Titolo originale | Prisma |
Anno | 2022 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Italia |
Regia di | Ludovico Bessegato |
Attori | Mattia Carrano, Lorenzo Zurzolo, Caterina Forza, Chiara Bordi, LXX Blood Matteo Scattaretico, Cristian Di Sante, Marta Zoffoli, Gabriele Coppola, Federico Majorana, Giancarlo Porcacchia, Filippo Valle, Clarita Gatto, Zakaria Hamza, Leo Rivosecchi, Flavia Del Prete, Riccardo Afan de Rivera Costaguti, Andrea Giannini. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 7 giugno 2024
Un drama di formazione che ruota intorno alla complessa relazione tra l'aspetto fisico e l'identità.
CONSIGLIATO N.D.
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Teen drama italiano scritto da Ludovico Bessegato e Alice Urciolo: protagonisti sono i gemelli diciassettenni Andrea e Marco, molto uniti ma apparentemente diversi, socievole e centrato il primo, introverso e sensibile il secondo. In realtà entrambi stanno attraversando percorsi interiori di ricerca e adattamento al mondo circostante, così come le ragazze e i ragazzi intorno a loro, nel contesto di provincia della città di Latina. I temi principali sono l'esplorazione dell'identità di genere, delle preferenze sessuali, dell'affettività, ma attraverso un meccanismo di flashback si sottolinea come il contesto e il vissuto abbiano influito sul presente dei personaggi. Prisma è particolarmente attenta a rappresentare credibilmente gli adolescenti di oggi, tra musica trap, sport, social media e feste, ma decostruendone esplicitamente tutti gli eventuali stereotipi: questi ragazzi e ragazze sono tridimensionali e diversificati, e Prisma sembra volersi configurare anche come una affettuosa finestra sull'adolescenza che possa "educare" gli adulti a guardare senza pregiudizi e stereotipi a quella delicata fase della vita.
La seconda stagione si conferma un ottimo teen drama, dallo sguardo ampio e internazionale
Recensione
di Silvia Guzzo
Proseguono le difficoltà adolescenziali di Andrea e Marco: il primo, dopo aver rivelato la sua vera identità a Daniele, è deciso a mostrarsi agli altri senza timore di essere sé stesso; il secondo si ritrova invece a fare i conti con la dolorosa rottura con Carola. Quest'ultima, oltre alla fine della relazione con Marco, è costretta ad affrontare anche le terribili conseguenze dovute alla diffusione, non consensuale, di un video intimo che la coinvolge, mentre le sue amiche fanno di tutto per starle vicino. Soprattutto Nina, a sua volta alle prese con un complicato rapporto con Andrea e la sua ex fidanzata Micol. Nel frattempo Ilo, Vittorio e Daniele rischiano di veder sfumare il loro sogno di firmare un contratto con la casa discografica di Achille Lauro.
La seconda stagione della serie scritta, diretta e ideata dagli autori di SKAM Italia si conferma un ottimo teen drama, in grado di raccontare la realtà quotidiana degli adolescenti di Latina con uno sguardo ampio e internazionale.
Nonostante il finale interlocutorio e l'eccessiva dilatazione delle vicende narrate, Prisma riesce a raccontare le sfumature di un universo di personaggi complessi e affascinanti.
A distanza di due anni dall'uscita della prima stagione, bastano pochi minuti per riacquisire familiarità con la storia e i protagonisti di Prisma: l'atmosfera cupa, al contempo morbida e avvolgente, unita a un'estetica dal respiro internazionale, rendono infatti la serie un prodotto di intrattenimento estremamente riconoscibile. Benché sia facilmente riscontrabile l'influenza dello stile narrativo di SKAM Italia - con cui Prisma condivide l'ideatore, regista e sceneggiatore Ludovico Bessegato - la serie riesce a costruirsi un'identità unica. Prisma è un'opera chiaramente italiana - la recitazione in dialetto e l'ambientazione lo ricordano con chiarezza - ma per atmosfera e temi è accostabile a titoli britannici come Sex Education e Heartstopper, o lo statunitense Euphoria.
Bessegato conferma inoltre la propria abilità nella direzione degli attori: come in SKAM Italialia, le scelte di casting risultano particolarmente efficaci e i protagonisti recitano in modo molto naturale, conferendo alla narrazione un senso di realtà e di quotidianità che spesso mancano nei prodotti di intrattenimento nostrani. In particolare, Mattia Carrano nei panni di Marco e di Andrea appare sempre più a suo agio: nonostante i gemelli siano identici, l'interpretazione dell'attore aiuta il pubblico a orientarsi, rendendo evidente, attraverso piccole espressioni del volto o movimenti minimi, quando riveste i panni dell'uno oppure dell'altro. Meritano una menzione anche le buone performance di Chiara Bordi (Carola) e di Caterina Forza (Nina), mentre Lorenzo Zurzolo dona le giuste sfumature a un personaggio, quello di Daniele, in profonda evoluzione.
E sono proprio le sfumature a rendere interessante la serie: i protagonisti che animano l'universo arcobaleno di Prisma presentano infatti luci e ombre, e nessuno sembra appiattirsi su cliché o stereotipi. La rappresentazione di temi come la fluidità di genere, la disabilità, l'accettazione di sé e lo scontro fra generazioni è sempre tridimensionale, e mai scontata. La serie riesce così nel difficile compito di trattare con delicatezza e profondità argomenti complessi e carichi di significato.
Bessegato e Francesca Scialanca firmano infatti un'ottima sceneggiatura, forse un po' dilatata nella seconda metà degli episodi, a tratti ripetitivi. La svolta in stile Mare fuori del finale lascia un po' interdetti, ma per emettere un giudizio definitivo non resta che aspettare la terza stagione, che speriamo possa indagare maggiormente la relazione fra l'allenatrice Carola e Daniele - unica storyline affrontata forse con eccessiva leggerezza.
Un prodotto perfetto per chi ha amato Skam Italia. Ma già visto e senza innovazione
Recensione
di Claudia Catalli
Andrea e Marco sono due gemelli di Latina. Con i loro compagni e amici tentano di rispondere alla domanda "Chi sono io?", mentre la vita scorre tra un primo bacio e una serata in discoteca con gli amici.
Due gemelli diversi di diciassette anni stanno crescendo ed esplorando se stessi. Sono diversi nello stile dei capelli, ma soprattutto nel carattere, uno è impacciato e fragile, l'altro apparentemente spavaldo ma con una vita parallela.
Sono i protagonisti (anzi, il protagonista, dato che ad interpretarli è sempre Mattia Carrano) di Prisma, stessa produzione e stesso regista di SKAM Italia (Ludovico Bassegato), format di successo sull'universo teen importato dalla Norvegia che in cinque stagioni è diventato un fenomeno generazionale. Anche in scrittura ci sono le stesse penne di SKAM, Bassegato e Alice Urciuolo.
È proprio questo il punto: si sentiva il bisogno di una serie "gemella", è il caso di dire, di SKAM? Di una sorta di spin-off ambientato a Latina ma analogo per linguaggio, stile visivo (con molti ralenti in più, non sempre funzionali) e narrativo? Sì, se Prime Video mira a catturarne il pubblico. L'operazione alla base della serie sembra chiara, si aggiunge la volontà, dichiarata sin dal titolo, di soffermarsi sul racconto adolescenziale della fluidità di genere, sulla complessità prismatica oltre alla binarietà. Uno dei due gemelli non si sente solo un ragazzo, scoprirà puntata per puntata il coraggio di affermare davanti a sé stesso e davanti agli altri la propria identità. Lo stesso proveranno a fare gli amici e compagni intorno a lui.
Il racconto parte con una serata in discoteca e avanza continuamente inframmezzato da flashback, che spesso raccontano traumi: le gravi ferite riportate da chi spacca un vetro con un pugno, la delusione di una bocciatura seguita dallo choc di trovare la propria fidanzata a letto con un'altra ragazza. Ci sono tutti i temi cari alle narrazioni di coming of age: le prime esperienze sentimentali e sessuali, la scoperta dei corpi e dei caratteri, la comunicazione via chat, le droghe leggere, il rapporto con gli amici e con i genitori.
I personaggi si dividono tra interessanti e già visti, tra questi ultimi c'è il coatto tormentato Daniele interpretato da Lorenzo Zurzolo, che porta avanti il progetto di un videoclip trap con gli amici. Degna di nota è invece Carola, interpretata da Chiara Bordi, che porta sullo schermo la disabilità fisica finalmente affrontata senza retorica né focus particolari, ma con tutta la normalità che merita.
Per chi ama l'utilizzo iperbolico di musiche e scritte colorate Prisma è il prodotto perfetto: ogni sfasamento temporale è segnalato da lettere cubitali fluorescenti (i richiami al passato sono continui), e le musiche sono una costante della serie. Una serie il cui merito è esplorare il racconto di chi ha identità di genere complesse, mostrare la fluidità dei rapporti, evidenziare il sostegno del Lgbtq+ help center. Peccato prosegua lungo un cammino già tracciato altrove senza innovare, riproponendo storie e personaggi già visti, focalizzando talmente tanto l'attenzione sui teenager da dimenticare di approfondire le figure circostanti, gli adulti, con genitori monodimensionali e appena abbozzati, cosa che altre serie teen come Summertime e Baby non mancavano di fare.
Prisma non è neanche Elite - serie fluida e queer senza il didascalismo del monotema, capace di raccontare anche molto altro -, nè ha la forza innovativa e sorprendente di teen show internazionali come Thirteen, Sex Education, The End of the F***ing World. Piacerà comunque ad un pubblico adolescenziale, ben disposto a identificarsi con i suoi protagonisti in cerca del loro posto nel mondo, e magari nostalgico di mood e stile di serie teen di successo come SKAM Italia.
La prima stagione della serie
Recensione di a cura della redazione
Andrea e Marco sono due gemelli di Latina. Con i loro compagni e amici tentano di rispondere alla domanda "Chi sono io?", mentre la vita scorre tra un primo bacio e una serata in discoteca con gli amici. Due gemelli diversi di diciassette anni stanno crescendo ed esplorando se stessi. Sono diversi nello stile dei capelli, ma soprattutto nel carattere, uno è impacciato e fragile, l'altro apparentemente spavaldo ma con una vita parallela.