movie, ma nella maniera più amara e deprimente possibile. Per capirci non ci sono affatto la glorificazione e la spettacolarizzazione della vendetta femminile come in Una donna promettente, uno dei film manifesto del genere. Do ut des al contrario cattura tutta la disperazione, la tristezza e la maniacalità che stanno dietro a un gesto del genere, fino a rendere la vendetta femminile un esercizio che sembra quasi trasformarsi in pura violenza, come fosse svuotato da ogni sentimento.
C'è da dire a questo proposito che due dei principali colpi di scena risentono di qualche problema di scrittura. In primo luogo, la violenza a cui Leonardo sottopone Francesca, che sul piano degli intenti doveva essere una svolta inaspettata, non sembra affatto una sorpresa agli occhi dello spettatore. Leonardo approccia Francesca nella modalità più viscida possibile, la corteggia in una maniera che definirei al limite dello stalking, si rifiuta di instaurare con lei un dialogo emotivo e, ancora, la riduce ad un mero oggetto del desiderio che intende acquisire finendo per sminuirla talvolta personalmente e talvolta violando la sua privacy (come nel caso del set fotografico proiettato alla festa).
Ciliegina sulla torta è la frase che l'imprenditore pronuncia dopo averla trascinata a Budapest praticamente a sua insaputa: "succederà solo se lo vorrai anche tu". Frase che sembra investirlo di una comprensione sconfinata e di una sensibilità da spezzare il cuore (?), quando ha semplicemente esposto il principio della consensualità, banalmente la base di un rapporto sano tra adulti e non certamente un'intuizione degna di un'intelligenza emotiva superiore.
Tutti questi tratti rendono l'idea della bassezza umana e della tossicità nelle relazioni di Leonardo, e, visti anche i traumi emotivi di Francesca, sembra più sorprendente il fatto che lei decida di fidarsi di lui rispetto alla violenza sessuale che pone fine a questa vicenda.
Altro snodo narrativo che non convince è il plot twist finale, la misteriosa rivelazione circa l'identità di Emanuelle, che si dimostra piuttosto telefonato dal momento che era facile dedurre che la scrittrice doveva avere dei motivi personali per mettere in atto il suo piano espiatorio.
Un plauso ai registi è però doveroso per quanto riguarda la costruzione l'ambientazione: Milano è rappresentata come una Gotham moderna ma più spaventosamente realistica, lo spettatore viene inabissato in una giungla urbana in cui la bussola morale è persa per sempre, mentre le fredde luci a led che illuminano tutto il film sono specchio esatto della glacialità interiore dei suoi abitanti.
Stringendo, Do ut des costituisce un'operazione innovativa nel panorama italiano e riflette uno sguardo fresco e disincantato sulle relazioni ma che paga il prezzo di una sceneggiatura forse un po' frettolosa e di una regia poco originale.
Il rape & revenge, si sa, è un genere scivoloso, in bilico tra exploitation pruriginosa ed empowerment catartico. Nessun dilemma morale, però, in Do ut des: remake di Emanuelle & Francoise (Le sorelline) di D'Amato, si piazza tranquillamente nella prima categoria, checché ne dicano autori e campagna marketing. La vicenda di Francesca, universitaria e modella part time circuita dal viscido imprenditore [...] Vai alla recensione »
Do ut des. Uno dei principi, anzi, il principio dell'economia universale: do perché tu dia, faccio perché tu faccia, faccio perché tu dia, do perché tu faccia. Ma lo si può intendere, anche, come legge del reciproco compenso e, senza nemmeno spingere troppo in là la cosa, quale allotria espressione di ciò che un tempo si chiamava, lex talionis: quella dell'occhio per occhio, dente per dente.
Dal 4 maggio 2023 arriva nelle sale cinematografiche italiane Do Ut Des: un crudo film di vendetta al femminile contro la violenza di genere e la manipolazione psicologica diretto da Dario Germani e Monica Carpanese. La pellicola drammatica, realizzata con il sostegno della Regione Lazio, è stata selezionata per il Women Film Festival. Mostra una storia che procede in un crescendo di eros, manipolazione [...] Vai alla recensione »