The Cord of Life

Film 2022 | Drammatico 96 min.

Titolo originaleQi dai
Anno2022
GenereDrammatico
ProduzioneCina
Durata96 minuti
Regia diSixue Qiao
AttoriBadema, Yider .
TagDa vedere 2022
MYmonetro Valutazione: 3,50 Stelle, sulla base di 1 recensione.

Regia di Sixue Qiao. Un film Da vedere 2022 con Badema, Yider. Titolo originale: Qi dai. Genere Drammatico - Cina, 2022, durata 96 minuti. Valutazione: 3,5 Stelle, sulla base di 1 recensione.

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Ultimo aggiornamento venerdì 29 settembre 2023

Toccante e intenso racconto sullo sfondo dei paesaggi mongoli. In Italia al Box Office The Cord of Life ha incassato 366 .

Consigliato assolutamente no!
n.d.
MYMOVIES 3,50
CRITICA
PUBBLICO
CONSIGLIATO SÌ
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Uno sguardo tenero e dolente su un rapporto madre-figlio e sulla musica come elemento di legame con il tempo.
Recensione di Giancarlo Zappoli
sabato 7 ottobre 2023
Recensione di Giancarlo Zappoli
sabato 7 ottobre 2023

Alus è un musicista di avanguardia e pluristrumentista che si esibisce nei locali. Una sera riceve una chiamata da sua madre che lo cerca ma al contempo non ne riconosce la voce. Raggiunta la casa del fratello apprende che è stata colpita da una forma di demenza senile che sta creando più di una difficoltà al nucleo familiare tanto che si è stati costretti a montare una porta di ferro alla sua stanza. Alus decide di portarla via conducendola alla casa di campagna in cui lui e il fratello sono cresciuti.

Uno sguardo tenero e dolente su un rapporto madre-figlio e sulla musica come elemento di legame con il tempo. Qiao Sixue ha realizzato un'opera prima cui non mancano note autobiografiche. Dopo essere stata in Francia per studiare cinema ed aver deciso di non lasciare l'Europa ha finito con tornare nella casa in cui era stata bambina in Mongolia interna per stare con sua madre con la quale non aveva avuto un rapporto facile. Il suo doppio è qui Alus con connotazione urbana ma pronta alla mobilità (si esibisce nei vari locali portando con sé la strumentazione necessaria)..

Seguendo lui si affronta il tema del rapporto che viene ad instaurarsi tra figli e genitori quando la situazione si ribalta e sono questi ultimi ad essere bisognosi di attenzioni e di cure. Il fratello è il rappresentante di coloro che, nella condizione abitativa di città, finiscono con il non riuscire più a reggere la tensione. Alus lo comprende e 'libera' la madre Naranzug riportandola nei luoghi di origine in un ampio spazio che viene fotografato con la partecipazione di chi quei luoghi li ha interiorizzati.

È qui che il legame torna a farsi forte venendo simbolizzato da quella corda che Alus si trova costretto a legare ai fianchi della madre per poterne controllare gli spostamenti. Apparentemente assume la funzione che nella casa di città aveva la porta con le sbarre ma in realtà qui la valenza è molto più significativa. Perché non è solo il figlio ad avere sotto controllo la madre ma accade anche il contrario. È Naranzug a tornare a volte a guidarlo come accadeva quando era piccolo e la musica e il canto non assumono, in questa relazione, un ruolo secondario. Proprio in una scena in cui è la madre a convincere il figlio a riportare un agnello all'ovile si rivela la funzione del canto che diviene il mezzo di espressione più elevato e toccante per la donna che mostra la propria adesione a quel mondo naturale che non la può guarire ma certamente le restituisce una vitalità che avrebbe potuto perdersi. Al contempo Alus ritrova le proprie origini. grazie anche a chi da quelle terre non si è mai mossa senza però essersi alienata dal resto del mondo. La quieta forza interiore del mondo femminile, seppure appartenente a generazioni diverse, può contribuire a un ripensamento profondo e produttivo.

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sabato 7 ottobre 2023
Giancarlo Zappoli

Il film di Sixue Qiao, toccante e intenso racconto sullo sfondo dei paesi mongoli, è presentato al festival FanHua di Firenze. Vai all'articolo »

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