Titolo originale | Kysset |
Anno | 2022 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Danimarca |
Durata | 116 minuti |
Regia di | Bille August |
Attori | David Dencik, Mathias Bøgelund, Henrik Blauner Clausen, Kurt Dreyer, Jarl Forsmann Nicolai Dahl Hamilton, Mikkel Baden Jensen, Jytte Kvinesdal, Lane Lind, Sara-Marie Maltha, Peter Michaelsen, Lars Mikkelsen, Rosalinde Mynster, Lars Phister, Clara Rosager, Lone Rødbroe, Esben Smed. |
MYmonetro | Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 2 recensioni. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 29 marzo 2023
Un ufficiale inizia a provare dei forti sentimenti per la figlia del barone.
CONSIGLIATO SÌ
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Danimarca secondo decennio del secolo scorso. Anton è un giovane dragone danese che un giorno aiuta uno sconosciuto che si trova in una situazione difficile. Si tratta di un barone che ricambia invitandolo a una festa nel suo castello. Lì Anton invita a ballare la figlia del nobile, Edith, non sapendo che ha una disabilità ad entrambi gli arti inferiori. Dopo un momento di crisi la ragazza si innamora di chi l'ha trattata da pari. Anton ricambia con ritrosia non avendo ben chiaro se il sentimento che prova sia amore o pietà.
Bille August si ispira al primo romanzo scritto da Stefan Zweig nel 1939 uscito in Italia con il titolo "L'impazienza del cuore". Lo fa con la competenza che gli è riconosciuta anche dai detrattori nel portare sullo schermo vicende che sfiorano (e talvolta incontrano) il melodramma conservando però una dignità estetica e narrativa che le rende distinguibili da altre opere di genere.
La vicenda di Anton e di Edith si apre con un prologo rivelatore di quelle che saranno le due linee di narrazione del film. Anton e la madre si trovano a colloquio con una zia facoltosa che non vedono da tempo. Non sono gli affetti familiari ad averli portati lì ma una richiesta di denaro affinché il giovane possa entrare nel corpo dei dragoni. La madre, anche se si presta ai lavori più umili, non potrà mai raggiungere la cifra necessaria. Anton quindi ha conosciuto il bisogno e, come accade a chi si trova in quelle condizioni, ha dinanzi a se due vie: chiudersi nell'egoismo più ostinato oppure comprendere le difficolta altrui. Sarà questa la strada che seguirà che però presto finirà con l'entrare in contrasto con il percorso di ascesa sociale che ha intrapreso e che non vuole ridurre grazie alla scorciatoia della ricchezza che potrebbe raggiungere sposando Edith. A questo si aggiunge il rapporto con la disabilità che in fondo non è mutato nonostante il passaggio da un secolo al successivo. Quanto, da una parte e dall'altra, si avverte nella relazione un fiorire spontaneo di sensazioni e sentimenti e quanto invece non ci si sente oggetto o soggetto di una forma seppur altruistica di pietà? Con le modalità proprie alla descrizione di un'epoca ormai lontana August ci racconta una condizione esistenziale ancora presente. Sa come mostrarci il tormento interiore di Anton, diviso tra il sentimento contraddittorio che prova nei confronti di Edith e la spinta ad aderire al conformismo, anche psicologicamente invalidante, dei pari grado nei confronti della 'zoppa'. Ma sa anche guardare sull'altro versante mostrandoci una Edith che si aggrappa a quello che, più che 'sentire ', vuole e poi pretende che sia amore. Con in più un genitore pronto ad inginocchiarsi dinanzi al possibile genero affinché cancelli ogni riserva. Tutto ciò ovviamente, ma anche necessariamente, con i toni del dramma sentimentale che ha i suoi estimatori così come i suoi detrattori.
1914. Mentre l'Europa è sull'orlo della guerra, in un castello danese Edith, la candida baronessina "storpia" s'innamora del tenente Anton, campione di cortesia, arruolatosi per ristorare l'onore familiare. I compagni d'armi malignano, ma l'oscuro barone von Løvenskjold, benedice la futura unione, nella speranza (divorante) di una cura che rimetta la figliola sulle gambe.